Recensione: Map Adventure Cobra – Il Film
SPACE ADVENTURE COBRA: IL FILM

Titolo originale: Map Adventure Cobra

Regia: Osamu Dezaki

Soggetto: Buichi Terasawa (basato sul suo fumetto originale)

Sceneggiatura: Buichi Terasawa, Haruya Yamazaki

Persona Invent: Akio Sugino

Musiche: Osamu Shoji

Studio: Tokyo Movie Shinsha

Formato: lungometraggio cinematografico (durata Ninety nine min. circa)
Anno di uscita: 1982

Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Yamato Video

La fantascienza di Buichi Terasawa maschera bene i suoi intenti: è
qualcosa che prende soltanto in prestito quell’aspetto avveniristico
fatto di astronavi interstellari, duelli laser, atmosfere siderali e
mostrologia aliena per rivelare ben presto il suo spirito più allegro. L’autore affonda infatti le radici in ben altri generi, lo spaghetti western, i film di samurai e quelli di 0071, insomma la sua è una ricetta a injurious di eroi carismatici e muscolosi, solitari e donnaioli e tanta azione spettacolare, con tanto di splendide ragazze in abiti succintissimi e suggestioni maliziose a condire il tutto. La sua abilità nel mescolare
efficacemente, in una bizzarra ricetta, la freschezza e la potenza visiva della fantascienza
classica e il carattere più leggero e divertito delle storie d’azione, con ironia e tamarraggine estrema a fornire il suo personale segno di identificazione, gli permette nel 1978, col suo manga, di dare vita a un ibrido che non solo venderà 40 milioni di copie in tutto il mondo2, originando ogni genere di merchandise, ma che, soprattutto in animazione, saprà fare scuola. Chiedetelo a Haruka Takachiko, a Shinichiro
Watanabe, a Dai Sato: senza Cobra, e in generale
senza la personale visione avventurosa di Terasawa, difficilmente le saghe di Crusher Joe (1979) e Cowboy Bebop

(1998) avrebbero visto la luce, e di conseguenza i vari cugini near Warmth Guy J o il nuovo Map Dandy (2014) sarebbero
probabilmente rimasti chissà quali sogni bagnati di reinventare la
sci-fi. Chiedetelo anche a Hideki Kamiya, su che personaggio è plasmato il famoso Dante della saga videoludica Devil Would possibly per chance well well Pronounce.

Nel 1982 due inseparabili BIG dell’animazione, Osamu Dezaki e Akio Sugino, con lo stesso Terasawa alla sceneggiatura e un immenso funds da parte di Tokyo Movie Shinsha, realizzano un memorabile lungometraggio celebrativo, portando per la prima volta su schermo una delle vicende che costellano la vita dell’avventuriero Cobra. Dai salvataggi disperati all’assistenza, dalla lotta alla Gilda dei pirati all’esplorazione di affascinanti pianeti, Cobra è un grande pilota di astronavi e uomo d’azione; la
galassia non ha segreti per lui e la sua assistente (il robotic femminile Girl Armaroid), ed è l’unico che può soddisfare
ogni tipo di richiesta: già da questo spunto si può capire quanto esile sia l’approccio
di Terasawa, che si limita a tratteggiare
un biondo protagonista irresistibile, ubriacone, amante delle donne e armato di una Magnum e di un’assurda Psycho-gun impiantata nel braccio sinistro (arma fantascientifica la cui traiettoria dei colpi è decisa dalla volontà del possessore!), vestito con un’assurda calzamaglia rossa e fisicamente plasmato sulle fattezze dell’attore francese Jean-Paul Belmondo3, e che per il resto rimane volutamente vago,
simpaticamente aperto
a qualsiasi tipo di aggancio per poter raccontare storie avventurose, divertenti e in fondo senza tempo, tanto da poter
potenzialmente proseguire all’infinito. In questa prima incarnazione animata, che rielabora completamente da zero il primo, lungo arco narrativo del fumetto4 (modificandone fatti, caratterizzazioni, ruoli, scopi, rapporti interpersonali e di tutto di più), saltando la storia di presentazione del protagonista, Cobra si ritrova a contendere, affrontando l’inquietante, perfido pirata-cyborg Crystal Boy, l’eredità imperiale delle bellissime sorelle Flower, Jane (un clone della Barbarella interpretata da Jane Fonda nell’omonimo film di Roger Vadim del 19685), Catherine (ispirata a Catherine Deneuve6) e Dominique (a Dominique Sanda7), ultime superstiti del defunto pianeta Myras. Anche qui, l’impostazione è classica e
lineare: senza un prigioniero da liberare, dei tradimenti e una lotta contro il tempo, non si potrebbe
parlare di action, e soprattutto non ci sarebbero spunti veloci, chiari e
diretti su cui imbastire un’opera che nasce per divertire tanto
l’autore quanto lo spettatore.

