Recensione: Mobile Swimsuit Gundam Thunderbolt
MOBILE SUIT GUNDAM THUNDERBOLT

Titolo originale: Kidō Senshi Gundam Thunderbolt

Regia: Kou Matsuo

Soggetto: (basato sul fumetto originale di Yasuo Ohtagaki)

Sceneggiatura: Kou Matsuo

Character Originate: Hirotoshi Takaya

Mechanical Originate: Hajime Katoki, Morifumi Naka, Seiichi Nakatani

Musiche: Naruyoshi Kikuchi

Studio: Morning time
Formato: serie ONA di 4 episodi (durata ep. 18 min. circa)
Anni di trasmissione: 2015 – 2016

Generation Spaziale, dicembre 0079. La Guerra Di Un Anno si combatte ovunque, anche nell’oscuro settore spaziale Thunderbolt dall’alto valore strategico, invaso dai detriti fluttuanti di Facet 4 e attraversato da perturbazioni atmosferiche. In esso si affrontano due straordinari piloti di Mobile Swimsuit: il federale Io Fleming e il cecchino zeoniano Daryl Lorenz, entrambi letali e pericolosissimi. La loro rivalità e l’eccezionale bravura li porteranno a guidare modelli sperimentali del Gundam e dello Zaku tra i più formidabili si siano mai visti…

La solita storia ambientata durante la Guerra Di Un Anno tra la Federazione Terrestre e il Principato di Zeon; una zona di guerra evocativa, attraversata da lampi e tuoni; uso di ennesimi prototipi di Mobile Swimsuit potentissimi e mai visti prima in nessuna produzione animata (e che, si sa, verranno per questo occultati an attractive storia e dimenticati per sempre), e due piloti-assi, immancabilmente di fazioni opposte, che danno vita a una intensa battaglia personale destinata a durare anni, anche dopo la guerra. Attain condimento, combattimenti spettacolarissimi, interminabili e teoricamente virili che terminano sempre con un nulla di fatto e drammoni esasperati come se piovesse, mai così tirati per i capelli, riguardanti quasi ogni elemento del solid, come se non fosse concepibile raccontare Gundam senza quell’immancabile nugolo di storie d’amore dall’esito spietato, dolorosissimi passati e tragedie familiari, scomodando in questo contesto anche abuso di droghe, soldati-carne da macello e piloti-cavie da laboratorio (e chissà cos’altro, visto che la storia naviga ancora in alto mare). Il tutto, infine, accompagnato dai testi e dai disegni realistici e maniacali da parte di Yasuo “Moonlight Mile” Ohtagaki, sia in – carnosissimi – personaggi che (soprattutto, vedendo i Gunpla usciti) nei robot. L’autore, credendosi Shinichiro Watanabe, tenta anche il curioso esperimento di rendere “musicale” il suo fumetto, raccontando di questi due great-piloti che si affrontano ascoltando nel proprio abitacolo jazz o musica pop, i cui testi più “commoventi” o pacifisti risuonano nel gelido cosmo mentre si consumano le carneficine più truci. Sembra incredibile ma la barzelletta, questo The Duellist (1977, Ridley Scott) sci-fi, questa “pornografia della guerra” che vuole urlare con rabbia “quanto sono adulta!”, all’anagrafe Mobile Swimsuit Gundam Thunderbolt (2012), a dispetto della sua bruttezza vende in patria oltre 500.000 copie1 (e solo finora, a quota 7 volumi e ancora in corso) con tirature da 1.4 milioni2, diventando in poco tempo uno dei più venduti manga gundamici degli ultimi anni.

