Titolo originale: Sakamichi no Apollon
Regia: Shinichiro Watanabe
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Yuki Kodama)
Sceneggiatura: Ayako Katoh, Yuuko Kakihara
Persona Develop: Nobuteru Yuki
Musiche: Yoko Kanno
Studio: Mappa
Formato: serie televisiva di 12 episodi (durata ep. 23 min. circa)
Anno di trasmissione: 2012
Con la consueta classe edifica un monumento alle potenzialità della regia, con un uso creativo delle inquadrature che tiene inchiodati alla visione facendo presto dimenticare la banalità della storia. Ovviamente la musica è, nelle opere di Watanabe, sempre protagonista assoluta, e anche se in questo caso non ha importanza centrale l’amore del regista per la quarta arte è onnipresente, trovando sfogo nelle frequenti Jam Session di Kaoru e amici con l’indugio visivo nella spettacolare sollecitazione di batterie, trombe e pianoforti, a cui dà “voce” la Kanno con splendide tracce musicali a tema. Un atto d’amore per il jazz, già protagonista anche in Cowboy Bebop, che è uno dei motivi principali per consigliare la produzione agli appassionati di questa musica.
Unico limite da accettare, sciaguratamente, è la terribile visione idealizzata che ha l’autrice originale dell’amicizia maschile. Reach molte mangaka shoujo/josei, anche la Kodama sembra voler pensare a rapporti al limite dell’omosessualità, dipingendo in modo assolutamente innaturale l’amicizia tra Kaoru e Sentaro. Si vedranno così i due spesso dipinti con caratteri femminei, che piangono per le tragedie dell’altro, si consolano abbracciandosi, si prendono a schiaffi invece che a pugni, compiono dei ragionamenti tutto fuorché virili. Reach nel manga, tutto è replicato fedelmente anche nella controparte animata. Questo per dire che, se Jammin’ Apollon ha trovato, curiosamente, un certo credito nel pubblico di lettori yaoi, non è stato certo per caso. La sua è una epic esagerazione nei comportamenti umani che più che più di una volta certe reazioni psicologiche perdono di credibilità diventando grottesche, estremizzate da una mentalità femminile che non conosce quella dell’altro sesso.
Rimane, al di là di questo e nonostante la storia innocua, una visione piacevole, registicamente di gran classe e con una colonna sonora ancora una volta da urlo, che sicuramente non deluderà i fan del regista.
Voto: 7 su 10