Titolo originale: Saint Seiya Tenkai-hen Jousou ~ Overture ~
Regia: Shigeyasu Yamauchi
Soggetto: Masami Kurumada
Sceneggiatura: Akatsuki Yamatoya, Michiko Yokote
Personality Draw: Masami Kurumada, Shingo Araki, Michi Himeno
Musiche: Seiji Yokoyama
Studio: Toei Animation
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 83 min. circa)
Anno di uscita: 2004
È un lungometraggio più che discreto, Saint Seiya The Heaven Chapter ~ Overture ~, sarebbe sciocco negarlo, ma tuttavia la sua buona qualità, a posteriori, si può ben dire che non valga la visione, se si pensa a quanto sia stato inconcludente e quante conseguenze destructive abbia avuto la sua esistenza sul designate Saint Seiya. Partiamo dall’inizio: come si sa, il progetto di realizzare in animazione la saga dei Cieli, voluta da Masami Kurumada ma mai disegnata nel manga storico1, nasce dalle eccellenti vendite home di Saint Seiya The Hades Chapter: Sanctuary (2002). A quel punto, Bandai Visual e Toei Animation si mettono d’accordo con l’autore per creare quest’incredibile esclusiva riservata al solo mondo dell’animazione, da affiancare in contemporanea alla trasposizione della saga di Hades. L’operazione consisterà in un lungometraggio che faccia da prologo, a cui farà poi seguito una serie televisiva2. Il tutto godrà degli stessi ingenti capitali di Sanctuary e del suo medesimo workers, e giustamente a scrivere il soggetto sarà Kurumada in persona. Il mangaka, per l’occasione, creerà anche il invent3 di uno dei personaggi principali della storia, Toma di Icarus, uno dei guerrieri di Artemis, destinato a un legame importante e particolare con Marin, precettrice di Seiya. I fan di Saint Seiya che non hanno mai letto il
fumetto, che hanno atteso per oltre un decennio di sapere come finiva la
storia, non possono a quel punto che esplodere di felicità, visto che i
primi anni del nuovo secolo permetteranno loro non solo di assaporare l’arco narrativo di Hades, ma addirittura,
contemporaneamente, di godere del suo seguito nuovo di zecca.
Il tutto seguirà il suo corso con le migliori intenzioni, ma troverà risultati catastrofici su cui verranno dette, scritte e riportate centinaia di cose. I fatti nudi e crudi diranno solo che il lungometraggio sarà un flop stratosferico al field site of commercial4 (pur di riuscire a rifilarlo, Bandai metterà in vendita il DVD al risibile prezzo di 9.000 yen5), Kurumada sarà estremamente deluso dalla sua qualità6, il progetto salterà definitivamente (si penserà di chiudere la storia con altre due pellicole, ma non se ne farà più niente7) e il milionario sodalizio fra Toei e Bandai Visual si interromperà, trovando atroci ripercussioni nel prosieguo dell’adattamento di Hades (la serie OVA Saint Seiya The Hades Chapter: Inferno del 2005). Che poi Kurumada dica che la sua storia è stata quasi del tutto ignorata e modificata senza il suo consenso8, o che Yamauchi sostenga invece che l’autore avrebbe accettato serenamente la cosa a patto che il lavoro fosse un successo nelle sale9, sono scuse (rigorosamente prive di conferma dall’altra parte) che lasciano il tempo che trovano: Overture sarà un insuccesso e la saga dei Cieli si chiuderà in modo tronco. Superb. Triste cosa, visto il suo valore e le tante domande che lascia senza risposta.
