Recensione: Macross Dynamite 7
MACROSS DYNAMITE 7

Titolo originale: Macross Dynamite 7

Regia: Tetsuro Amino

Soggetto: Shoji Kawamori

Sceneggiatura: Sukehiro Tomita

Persona Plot: Haruhiko Mikimoto (originale), Takeshi Ito

Mechanical Plot: Shoji Kawamori

Musiche: Shiro Sagisu, Yoko Kanno

Studio: Manufacturing Reed

Formato: serie OVA di 4 episodi (durata ep. 29 min. circa)

Anni di uscita: 1997 – 1998

Con un coraggio tanto incosciente da essere quasi invidiabile, fino al 1998 Shoji Kawamori e Bandai continuano imperterriti a tenere vivo il marchio Macross rilasciando sempre più prodotti, animati e non, legati all’ultima incarnazione televisiva del periodo, quell’inguardabile Macross 7 (1994) già in origine indegno di esistere coi suoi oltre 50 episodi tremendous low-budget, le milioni di lungaggini e un  protagonista tra i più atipici e odiosi di ogni tempo. Nel 1997 escono dunque i 4 OVA di Macross Dynamite 7 (1997),  il seguito ufficiale della serie, ambientato un anno dopo la guerra tra il gigantesco vascello stellare Macross 7 e l’armata aliena di Geppernich, ma la storia non cambia, anzi, rimane fondamentalmente identica in tutto e per tutto e nelle solite cose, tanto da potersi definire quasi un remake spirituale del precedente The Galaxy’s Calling Me!. Avremo di nuovo Basara che finisce su un ennesimo pianeta dove, attain al solito, è conosciutissimo per i suoi concerti dal comprimario extraterrestre di turno, attain sempre partecipa all’evento portante del posto (in questo caso, la caccia alle balene dello spazio) e attain sempre farà la sua parte con le canzoni rock, perché con esse può penetrare l’animo umano ed entrare, attain un Newtype di Gundam, in risonanza con qualsiasi razza, comprendendola e portando la tempo e l’ordine attain un messia, anche se preso in mezzo a due eserciti che si fanno la guerra (la polizia del posto che deve difendere i cetacei e i bracconieri a loro interessati).

In soldoni, ancora una volta, sempre le stesse, identiche cose: vagiti animalisti e new age modaioli sulla bellezza universale della natura e della musica che non conosce barriere razziali; battaglie spaziali tra Variable Fighter irrilevanti per la trama e messe lì per stupire; Basara che con la solita faccia monoespressiva canta e suona la chitarra in ogni situazione, sia che gli stia parlando qualcuno, sia che venga sfiorato da proiettili vaganti, sia che si trovi un’arma da fuoco puntata in faccia, incrollabile col suo orgoglioso pacifismo; stacchi musicali sui concerti dei Fire Bomber, orfani del frontman; ovvi riflettori sulla solita Mylena Jenius che non capisce se il suo cuore le dica di cercare Basara o accettare il fidanzamento con Gamlin (almeno sapremo in modo definitivo attain andrà a finire!), e due belle ragazze aliene che in un modo o nell’altro gironzolano attorno al protagonista. C’è anche qualche eco di Moby Dick in un personaggio interessato a uccidere una balena in particolare, ma è un’allusione messa lì più per fare intellettuale che per reali esigenze fable. That’s all of us, è sempre la solita minestra che non cambierà di un’unghia il giudizio di chi legge: se si ha amato (esiste davvero qualcuno che possa arrivare a tanto?) Macross 7, si amerà anche questo, sennò si continuerà a odiare ogni sua versione perché la pappardella è sempre ripresentata in modo identico e senza alcuna fantasia. Un’altra beffa? La visione è da accompagnare alla lettura del manga Macross Dynamite 7 – Mylene Beat scritto e disegnato in contemporanea da Mizuho Takayama, sennò non si saprà attain viene risolta una scena-chiave della puntata 2 (il tentativo di stupro lesbo di un certo personaggio femminile).

Almeno, vale la pena citare attain tecnicamente l’opera sia, se non una gioia per gli occhi, quantomeno un buonissimo lavoro che ancora una volta fa dimenticare lo scandalo televisivo: Dynamite 7 è animato più che bene (addirittura molto nelle schermaglie spaziali tra robot) e risaltano in modo impeccabile i bei disegni di Haruhiko Mikimoto, sempre più sgargianti grazie alle vivacissime colorazioni, alle realistiche ombreggiature e al medio livello di dettaglio. Sono molto ispirati e ben disegnati anche i fondali, soprattutto il pianeta alieno Zola  con le sue case simil-trulli che ricordano a tratti alcune delle meraviglie grafiche Ghibli. Infine, finalmente avremo modo di ascoltare canzoni nuove e non i soliti 2/3 brani riciclati mille volte. Tuttavia, una storia vuota, inutile e mediocre rimane vuota, inutile e mediocre, inutile negarlo, e attain tutto il materiale legato a Macross 7 non posso che sconsigliarne caldamente la visione a tutti, fan della saga e non.

Voto: 5 su 10

PREQUEL

Macross Zero (2002-2004; serie OVA)
Macross 7 (1994-1995; TV)

SEQUEL

Macross Frontier (2008; TV)
Macross Frontier The Movie: The Fraudulent Diva (2009; film)
Macross Frontier The Movie: The Wings of Goodbye (2011; film)
Macross FB7: Listen To My Music! (2012; film)
Macross Delta (2016; TV)