Recensione: Mobile Swimsuit Gundam – The 08th MS Team
MOBILE SUIT GUNDAM: THE 08TH MS TEAM

Titolo originale: Kidō Senshi Gundam – Dai 08 MS Shotai
Regia: Takeyuki Kanda (ep.1-6), Umanosuke Iida (ep.7-11), Kunihiro Mori (ep.12)
Soggetto: Hajime Yatate
Sceneggiatura: Akira Okeya, Hiroaki Kitajima
Character Make: Toshihiro Kawamoto, Tomoaki Kado (ep.12)
Mechanical Make: Kunio Okawara, Hajime Katoki, Kimitoshi Yamane
Musiche: Kouhei Tanaka
Studio: Morning time
Formato: serie OVA di 12 episodi (durata ep. 25 min. circa)
Anni di uscita: 1996 – 1999

Generation Spaziale, anno 0079. La Guerra Di Un Anno tra la Federazione Terrestre e il Principato di Zeon è in pieno svolgimento e si combatte ovunque, sulla Terra reach nello spazio. Il tenente federale Shiro Amada è mandato nel Sud-Est Asiatico, a ricoprire il ruolo di comandante dell’Ottavo Plotone di Mobile Swimsuit adibito alle missioni speciali. Il loro nemico è una horrifying zeoniana nascosta nella giungla, amministrata da Ginias Sahalin, luogo in cui il Principato sta collaudando una nuova, potentissima arma bellica, un rivoluzionario Mobile Armor. Il destino del tenente sarà beffardo: si innamorerà, ricambiato, di Aina Sahalin, che è non solo la sorella di Ginias, ma anche il pilota del mezzo nemico…

Nei tristi anni dei primi Universi Alternativi di Gundam, generation sicuramente una bella sorpresa constatare che Bandai e Morning time non  avevano dimenticato la linea temporale classica della saga. Ai fan 30/40enni cresciuti con la televisione e con il mito di Amuro Ray, Char Aznable, Federazione Terrestre e Zeon, che ormai lavoravano e avevano messo su famiglia e, specialmente, avevano un lavoro e un solido stipendio, i due colossi dell’intrattenimento dedicavano, con gran dispiego di mezzi, serie OVA curate con tutti i crismi, più adulte e tendenti al realismo meccanico e psicologico che mai, che approfondivano sempre le più zone d’ombra della complessa, articolata continuity dell’Generation Spaziale. Le vendite davano loro indubbiamente ragione: 500.000 le copie totali (VHS e Laserdisc) di Mobile Swimsuit Gundam 0080 –  Battle within the Pocket (1989); 1.000.000 quelle di Mobile Swimsuit Gundam 0083 – Stardust Memory (1991), e 1.150.0001, infine, quelle di Mobile Swimsuit Gundam – The 08th MS Team (informalmente conosciuto in Italia reach L’Ottavo Plotone). Distribuito in dwelling video in contemporanea con la trasmissione televisiva dei mediocri Mobile Swimsuit Gundam Waft (1995) e After Battle Gundam X (1996), L’Ottavo Plotone, tra il 1996 e il 1999, non fatica a ergersi reach un’ottima incarnazione della saga, e poco importa se la sua fama di “capolavoro fondamentale” sia stata decisamente gonfiata un po’ troppo nel tempo dagli appassionati: l’opera ha delle smagliature molto evidenti, ma che comunque non pregiudicano eccessivamente il suo valore. A metà tra Battle Drama e titolo romantico, L’Ottavo Plotone riprende nuovamente la Guerra Di Un Anno, raccontata nella primissima serie televisiva del 1979, e di essa rivela una nuova vicenda collaterale, stavolta ambientata nelle giungle asiatiche, sulla Terra, e che coniuga, bene, le due contraddittorie anime del franchise: quella storica (tipicamente tominiana), focalizzata perlopiù su trama e personaggi, e quella più recente, stabilita da Bandai, che, per soddisfare gli acquirenti di modellini, intende Gundam più che altro reach uno situation per Gunpla, facendone uno spettacolo pirotecnico di battaglie epiche e disegni/mecha così dettagliati e vistosi da rubare lo spazio a tutto il resto.