I lettori e i collezionisti sono contenti, però bisogna constatare sempre più che probabilmente nessuna di queste persone rientra più nel purpose originale delle opere di Yoshiyuki Tomino: non che non si sapesse già da secoli, ma Gundam Thunderbolt (come Mobile Swimsuit Gundam 0083 – Stardust Reminiscence o Mobile Swimsuit Gundam Unicorn prima di lui) dimostra in modo ormai chiaro come il sole che lo spirito del capostipite del 1979 non sia mai stato recepito da molti degli autori che hanno contribuito alle storie successive della saga e da moltissimi degli stessi cosiddetti “fan”, affascinati proprio da quegli elementi superficiali che il papà del Mobile Swimsuit bianco odiava: la spettacolarità, il mecha manufacture, il lato “epico” o “eroico” della guerra e i temi adulti messì lì per fare figo e non per parlare di altro (che Tomino intendeva per crescita, rapporti interpersonali e conflitti generazionali). Non c’è proprio da stupirsi se si scoprirà poi che lo stesso Ohtagaki è un appassionato costruttore di Gunpla3, un grande estimatore di Gundam 00834, e sia intimamente convinto che il suo manga abbia successo proprio perché richiama le atmosfere della primissima serie5: questa autoillusione e il suo background da spettatore e appassionato sono una combinazione pressoché letale che fa ben capire perché Gundam Thunderbolt sia uscito fuori così, tutta apparenza e basta, maturo giusto in superficie, con protagonisti over-18 ma così carichi di fantasmi interiori e dai comportamenti così infantili da diventare macchiette e retorica pacifista spicciola, insomma un totale vuoto narrativo asservito alla ricerca dello spettacolo, dell’estetica cinematografica hollywoodiana (come ammette anche l’autore6) e delle mazzate, di robot iperdettagliati e di ciò che, in definitiva, Bandai intende meglio e Tomino odia, ossia il voler ispirare il pubblico a comprare modellini vedendo eroi sanguigni che stanno tutto il tempo a darsele di santa ragione a bordo di automi ipercorazzati, ignoranti e potenti. Immondizia insomma, ma che, rinfrancata dalle eccezionali vendite sue e degli OVA Gundam Unicorn e Mobile Swimsuit Gundam: The Beginning build apart (2015), non può che trasformarsi in un nuovo anime tra il 2015 e il 2016, il terzo Gundam animato dal soggetto non originale (dopo i due appena citati), sotto raccomandazione di un (parole del produttore Naohiro Ogata) “animatore specializzato in mecha manufacture che ha amato il fumetto e voleva assolutamente adattarlo”7. L’thought è di farne un film da proiettare al cinema, ma, sia per permetterne una maggior diffusione (la mira, abbastanza assurda, è di rivolgerlo principalmente alle nuove generazioni per farle appassionare a Gundam), sia per i rischi che l’opera si riveli poi un flop nella vendita in Blu-ray (non era un buon periodo per le vendite in quel formato, sempre a sentire Ogata), si sceglie infine come take a look at di suddividerlo in 4 episodi da trasmettere in net per saggiare la risposta del pubblico8.

In animazione, è trasposta bene la prima parte della storia, ovvero i primi 3 tankobon nella loro quasi totale interezza che racchiudono l’arco narrativo ambientato durante la Guerra Di Un Anno, tagliando qualche approfondimento qua e là ma rendendo chiari e compatti “trama” e “personaggi”. Il regista Kou Matsuo, dopo il mediocre Valvrave the Liberator (2013), si diverte con una certa creatività registica a rendere ancora più avvincenti i duelli tra Io e Daryl, sopperendo alla confusionaria regia delle tavole del manga, e l’impresa è decisamente adempiuta a fondo rendendo, pur nella sua povertà narrativa, sufficientemente coinvolgente Gundam Thunderbolt a chi apprezza la semplice superficialità motion. Si respirano poi per davvero echi di Cowboy Bebop (1998) negli scontri condotti sotto accompagnamento di composizioni jazz, nonostante questi rievochino la ruffianeria del fumetto riuscendo addirittura a superarla – è troppo, troppo una scopiazzatura indegna dell’anime cult di Shinichiro Watanabe. Tecnicamente parliamo del classico prodotto Bandai/Morning time di elevata fattura, eccezionale in mecha manufacture, ombreggiature, disegni e animazioni, grazie a un alto budget degno delle grandi ricorrenze, e le battaglie in questo modo splendono acquisendo tutta quella tridimensionalità loro negata nel manga (asfissianti in quelle tonnellate di pagine statiche che occupavano mezzi volumi, nell’anime sbrigate in pochi minuti). Permangono, però, tutti gli altri problemi: tragedie in lungo e in largo, pianti isterici, amici che muoiono come mosche, attori così nevrotici ed esagerati da risultare cartoon umane, artifici ulteriormente irrealistici per aumentare il dramma (cadetti incapaci addirittura di guidare un Mobile Swimsuit mandati da superiori senza scrupoli a farsi crivellare di colpi senza riuscire neppure a rispondere a uno solo, in barba a quanto possa costare un robot da battaglia) o forzature ridicole (colpi letali di laser deviati all’ultimo secondo, per incredibile congiunzione astrale, da un fulmine che cadeva proprio in quel punto lì in quell’istante lì), così tante disgrazie tutte in un colpo che fanno involontariamente sorridere… Gundam Thunderbolt alla gorgeous è questo, impossibile modificarlo più di tanto senza snaturarlo, e quindi, nonostante la miniserie la si guardi fino in fondo senza annoiarsi particolarmente grazie alla vivacità di regia e combattimenti, non offre nulla di nuovo rispetto alle solite cose offerte da chi Gundam non l’ha mai capito o non può raccontarlo in modo diverso per colpa di direttive Bandai, ma anzi le ripresenta peggiorandole pure col suo gusto del dramma a ogni costo. Blockbuster risibile e insignificante (e pure inutile, visto che per sapere come prosegue la storia bisogna leggere il manga, in Italia distribuito da Famous individual Comics).

