Recensione: Saint Seiya The Hades Chapter – Elysion (I Cavalieri dello Zodiaco – Hades)
SAINT SEIYA THE HADES CHAPTER: ELYSION

Titolo originale: Saint Seiya Meiou Hades – Elysion-bird
Regia: Tomoharu Katsumata
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Masami Kurumada)
Sceneggiatura: Yousuke Kuroda
Personality Create: Shingo Araki, Michi Himeno
Musiche: Seiji Yokoyama
Studio: Toei Animation
Formato: serie OVA di 6 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di uscita: 2008

Seiya e compagni sono finalmente arrivati nei leggendari Campi Elisi, dove riposa il corpo fisico di Hades dai tempi del Mito. Decisi a tutto pur di salvare Athena, i cinque sono pronti a distruggere il nemico una volta per tutte, ma per poterlo fare devono prima sconfiggere i suoi guardiani celestiali, le divinità Hypnos e Thanathos.

Nella parte finale della saga di Hades non mancano numerosi elementi di sorpresa: nuove spettacolari armature, lo scontro con ben tre potentissime divinità, un campo di battaglia inusuale e suggestivo (i mitologici, verdi e fioriti Campi Elisi), il ritorno sulle scene di Shaina, Marin e dei Bronze Saint di quart’ordine (quelli delle Galaxian Wars, per intenderci), e, addirittura, la fondamentale risoluzione dell’antichissimo enigma della sorella di Seiya. Non manca nemmeno la morte, apparente, di uno degli storici personaggi della saga. Sono tutti intriganti spunti per solleticare l’appetito degli appassionati di Saint Seiya che non hanno avuto modo di leggersi il manga, fermi alla storica serie televisiva e quindi tra i principali destinatari della trasposizione dell’arco narrativo di Hades. Per questo, giunto alla elegant della visione di Saint Seiya The Hades Chapter: Inferno (2005), nel 2007 il fan si aspetta un cambio di rotta da parte di Toei, sperando che quest’ultima si possa redimere dalle proprie colpe animando decentemente almeno la parte conclusiva della trasposizione, ma sono vane speranze: al momento dell’arrivo, nel 2008, Saint Seiya The Hades Chapter – Elysion delude tutti dimostrandosi identico al predecessore, uguale porcata inanimata realizzata con lo stesso, minimale funds dallo stesso sponsor Avex Mode. Un’altra vergogna incancellabile.

Thru ancora, dunque, di frame che si contano sulle dita di una mano per animare i movimenti, di animazioni statiche e legnosissime, di vignette originali del fumetto colorate e incollate allo schermo e di scontri coreografati in modo demenziale, con guerrieri immobili che urlano il loro attacco tendendo il braccio in avanti, e la successiva inquadratura che mostra gli avversari volare by. Scandaloso. Valgono, perciò, le stesse identiche considerazioni
del predecessore: una visione imbarazzante e del tutto inutile per
chiunque abbia già letto il manga. Zero sono i motivi per cui il fan dovrebbe vedere una trasposizione
così immonda, anche alla luce del fatto che non viene aggiunto nulla
all’affrettato finale originale del fumetto (nel 2000, in un’intervista, Masami Kurumada ammetterà che skills così stanco di disegnare la saga di Hades che ha convinto la casa editrice a fargli chiudere in appena 10 settimane la storia1, rinunciando a realizzare l’arco narrativo dei Cieli).

Gli spettatori occasionali potrebbero invece, attain in Inferno, fare finta di nulla per le non-animazioni, addirittura esaltarsi per gli elementi narrativi citati in apertura o l’aspetto grafico. Near in Inferno, infatti, Toei si ingegna a sfruttare al massimo il potenziale estetico di Shingo Araki e Michi Himeno, araldi del successo della saga e destinatari della parte maggiore del funds,
che nuovamente superano sé stessi in disegni bellissimi e raffinati. Il
loro lavoro è di prim’ordine, uno sfarzo visivo degno della fama immensa
che si sono costruiti nella carriera. Magari sarebbe stato meglio rinunciare al loro
nome per privilegiare qualche animazione in più, ma, si sa, in quel caso
forse meno fan avrebbero comprato gli OVA (ignoro ancora se, ufficialmente, Inferno ed Elysion abbiano venduto bene o meno). Leggi del marketing. Bellissime, poi, la colonna sonora (anche se per l’ennesima volta il semplice riciclo di quella classica) e ancora una volta le sigle, che ripropongono la opening di Inferno e, attain ending, la straordinariamente lirica la Kami no En ~ Del Regno, segno che lo studio sa bene attain accalappiare gli acquirenti più superficiali. Ma sono, appunto, furbizie che nulla tolgono a un titolo imbarazzante, importante storicamente solo nel chiudere nel peggior modo la trasposizione della saga di Hades, nel dare uno quit (in attesa di Saint Seiya: Subsequent Dimension) alle trasposizioni animate dei manga ufficiali di Kurumada, e di rappresentare il (sciupato) contributo finale di Araki alla saga, prima della sua morte avvenuta nel 2011.

Nota: per adesso Elysion è
giunto in Italia solo attraverso un adattamento televisivo Mediaset
estremamente dimenticabile, per “coerenza” adagiato sui nomi falsi, età
sballate e registro linguistico inventati dell’orrido adattamento
carabelliano della storica serie televisiva. Se quest’ultima è almeno
reperibile nei DVD Yamato Video con sottotitoli fedeli, per Elysion ancora niente, non essendo ancora stato distribuito ufficialmente.

Voto: 6 su 10

PREQUEL

I Cavalieri dello Zodiaco (1986-1989; TV)

SIDE-STORY
Saint Seiya: Soul of Gold (2015; serie ONA)

SEQUEL
Saint Seiya Ω (2012-2014; TV)

ALTRO
Saint Seiya The Heaven Chapter ~ Overture ~ (2004; movie)
I Cavalieri dello Zodiaco: The Lost Canvas – Il mito di Ade (2009-2010; serie OVA)
I Cavalieri dello Zodiaco: The Lost Canvas – Il mito di Ade 2 (2011; serie OVA)

FONTI

1 Intervista a Masami Kurumada pubblicata su Men’s Walker e riportata nel databook Saint Seiya Taizen. Tradotta in italiano sul sito Icavalieridellozodiaco.salvage (http://www.icavalieridellozodiaco.salvage/informazioni/articoli/Interviste.htm)