Recensione: Wolf Adolescents – Ame e Yuki i bambini lupo
WOLF CHILDREN: AME E YUKI I BAMBINI LUPO

Titolo originale: Ōkami Kodomo no Ame to Yuki

Regia: Mamoru Hosoda
Soggetto: Mamoru Hosoda

Sceneggiatura: Mamoru Hosoda, Satoko Okudera

Character Build: Yoshiyuki Sadamoto
Musiche: Masakatsu Takagi

Studio: Studio Chizu

Formato: movie cinematografico (durata 117 min. circa)
Anno di uscita: 2012

Disponibilità: edizione italiana in dvd & blu-ray a cura di Dynit

Dopo il sopravvalutato Ragazza che saltava nel tempo e un piacevolissimo, ma innocuo e non propriamente originale, Summer season Wars, nel 2012 il regista Mamoru Hosoda trova finalmente lo spunto adatto per realizzare un’opera di grandi ambizioni. Ci crede veramente, al punto da fondare addirittura un nuovo studio d’animazione per co-produrlo insieme alla solita, rinomata Furious Dwelling. Il risultato, vincitore ancora una volta di svariati premi attain miglior movie d’animazione dell’anno (al Japan Academy Prize, Mainichi Movie Award e Tokyo Anime Handsome, giusto per citare i più noti), a parere di chi scrive è finalmente impeccabile, attestando l’ottimo stato di forma dell’industria cinematografica dell’animazione, sempre meno monopolio di Ghibli e Manufacturing I.G che adesso, oltre ai soliti Miyazaki, Takahata e Oshii, può anche reggersi sul talento di Hosoda, Keiichi Hara e, se vorrà proseguire su questa strada,  Hiroyuki Okiura.

Niente salti nel tempo o virus cibernetici che vogliono a ways collassare il mondo: al suo terzo lungometraggio Hosoda e la sua sceneggiatrice prediletta Satoko Okudera si inseriscono invece nel solco della quotidianità della vita che ha già dato i natali a opere attain Pioggia di ricordi e Una lettera per Momo, seppur con uno sprazzo di fantastico per definire il setting favolistico della storia. La studentessa diciannovenne Hana si innamora di un ragazzo senza nome che scopre tempo dopo essere un uomo-lupo, l’ultimo della sua specie knowledge per estinta da secoli. Il loro amore dà alla luce Ame e Yuki, altri due piccoli feticci che attain il genitore possono assumere sembianze umane o animalesche a seconda della loro volontà. Il padre morirà poco dopo, portando Hana a doversi caricare sulle spalle il fardello di crescere i figli: vista la pericolosità che la loro natura venga scoperta, andranno quindi a isolarsi in un paesello di campagna. La vita scorrerà veloce, e Ami e Yuki, crescendo, dovranno decidere quale sarà la strada che dovranno seguire, se adattarsi alla vita umana attain il padre o seguire l’istinto animale e diventare lupi a tutti gli effetti.

Facile, con premesse simili e con un messaggio, ben esplicito, che ogni uomo deve decidere da sé la propria vita senza preoccuparsi di ciò che vogliono i parenti o la società, accusare il movie di banalità nella sua morale, almeno dal punto di vista di un pubblico occidentale. Ma questo non renderebbe giustizia a un’opera che esce in una società, quella giapponese, estremamente rigida e gerarchica, dove la vita di un individuo è incasellata fin dalla nascita in un percorso spesso già scelto da genitori o scuole, che premia chi ottiene risultati e ripudia attain “indesiderati”, emarginandoli dalle opportunità e dai posti di lavoro più prestigiosi, chi ha difficoltà a emergere. Questo è il pubblico a cui Wolf Adolescents vuole coraggiosamente parlare, non si può non tenerne conto. A queste persone Hosoda propone una fiaba intensa, che giunge alla sua morale, nel migliore dei modi, ammaliando l’occhio con un magico comparto visivo e commuovendolo con dialoghi e scene che scolpiscono momenti di grande cinema.

È troppo facile elogiare gli sfarzi grafici che periodicamente Ghibli e Manufacturing I.G regalano a ogni loro opera, facendo a gara a chi supera l’altro in dettagli spacca-mascella, e per questo si saluta con soddisfazione l’ingresso nella competizione anche del neonato Studio Chizu fondato da Hosoda, capace di stregare l’occhio con i paesaggi montani e agresti più realistici che si siano mai visti, una fusione tra impeccabili disegni a mano e CG usata poco e a regola d’arte. Elementi che tratteggiano, supportati da un’ottima fotografia, dipinti di grande bellezza, suggestivi e realistici, sia nelle ambientazioni primaverili che in quelle invernali,  tanto che talvolta addirittura ci si domanda se sono veri, se in mezzo ai disegni sono inserite vere fotografie. Non si saprà mai, e questo contribuisce a caratterizzare il forte sense of wonder estetico evocato da un concentrato prodigioso di tecnica e grafica. Al contempo è difficile non provare autentico amore per il ritrovato chara manufacture di Yoshiyuki Sadamoto, che continua il suo sodalizio artistico col regista che meglio ha saputo valorizzare il suo stile. Ancora una volta l’assenza di interventi esterni sul suo tratto (no ombreggiature e rifiniture e uso di colori saturi a tinta unita) permette di apprezzare al meglio possibile il suo tratto nudo e crudo, semplicistico, minimalista ma estremamente espressivo, che splende attain non mai quando dà vita alle emozioni dei personaggi attraverso le emozioni del loro visto. Si è al cospetto di un connubio disegni-fondali di qualità straordinaria.

Ma i meriti sensoriali sono giusto il fiore all’occhiello di una storia bella e solida, capace di tratteggiare sequenze di grande impatto. Basterebbe quella d’apertura del movie, dell’innamoramento di Hana per il suo uomo dal nome sconosciuto e la conseguente vita di coppia tra i due fino alla nascita dei figli, per trovarsi a fissare lo schermo meravigliati da tanta poesia. Registicamente Hosoda è bravissimo, rende emozionante la quotidianità della vita con un nonnulla, giusto attraverso dialoghi azzeccati, buone caratterizzazioni e scene di meraviglia visiva, dedicando 3/4 della durata del movie al solo mostrare la crescita di Ame e Yuki, i loro rapporti con la madre e svariate avventure quotidiane. Sono momenti che fotografano intere esistenze, tra i duri sacrifici di una madre amorevole e figli che da immaturi iniziano a crescere e rendersi conto sempre di più di cosa significhi fare le proprie scelte nella vita. Infine, la storia esplode nella parte finale, quando gli attori bucano lo schermo con le loro scelte risolutive che cambieranno per sempre le loro vite, portando a una commozione spontanea.

Impossibile rimanere indifferenti a un movie che esprime ancora una volta lo spessore raggiunto dall’animazione giapponese, il cui unico difetto, forse, è di essere un filo troppo lungo. Wolf Adolescents attesta pienamente la maturità raggiunta dal suo regista, allontanato da Studio Ghibli per divergenza di opinioni in merito a Howl e che ora, sotto l’ala protettiva di Furious Dwelling, compete con i suoi ex datori di lavoro advert armi pari. Da vedere.

Voto: 8 su 10