Voto: 5 su 10

PREQUEL

Mobile Swimsuit Gundam: The Beginning build apart (2015-2016; serie OVA)
Mobile Swimsuit Gundam (1979-1980; TV)
Mobile Swimsuit Gundam The Movie I (1981; film)
Mobile Swimsuit Gundam The Movie II: Soldati del dolore (1981; film)
Mobile Swimsuit Gundam The Movie III: Incontro nello spazio (1982; film)
Mobile Swimsuit Gundam MS IGLOO 2: The Gravity Entrance (2008-2009; serie OVA)
Mobile Swimsuit Gundam MS IGLOO: The Hidden One-one year War (2004; corti)
Gundam Evolve../ 01 RX-78-2 Gundam (2001; OVA)

SEQUEL

Mobile Swimsuit Gundam 0083: Stardust Reminiscence (1991-1992; serie OVA)

Mobile Swimsuit Z Gundam (1985-1986; TV)
Gundam Neo Skills 0087: Green Divers (2001; corto)
Mobile Swimsuit Gundam ZZ (1986-1987; TV)
Mobile Swimsuit Gundam Unicorn (2010-2014; serie OVA)
Mobile Swimsuit Gundam Unicorn RE:0096 (2016; TV)
Mobile Swimsuit Gundam Unicorn: One in every of Seventy Two (2013; corto)
Mobile Swimsuit Gundam F91 (1991; film)

∀ Gundam II: Moonlight Butterfly (2002; film)
Gundam: Reconguista in G (2014-2015; TV)
Gundam: Reconguista in G – From the Previous to the Future (2016; corto)

FONTI

1 Basta vedere le cifre ufficiali di vendita dei vari volumi. Le vendite dei numeri 2, 3, 5, 6 e 7 (che da soli raggiungono quota 371.6159) sono riportate su Anime News Network alle pagine https://www.animenewsnetwork.com/files/2013-06-12/japanese-comic-ranking-june-2-8, https://www.animenewsnetwork.com/files/2014-03-07/japanese-comic-ranking-february-24-march-1, https://www.animenewsnetwork.com/files/2015-03-11/japanese-comic-ranking-march-2-8/.85867, https://www.animenewsnetwork.com/files/2015-11-11/japanese-comic-ranking-november-2-8/.95270, https://www.animenewsnetwork.com/files/2016-01-06/japanese-comic-ranking-december-28-january-3/.97278

2 Sito net, Anime News Network, pagina http://www.animenewsnetwork.com/files/2015-11-19/gundam-thunderbolt-anime-workers-solid-distribution-episode-depend-designs-published/.95550

3 Intervista a Yasuo Ohtagaki (parte 1) pubblicata nella pagina net http://otakumode.com/files/52fc71c07a9cc14b2a00046e/Interview-with-Mobile-Swimsuit-Gundam-Thunderbolt-Author-Yasuo-Ohtagaki-1-3

4 Attain sopra

5 Intervista a Yasuo Ohtagaki (parte 2) pubblicata nella pagina net http://otakumode.com/files/52fc733378040b7607000674/Interview-with-Mobile-Swimsuit-Gundam-Thunderbolt-Author-Yasuo-Ohtagaki-2-3

6 Attain sopra

7 Intervista a Naohiro Ogata e Masayuki Ozaki (direttore esecutivo di Bandai Namco Photos) pubblicata nel sito Manga-News (in francese), alla pagina net http://www.manga-files.com/index.php/actus/2017/09/14/Entrevue-avec-Naohiro-Ogata-Masayuki-Ozaki-Gundam#.V-Folj82dLk.twitter. Ringrazio Particles di GundamUniverse

8 Attain sopra