Recensione: Saint Seiya The Hades Chapter – Inferno (I Cavalieri dello Zodiaco – Hades)
SAINT SEIYA THE HADES CHAPTER: INFERNO

Titolo originale: Saint Seiya Meiou Hades – Meikai-Fowl
Regia: Tomoharu Katsumata
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Masami Kurumada)
Sceneggiatura: Yousuke Kuroda
Persona Invent: Shingo Araki, Michi Himeno
Musiche: Seiji Yokoyama

Studio: Toei Animation

Formato: serie OVA di 12 episodi (durata ep. 24 min. circa)

Anni di uscita: 2005 – 2007

 
Per uccidere Hades e concludere la nuova Guerra Sacra Athena ha sacrificato la propria vita, e il suo spirito finisce così negli Inferi dove l’attende lo scontro finale con il Dio. I suoi Saint sopravvissuti alla battaglia nel Sactuary non se ne staranno con le mani in mano, e, per poter consegnare alla loro Signora la sua armatura da indossare, accederanno anch’essi all’Oltretomba, iniziando una corsa verso i livelli più profondi per raggiungerla, eliminando nel contempo tutti gli Specter che gli sbarreranno il camminoano il passo. Nel corso delle loro battaglie dovranno affrontare anche i Tre Giganti Infernali, Rhadamantys, Minos e Aiocos, e scoprire il terribile segreto legato alla nascita di Shun.

Quanto è vero che Saint Seiya The Hades Chapter: Sanctuary e Saint Seiya The Heaven Chapter: ~ Overture ~, nei primi anni del 2000, hanno rappresentato, coi loro workers e i finances faraonici, quanto di meglio si fosse mai visto nel brand, i loro successori immediati ne rappresentano invece il più gramo contralto. Per questioni che non sono ancora sigh chiarite (ed è facile pensare che rimarranno oscure per sempre), e nelle quali c’entra quasi sicuramente l’autore del manga Masami Kurumada, il flop ai cinema di Overture innesca una “resa dei conti” tra Toei Animation e Bandai Visible che culmina con la dissoluzione della loro alleanza, con tutto ciò che ne comporta: honest degli enormi finanziamenti della gigantesca catena di giocattoli e perdita dell’intero gruppo di registi, sceneggiatori, animatori e addirittura seiyuu (!). Toei si ritrova, insomma, priva di finanziatore per portare avanti la trasposizione della saga di Hades, e ha perso tutti gli uomini migliori che hanno decretato il successo di Sanctuary. Deciso, ovviamente, almeno a proseguire l’adattamento, lo studio si lega quindi ad Avex Mode, filiale della casa discografica giapponese Avex Neighborhood, e cambia totalmente workers. Sorge un problema: il nuovo produttore mette a disposizione fondi infinitamente più bassi. Toei ritiene impossibile pensare a un Saint Seiya animato non disegnato dal famosissimo Shingo Araki, e, sobillato in questo senso dallo stesso Kurumada, che richiede con insistenza l’artista, si prende la responsabilità di una decisione dolorosa: sfruttare buona parte del finances concesso unicamente per assicurarsi la sua costosa presenza, non importa a quale prezzo. E così avverrà1. Tra il 2005 e il 2007 escono dunque nei negozi giapponesi i 12 (costosi) episodi di Saint Seiya The Hades Chapter: Inferno, la cui qualità tecnica sarà semplicemente pessima, una tra le più vergognose prese in giro di sempre e un affronto a uno dei
franchise animati più famosi e amati al mondo.

Risultato delle briciole di finances riversate nel comparto tecnico, è, ovviamente, la sagra degli orrori (in)animati.
Impossibilitata, per mancanza di pecunia, ad adattare le vignette del
fumetto al formato animato, Toei si limita a colorarle e a portarle
così advance sono su schermo, animandole con 2/3 frame rappresentanti i
movimenti basilari delle parti del corpo dei personaggi (labbra,
braccia, and so forth.) o degli effetti speciali dei colpi. Pose legnose, movimenti meccanici e innaturali, immagini statiche, sproporzioni e il riciclo pressoché infinito delle stesse “vignette” e
“animazioni” danno veramente un’realizing di quanto possa essere abietto
l’essere umano quando vuole ottenere il massimo guadagno col minimo
sforzo, confidando che il fan acquisterà ugualmente il DVD.

