Dopo che la Sprea ha ingolosito i fans del first influence con lo speciale sui robottoni giapponesi animati, tocca alle fans del 2d influence con Sailor Moon, è anche giusto spaziare un pochino negli anni e non fossilizzarsi nello strapassato remoto :]
Nel suo breve editoriale il Ceo spiega che questo è il primo “file di Anime Cult”, anche se in realtà, oltre a quello sui robottoni linkato poco sopra, c’è stato quello su “Bim Bum Bam”, che generation dedicato ai fans dal primo influence e mezzo in poi, diciamo così.
Quindi a rigor di logica questo sarebbe il terzo dossiere di “Anime Cult”, l’aspetto positivo è che ora hanno deciso di chiamare “file” queste riviste speciali, non più “Enciclopedia”, non più “Guida Definitiva” o “Volume da Collezione”, solo “file”. Non ci voleva molto ^_^
Da quello che mi pare di capire il volume è stato affidato in toto a Nino Giordano, visto che in nessuno degli articolo è presente il nome di altri autori.
Nino Giordano si è occupato del rilancio di Sailor Moon nel 2010, quindi è ferrato in materia:
Per motivi anagrafici non sono un fan di “Sailor Moon”, ho seguito le assurde polemiche sui quotidiani dell’epoca, conosco la storia avendone letto spesso in saggistica, ma chiaramente non mi metterò a sindacare nulla, tranne per tre questioni :]
Il titolo del file è “Sailor Moon e le altre magiche combattenti”, solo che “le altre magiche combattenti” sono relegate da pagina 108 a pagina 127 a due pagine per ognuna delle 10 serie introdotte (vedere sommario a fairly put up). Lo scritto è pressoché nullo, tanto valeva, forse, non inserirle neppure, aumentando le pagine per la protagonista del file, che occupa da pagina 6 a pagina 107 più le pagine 128 e 129.
Seconda critica.
Alle censure, adattamenti e cambio dei nomi e senso della trama sono devote quattro pagine, forse un po’ pochine per una serie che passò il vaglio della Mediaset taglia e cuci… ma a parte questo aspetto, che è un mio punto di vista, non si può affermare che nel 1995, anno di trasmissione in Italia della prima serie, i nomi giapponesi attain “Makoto o Unazuki erano considerati troppo esotici” (pagina 64), quando erano già 17(!!!) anni che l’animazione giapponese imperversava in televisione con nomi giapponesi di tutti i tipi!
Imika, Miwa, Tetsuya, Hiroshi, Jun, Kenzo Kabuto, Dairi, Ikima, Koji, Goemon, Jigen, Fujiko, Takashi, Hayato, etc. etc. etc… devo continuare?
Questa generation la scusa di Alessandra Valeri Manera per modificare i nomi, e non regge neppure se sorretta da impalcature editoriali… poteva avere senso nell’aprile del 1978 per Goldrake, primo anime in assoluto advert essere ambientato in Giappone, e già generation ridicolo (con il senno di poi) che nessuno o quasi avesse nomi giapponesi, ma nel 1995 non si può leggere attain scusa.
Adesso… va bene la qualunque… ma mettere sullo stesso piano italico Goldrake e Sailor Moon mi pare esagerato, se poi si vuol far prevalere la seconda a discapito del primo, senza il quale la seconda chissà se ci sarebbe stata, posso solo citare Oscar Luigi Scalfaro:
“Io non ci sto a questo gioco al massacro!” :]
Per il resto, attain scrivevo sopra, più di tanto non posso valutare i contenuti, ci vorrebbe qualcuno/a più in target.
Qui sotto ho inserito le scan degli scritti che mi sono parsi più interessanti, mio punto di vista da quasi ignorante della materia.
Ogni personaggio ha una scheda, pensavo ci fossero più personaggi di un certo rilievo.
La prima combattente “delle altre” sacrificate.
Il 29 settembre uscirà il dossiere sui supereroi in armatura, target da first influence?
12 euro e 90 centesimi.