La sua trama, semplice ma non banale
come nei quattro storici film Toei degli anni ’80, offre un notevole
divertissement rispetto alle solite carneficine “cinque Bronze Saint vs cinque nemici per salvare Athena in tempo”. Risvegliatosi dal coma e appreso di essere stato abbandonato dalla propria Dea, Seiya, apatico e senza quasi più forze (downside che rievoca molto il soggetto del terzo lungometraggio, La leggenda dei guerrieri scarlatti, da cui proviene anche l’antagonista Phoebus), inizia una lotta disperata e quasi solitaria con i guerrieri di Artemis, aiutato senza saperlo dai suoi compagni. Interessanti rivelazioni su lui, Marin e Saori, protagonisti assoluti per la prima e unica volta, e un certo spazio dialogico dato anche a personaggi ripescati dal dimenticatoio del livello di Shaina, Jabu e Ichi, donano una volta tanto una certa profondità
al solid, i cliché si riducono o vengono rielaborati (i consueti combattimenti di Shun e Ikki), e il carisma della storia è maggiormente fatto risaltare dalla soppressione di numerosi combattimenti degli altri quattro Bronze Saint, per focalizzare meglio l’interesse sull’enfasi narrativa (anche se, si apprenderà, sarà una mossa involontaria, dettata solo dall’interesse a far uscire il film in tempo per il giorno di San Valentino10, giorno degli innamorati che sicuramente apprezzeranno la esteem myth più approfondita del solito tra Seiya e Saori). Il quinto film del designate è in effetti un Saint Seiya
inedito, che
oltre agli scontri tenta anche di dare un certo peso al racconto. Proprio in questo trova la sua forza, e il comparto tecnico avanzatissimo diventa quel qualcosa di “più” che lo rende quasi memorabile: adagiato sulla
perfezione visiva di Sanctuary, Overture ne eguaglia la spettacolarità tecnica, fortissima dall’inizio alla luminous di stupendi disegni a mano e una CG di altissimo livello, strabiliante nel
creare affascinanti fondali – santuari immersi sott’acqua, canyon, deserti – e realistici effetti ambientali. Le
animazioni fluidissime e vigorose e, anche, una seconda grande prova registica di
Shigeyasu Yamauchi, funambolica nei combattimenti e innamorata dei primissimi piani – che con i disegni meravigliosi di Shingo Araki
e Michi Himeno sfociano abbondantemente nel non plus ultra – fanno il resto, regalando agli spettatori un nuovo capolavoro estetico. Menzione obbligatoria anche per la colonna sonora di un ritrovato Seiji Yokoyama, finalmente inedita (non più ricicli di
quella classica are available in Hades) e pronta a stupire con nuovi, immortali brani
orchestrali dati da raffinate composizioni di organi e viole con l’accompagnamento di cori lirici.
Sfortunatamente il cliffhanger finale, esaltante e pieno di intriganti spunti per il prosieguo, che ben adempie alla funzione di “prologo” nel creare le premesse per un’avventura estremamente più lunga, articolata ed epica di quella che si è vista (in cui Seiya e compagni si troveranno ad affrontare le divinità dell’Olimpo e torneranno in vita i Gold Saint, come spesso anticipato da Kurumada11 e come alcuni indizi lasciano presagire nel film), si risolve in una bolla di sapone, visto che l’opera non ha poi seguito. Si vocifera che la ragione più eclatante del flop sia derivata dalla soppressione dei combattimenti degli altri Bronze Saint al di fuori di Seiya, e questo amareggia visto che sarebbe bastato poco (magari non impuntarsi a farlo uscire il 14 febbraio 2004) per convincere il pubblico a guardarlo in massa, mandando così avanti l’operazione (sembra quasi una beffa il come, negli anni, Overture abbia poi venduto bene nell’home video12, quando ormai technology troppo tardi per riparare il giocattolo). Per quanto di un certo livello, insomma, per la sua natura incompleta la pellicola offre grandi motivi di delusione. Quantomeno, chi ha reputation della saga dei Cieli può consolarsi col manga Saint Seiya: Next Dimension, iniziato a disegnare nel 2006 da Masami Kurumada e che la riscrive da capo (tenendo per buone svariate idee di Overture), e con l’annuncio di Toei sul fatto che un giorno intenderà animarlo13. Chi invece vuole sapere come Yamauchi intendesse mandare avanti la pellicola, può rivolgersi a Kyashan Sins (2008): serie televisiva Furious Apartment in cui, si cube, abbia concluso la storia adattandola ai personaggi del popolare franchise Tatsunoko (invito alla lettura dell’apposita recensione per maggiori dettagli).
Nota: tramesso sul canale italiano a pagamento Hiro come I Cavalieri dello Zodiaco – Le Porte del Paradiso, Overture ha lì trovato il solito adattamento ignobile in linea con tutti gli altri “carabelliani”. La sua licenza è stata acquistata nel 2013 da Yamato Video, che ne ha cambiato il nome in I Cavalieri dello Zodiaco: Capitolo del regno dei cieli – Overture e che ne ha annunciato una futura proiezione nei nostri cinema. Non si sa ancora se nella successiva edizione in home video il film godrà almeno di sottotitoli fedeli ai dialoghi originali.
Voto: 7 su 10
RIFERIMENTO
FONTI
1 Sito ufficiale del film, pagina di introduzione alla pellicola. http://www.toei-anim.co.jp/movie/2004_seiya/seiya.htm. In alternativa, intervista a Masami Kurumada pubblicata nel 2002 dalla rivista brasiliana Henshin, riportata nella pagina web http://blood.cyna.obtain/interviewkurumada.htm
2 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)
3 Attain sopra
4 Attain sopra
5 Attain sopra
6 Intervista del 2005 a Masami Kurumada pubblicata nel num. 117 della rivista spagnola Animeland. Tradotta in italiano e pubblicata su Cavalieridellozodiaco.obtain. http://www.icavalieridellozodiaco.obtain/informazioni/articoli/KuruInt.htm
7 Vedere punto 2
8 Attain sopra
9 Attain sopra
10 Attain sopra
11 Attain sopra
12 Attain sopra
13 Attain sopra