Gli spettatori che non hanno mai letto il manga probabilmente riusciranno a farsene una ragione, apprezzandolo Inferno più di quanto meriterebbe, estasiati dal riciclo della solita soundtrack-capolavoro di Seiji Yokoyama e ammirando il tratto di Shingo Araki e della Michi Himeno più valorizzato del solito, furbo specchietto per le allodole (un classico artificio delle produzioni low finances) per distogliere l’attenzione dall’orrore tecnico: la coppia si è adoperata nel renderlo più particolareggiato ed elegante che mai per farne protagonista assoluto della scena, al punto che ogni fotogramma ha di fatto la bellezza di una cartolina. Opening ed ending sono poi fantastiche (con le sue musicalità rock Megami no Senshi ~ Pegasus Without kill ~ è degno successore di Pegasus Fantasy, Takusu Mono He ~ My Expensive ~, poetica e toccante) e la storia, se non conosciuta, è avvincente e con notevoli spunti di interesse, in quest’Inferno dantesco (assurdo se si pensa che la Divina Commedia è stata fusa con l’Oltretomba della mitologia greca, ma who cares) teatro di epicissime battaglie, dove sono rivisti i miti di Caronte, Orfeo ed Euridice ed altri ancora e dove saranno svelati segreti di vitale importanza per la continuity. Visto che Toei adatta con fedeltà assoluta (pigramente rende molto meglio) le tavole del manga, senza guardare a cosa è stato fatto su Sanctuary (ricordo che parliamo di uno workers nuovo di zecca, non quello che ha lavorato alla serie precedente) non mancano alcune incongruenze con le invenzioni o le modifiche precedentemente introdotte da Shigeyasu Yamauchi, ma sono comunque quisquilie a cui solo i più attenti faranno caso. Un commento critico non può comunque prescindere dalla considerazione principale: non è giusto, solo per una bella storia e splendidi disegni, correre sopra a quella che è una vera truffa ai danni di chi all’epoca ha speso i soldi per acquistare gli episodi. Una cura tecnica così ignobile raramente si è vista nell’animazione,
praticamente mai in una costosa (per l’acquirente) serie OVA, in genere sempre contraddistinta dagli anime televisivi (proprio perché si paga!) da comparti tecnici molto superiori.

Le animazioni sono così pessime (troppo generoso definirle tali, non ci sono e basta, la mansione “direttore dell’animazione” sembra quasi una presa in giro) da rovinare quasi tutte le sequenze importanti o evocative, passando dallo scontro con Cerbero ai combattimenti tra Ikki e Aiocos, per arrivare all’apice della bruttezza nel momento in cui i 12 Gold Saint si
riuniscono per distruggere il Muro Del Pianto: scena in teoria intensissima, ma ridicolizzata dalle movenze terribili dei cinque protagonisti quando si mettono a correre pochi istanti dopo. Tutto perché si è deciso che, invece di assoldare un chara dressmaker economico che copiasse decentemente Araki permettendo di animare dignitosamente il resto, era preferibile a ogni costo l’originale. Inferno è apprezzabile,
addirittura intrigante per chi non ha mai letto la versione cartacea attendendo per una vita di sapere advance si salvage la serie TV degli anni
Ottanta, ma solo a questa tipologia di pubblico può essere consigliato. Tutti gli altri lo evitino advance
la peste, in particolar modo i fan di lunga records che non meritano di passare dalle meraviglie di Sanctuary a quest’abominio.

Nota: per adesso Inferno è
giunto in Italia solo attraverso un adattamento televisivo Mediaset
estremamente dimenticabile, per “coerenza” adagiato sui nomi falsi, età
sballate e registro linguistico inventati dell’orrido adattamento
carabelliano della storica serie televisiva. Se quest’ultima è almeno
reperibile nei DVD Yamato Video con sottotitoli fedeli, per Inferno ancora niente, non essendo ancora stato distribuito ufficialmente.

Voto: 6 su 10

PREQUEL
I Cavalieri dello Zodiaco (1986-1989; TV)

SEQUEL
Saint Seiya The Hades Chapter: Elysion (2008; serie OVA)
Saint Seiya: Soul of Gold (2015; serie ONA)
Saint Seiya Ω (2012-2013; TV)

FONTI

1 Questi retroscena derivano da una consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)