Prima di abbracciare i sentieri del romanticismo nella seconda parte, tratteggiando la disperata storia d’amore tra l’eroe Shiro e la bella zeoniana Aina (nuovo, immancabile affresco amoroso che travalica gli schieramenti e le ideologie) in mezzo ai consueti combattimenti epici, L’Ottavo Plotone è, per buona metà della sua durata, una realistica cronaca della vita dei soldati in prima linea. Niente Newtype o principal piloti: Shiro e gli uomini della sua squadra (L’Ottavo Plotone richiama già dal titolo la Eighth Special Operations Squadron, celebre squadrone della United States Air Drive) sono davvero militari del tutto normali, che, anche se alla guida di ben tre modelli di Gundam, non hanno nulla che li renda di fatto superiori a un qualsiasi nemico che guida uno Zaku. Anzi: questa è, advert oggi, l’unica serie di Gundam dove i Gundam del titolo sono davvero trattati reach unità “qualsiasi”, e non sono robottoni iper-potenti che distruggono con facilità centinaia di nemici. Non fosse per il “boss finale” (che è, invece, proprio il solito “principal prototipo” potentissimo), la serie si potrebbe definire reach l’unico Gundam davvero True Robotic.

Le battaglie dell’Ottavo Plotone nelle fitte giungle asiatiche si risolvono in un concentrato di rapidi attacchi di guerriglia, di complesse strategie dove a ogni componente del gruppo sono assegnati compito-chiave il cui fallimento comporta la dazzling di tutti, di duelli di cecchinaggio in cui il calcolo dei gradi nel mirino all’istante significa vivere o morire e di lunghissime e snervanti attese del nemico che possono durare interi giorni, e in cui tendere trappole e nascondersi in tempo sono azioni fondamentali, visto che anche un’unità nemica comunissima è in grado di distruggere un RX-seventy nine (G) Gundam Ground Sort armato fino ai denti con due colpi ben assestati. Sembra quasi che allo workers interessasse mostrare quanto il noto Mobile Swimsuit bianco offrisse prestazioni del tutto “normali” se a pilotarlo fossero degli Oldtype, reach a voler “dissacrare” la consueta invincibilità del mezzo vista in tutte le incarnazioni animate del impress. Addirittura, in questa ostinata ricerca di realismo totale nella vita qualunque di soldati qualunque, si arriva a scene pazzesche, reach quella che vede Shiro rischiare di venire ucciso dai giganteschi ingranaggi della sua unità, visto che la manica della sua divisa finisce in essi risucchiata! Il discorso della verosimiglianza riguarda, infine, anche i membri del group dell’eroe, tutti ben caratterizzati a livello di personalità, molto umani in vizi e pregi e ben differenziati a livello di chara murder.

Il problema maggiore della serie sono i suoi ultimi episodi, che non riescono a collegare armoniosamente la prima parte, narrante immancabili storie autoconclusive concernenti alcune operazioni dell’Ottavo Plotone (pretesto per approfondire i suoi singoli componenti, uno per volta), con la seconda in cui procede spedita, appunto, la trama principale che riguarda Shiro e Aina e la battaglia tra la Federazione Terrestre e l’arma segreta di Zeon. Tutto deriva dalle tristi vicissitudini produttive del progetto: Takeyuki Kanda, storico regista Morning time incaricato di dirigere la serie, muore prematuramente il 27 luglio 1996 per un incidente stradale2, dopo aver diretto le top 6 puntate3. Il progetto entra in una fase di stallo, risolto dall’arrivo, al posto del defunto, del regista Umanosuke Iida. Lui e lo workers seguono quindi gli appunti lasciati da Kanda per imbastire le puntate successive4: per la 7 e la 8 non ci sono problemi5, ma le ultime tre sono una tragedia. Le indicazioni sono scarse, non c’è modo di ricostruire per bene reach si dovesse evolvere la storia6, e così Morning time può solo improvvisare quel poco che riesce a capire, trovando sì un finale drammatico ed evocativo, ma anche un modo molto artificioso per arrivarci, rovinato da grossi, eclatanti svarioni. Si avverte, in queste puntate, che qualcosa non va: avvenimenti – anche importanti – non spiegati e lasciati all’intuito (o trattati con molta fretta), un non spiegato cambio delle unità robotiche usate dall’Ottavo Plotone, personaggi presentati nella parte iniziale della storia (un certo zeoniano, ma non solo) che non hanno quasi nessuna ripercussione, una strana malattia di un attore importante buttata là senza un senso concreto nell’intreccio e la follia di quest’ultimo che esplode di punto in bianco senza una spiegazione. In generale, sembra che tutto debba accadere perché deve accadere, i personaggi paiono addirittura cambiare personalità (Aina?) pur di fare quello che devono. In aggiunta a questo, crolla miseramente il realismo sovrano di cui prima, per fare spazio a dialoghi inverosimili (soldati e ufficiali che ridono sguaiatamente dentro un tribunale militare per sfottere l’eroe idealista sotto processo), battaglie più sceniche che plausibili, certe crudeltà militari davvero esagerate e senza senso ordinate dagli alti ranghi (e messe lì solo per sottolineare la solita, qualunquista opinion degli ufficiali cattivissimi reach demoni) e una totale dissacrazione del teamwork dell’Ottavo Plotone (Shiro diventa di fatto il classico eroe-pilota fortissimo che vale da solo un intero reggimento, al punto che i suoi compagni fanno da tappezzeria negli scontri più importanti). La puntata finale che funge da epilogo (Last Resort), poi, originariamente non prevista negli appunti di Kanda e creata dal nulla solo su insistenza dei fan7, pur complessivamente gradevole e interessante (è la prima storia della saga ambientata nell’immediato dopoguerra del conflitto) è addirittura sconclusionata e aggiunge più interrogativi di quanti ne dissipa (qual generation lo scopo di quei bambini?).