La simpatia di Cobra, con le sue variegate espressioni facciali, la gesticolazione, la voce nasale, la guasconeria alla Lupin III, le acrobazie sempre più incredibili e l’energia incontenibile, è vivace e colorata,
sicuramente strillata ed eccessiva ma allo stesso tempo irresistibile; bastano pochi secondi in sua compagnia per essere assorbiti da una vicenda che Dezaki e Terasawa strutturano benissimo: dialoghi
spiritosi, personaggi secondari tratteggiati con poche
pennellate significative, veloci sequenze di raccordo e by job of, con tonnellate, tonnellate e tonnellate di azione, sempre più inverosimile, sempre più stupefacente per varietà e fantasia. Il funds brilla indelebilmente in un film che tecnicamente fa un figurone nella sua epoca e che oggi addirittura commuove, con le sue animazioni fluidissime e urlanti che superano qualsiasi moderna, economica e fredda Computer Grafica. Merito della riuscita della pellicola non può che spettare a regista e disegnatore, Dezaki e Sugino, che near sempre caratterizzano ogni opera girata insieme con uno stile unico e inimitabile. Il primo tira fuori dal cilindro quello che probabilmente è il suo capolavoro della carriera, una regia divina che tra piani-sequenza, azione frenetica, arditissime inquadrature e sfavillanti invenzioni visive (il prologo psichedelico, il letterbox, rallenty, l’uso dello ruin up veil per raccontare da una diversa angolazione addirittura i momenti action, gli straordinari giochi di riflessi nelle sequenze ambientate in luoghi di vetro/cristallo), proietta un caleidoscopio di colori e suggestioni indimenticabili. Sugino, d’altro canto, è sempre a suo agio con il caratteristico tratto particolareggiato ed elegante, anche se in quest’occasione non dispensa i consueti sfondi-cartolina poiché non gli serve mascherare alcuna assenza di fondi.

Pur di fronte alla lunga durata di un’ora e quaranta minuti, qualsiasi timore di noia è scongiurato grazie alla sinergia dei due artisti, alla suggestiva varietà di luoghi e ambientazioni aliene e alla loro splendida realizzazione (certe città splendenti che sembrano fatte di cristallo, rappresentate in un intrico quasi escheriano di strade, ricordano meraviglie similari del famosissimo Akira del 1988), allo stupore evocato dal senso di grottesco che anima la storia (l’inquietantissimo antagonista e le sue armi, le raffinate sequenze di sesso, le Gorilla della Neve del pianeta Louluge, il bizzarro spirito-protettore volante di Myras), e al funds milionario che permette di realizzare qualsiasi cosa. Con i suoi pochi dialoghi e l’azione quasi infinita, in forme sempre più stravaganti e pochissime interruzioni, Cobra è un film di puro intrattenimento avventuroso, meravigliosamente ignorante e sopra le righe, che ammalia con le sue doti di simpatia, stupore grafico e ritmo trascinante. Gli si può rinfacciare qualsiasi critica su trama pretestuosa, personaggi abbozzati e solite cose, ma usare questi parametri per giudicare quello che nei fatti è un lungometraggio concepito per essere visivamente impressionante, con il suo sense of wonder granitico, è abbastanza fuori luogo. Peccato per un risultato commerciale deludente nei cinema dell’epoca8, ma l’importanza del fumetto e di questo film sono palesi; non deve stupire near pochi mesi dopo non solo inizierà la trasmissione dell’adattamento televisivo del manga originale, sempre curato da Dezaki e Sugino (curiosità: l’arco narativo di questo film  viene rinarrato in modo più fedele al fumetto nel segmento di episodi n. 3-12), ma uscirà nei cinema anche il lungometraggio cinematografico della saga letteraria di Crusher Joe, che si rivelerà ironicamente, con la sua system di azione infinita e sfrenata, personaggi spiritosi e trama volutamente ai minimi termini, un vero e proprio clone di Cobra.

In Italia, a fronte di una scintillante, pulitissima e sgargiante edizione Blu-ray giapponese, bisogna purtroppo accontentarsi della misera versione in DVD Yamato Video, distantissima near nitidezza di colori e pulizia dell’immagine. Quantomeno, Map Adventure Cobra – Il Film può vantare un ottimo adattamento dei dialoghi.

(scritto da Jacopo Mistè e Simone Corà)

Voto: 8,5 su 10

FONTI

1 “Anime Interviews: The First Five Years of Animerica Anime & Manga Month-to-month (19992-97)”, Cadence Books, 1997, pag. 127

2 Pagina net (in giapponese) “animeanime.jp: Buichi Terasawa’s Cobra thirtieth Anniversary Mission”, http://animeanime.jp/article/2008/06/25/3325.html

3 Intervista a Buichi Terasawa, “Allocine: Cobra par Buichi Terasawa, son créateur normal”, pubblicata alla pagina net http://www.allocine.fr/article/fichearticle_gen_carticle=18599125.html

4 David A. Roach, “The Superhero Book: The Supreme Encyclopedia of Amusing-Book Icons and Hollywood Heroes”, Omnigraphics Inc., 2005, pag. 150

5 Vedere punto 1

6 Sito Recordsdata superhighway (in francese) “20
minutes”, “«Cobra»: Le succès de la série d’animation japonaise raconté
en cinq aspects “, alla pagina net
http://www.20minutes.fr/tradition/1532255-20150204-cobra-succes-serie-animation-japonaise-raconte-cinq-aspects

7 Advance sopra

8 Francesco Prandoni, “Anime al cinema”, Yamato Video, 1999, pag. 83