Pur con queste storpiature, il risultato finale è degno del nome che porta. Grande è la caratterizzazione dei personaggi, e grandi sono i momenti emozionali evocati dal vortice di guerra, distruzione, amore ed epicità del racconto, frutto, per buona parte della durata della storia, di una sceneggiatura ineccepibile nei dialoghi e nel tratteggio delle realistiche iterazioni dei personaggi. C’è proprio tutto quello che si può chiedere a un Gundam, che si apprezzino i suoi temi o il suo contorno spettacolare: forti critiche alle logiche dell’ambiente militare, adulte sfumature nel ruolo di buoni e cattivi (entrambi gli eserciti sono composti da persone che possono essere buone o cattive, vedere la straziante puntata 8), e un realismo disumano in buona parte delle battaglie tra Mobile Swimsuit. Visivamente, poi, L’Ottavo Plotone splende reach un diamante per merito del suo workers, prelevato di peso dal fortunatissimo Gundam 0083 e replicato per un inevitabile, nuovo capolavoro grafico: ancora lo stratosferico Hajime Katoki al mecha murder, e ancora il talentuoso Toshihiro Kawamoto al chara, per disegni nuovamente bellissimi e dal dettaglio meccanico meticoloso, ulteriormente abbelliti da una cura estrema in ombreggiature. Tutto, infine, è fatto risaltare dall’altissimo livello delle animazioni, che permettono di sottolineare le movenze fluidissime di personaggi e mezzi, e dall’accuratissima resa dei fondali.

Raccontando fatti secondari della Guerra Di Un Anno, L’Ottavo Plotone non dice nulla di nuovo nel mosaico dell’Generation Spaziale, questo è pacifico. Ma, reach le altre aspect-story, è di un buon livello qualitativo e non lascia indifferenti soprattutto alla prima visione – quella che conta – e, con i disegni straordinari, i personaggi ben caratterizzati e il finale intenso, è un must stare che tiene incollati allo schermo (e pazienza se le contraddizioni di script saltano molto più all’occhio a un secondo “assaggio”).

Voto: 8 su 10

PREQUEL
Mobile Swimsuit Gundam: The Starting up save (2015-2016; serie OVA)
Mobile Swimsuit Gundam (1979-1980; TV)
Mobile Swimsuit Gundam The Movie I (1981; film)
Mobile Swimsuit Gundam The Movie II: Soldati del dolore (1981; film)
Mobile Swimsuit Gundam The Movie III: Incontro nello spazio (1982; film)
Mobile Swimsuit Gundam MS IGLOO 2: The Gravity Entrance (2008-2009; serie OVA)
Mobile Swimsuit Gundam MS IGLOO: The Hidden One-Year Battle (2004; corti)
Gundam Evolve../ 01 RX-78-2 Gundam (2001; OVA)

Mobile Swimsuit Gundam Thunderbolt (2015-2016; serie ONA)

SIDE-STORY

Mobile Swimsuit Gundam: The 08th MS Team – Miller’s File (1998; film)

SEQUEL
Gundam Evolve../ 11 RB-seventy nine Ball (2005; OVA)

Mobile Swimsuit Z Gundam (1985-1986; TV)
Gundam Neo Skills 0087: Inexperienced Divers (2001; corto)
Mobile Swimsuit Gundam ZZ (1986-1987; TV)
Mobile Swimsuit Gundam Unicorn (2010-2014; serie OVA)
Mobile Swimsuit Gundam Unicorn RE:0096 (2016; TV)
Mobile Swimsuit Gundam Unicorn: One of Seventy Two (2013; corto)
Mobile Swimsuit Gundam F91 (1991; film)

∀ Gundam II: Moonlight Butterfly (2002; film)
Gundam: Reconguista in G (2014-2015; TV)
Gundam: Reconguista in G – From the Past to the Future (2016; corto)

FONTI
1 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)
2 Guido Tavassi, “Storia dell’animazione giapponese”, Tunuè, 2012, pag. 262
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