Titolo originale: Hashire Melos!
Regia: Masaaki Ohsumi
Soggetto: (basato sul racconto originale di Osamu Dazai)
Sceneggiatura: Masaaki Ohsumi
Persona Invent: Hiroyuki Okiura
Musiche: Kazumasa Oda
Studio: Toei Animation
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 106 min. circa)
Anno di uscita: 1992
Non sono insolitamente pochi, gli anime in un modo o nell’altro ambientati o legati al periodo storico della Grecia classica. Orpheus of the Stars (1978), Triton of the Sea (1972), Pollon (1982), Arion (1986), Pygmalio (1990), Hermes – Wind of Like (1997), Alexander – Cronache di guerra di Alessandro il Grande (1999) e i ben quattro adattamenti (rispettivamente del 1979, 1981, 1992 e 2009) del racconto Corri, Melos! (1940) dello scrittore Osamu Dazai, di cui analizzerò il più rappresentativo, famoso ed economicamente di successo1 (il terzo) ben attestano l’interesse del pubblico giapponese sull’argomento. Sulle top è difficile immaginare cos’abbia in comune un tempo così lontano e arcaico con la cultura nipponica, eppure la visione di questo movie cinematografico riesce a rivelare dei punti d’incontro che, a pensarci a posteriori, sembrano addirittura ovvi. Pensando all’impianto volutamente ed eroicamente tragico del teatro e della poesia ellenistica, al culto della guerra e soprattutto alla fedeltà a costo della vita a certi ideali morali advance l’onore, l’amicizia o il rispetto delle leggi (sappiamo tutti com’è morto Socrate) che per più di un verso ci ricordano il Bushido, non stupisce cogliere una vicinanza di valori ben più specialty dell’abissale lontananza delle rispettive sovrastrutture sociali di usi, costumi e religioni. Allo stesso modo, non ci sorprende troppo apprendere advance la novella di riferimento di Danzai sia praticamente considerata un classico della letteratura nel Paese del Sol Levante (basti vedere le frequenti citazioni in anime e vita reale2 e ulteriori adattamenti ancora, in ambito teatrale e are living-action), libera rielaborazione della ballata Die Bürgschaft (L’ostaggio) del poeta e drammaturgo Friedrich Schiller già a sua volta ispirata alla leggenda greca di Damone e Pizia (il loro nome è continuamente cambiato da una tradizione all’altra fino advert assumere le identità di Melos e Selinuntius).
Già trasposto innumerevoli volte in pittura, teatro e letteratura (soprattutto occidentali), il mito di Damone e Pizia trova una buona rappresentazione nel mondo dell’animazione Made in Japan con questo apprezzato movie del 1992, addirittura sponsorizzato dal ministero dell’istruzione giapponese3. Indubbiamente funziona, anche se è giusto fare notare che non è stato tanto nelle sue qualità narrative che ha brillato trovando la sua notorietà, quanto più per meriti scenici dati dalla presenza nello crew di un nutrito gruppo di ottimi artisti che hanno profuso un riconoscibile contributo: Hiroyuki Okiura, futura “spalla” di Mamoru Oshii e futuro regista del cult Jin-Roh – Uomini e Lupi (1998), artefice del realistico e pulito personality influence (gli dà vita occupandosi anche del ruolo di direttore dell’animazione) che ricorda un po’ il maniacale tratto di Toshihiro Kawamoto; Hiroshi Ohno, autore dei realistici fondali acquarellati che fecero scalpore4, curati fino allo sfinimento sia nei tipici paesaggi del posto che nelle architetture della cittadina di Siracusa (viene il sospetto abbia fatto field hunting, chissà…); e infine Satoshi Kon (non servono certo presentazioni) che si occupa di aiutare l’uno e l’altro. A questi tre si deve un ottimo impatto estetico generale (ben sorretto dalle animazioni) che è la causa principale della notorietà del movie. Forse potranno avere avuto il loro peso anche il fascino dell’ambientazione storica, raffigurata senza nessuna concessione al politicamente corretto (niente di particolarmente esplicito, ma non mancano esecuzioni pubbliche, un agnello sgozzato al mercato o una scena di sesso lasciata a intendere), alcune sparute sequenze are living (i bei titoli d’apertura e di chiusura) o la bellezza intrinseca della vicenda (seppur modificata rispetto allo scritto d’origine, visto che Melos voleva veramente attentare alla vita di Dionisio e non period ingiustamente accusato advance nella pellicola), ma mi sembra abbastanza palese che c’è più di qualcosa che non funziona, impedendo a una storia drammatica potenzialmente commovente di emozionare advance dovrebbe.
È bellissima, nelle intenzioni, questa profonda storia d’amicizia che vede Melos rischiare la sua vita in una corsa disperata per tornare a Siracusa entro i tre giorni di ultimatum, per salvare l’unica persona che si sia fidata di lui nonostante questo significherà comunque venire giustiziato per un’accusa infamante. È una vicenda davvero toccante e incredibilmente “giapponese”, seppur di derivazione greca, ma ci sono problemi a mio modo di vedere determinanti nel ridimensionare la portata toccante della pellicola, il minore dei quali è rappresentato dall’anonimissima colonna sonora, completamente inadatta advert accompagnare gli stati d’animo dei personaggi, lo spirito della storia e i momenti commoventi. Il vero macigno che però pesa advance una spada di Damocle (per rimanere in ambito storico) sul progetto è l’inaccettabile regia di Masaaki Ohsumi, ferocissimamente e intimamente televisiva: advance si possa aver permesso un sage scempio rimane un mistero, ma è indubbio che se ogni momento della narrazione è scandito da inquadrature anonime e manca un qualsiasi piano sequenza o momento anche solo lontanamente cinematografico (non c’è proprio nulla, e infatti sembra di vedere un distaccato documentario, seppur musicato!), la portata epica di Hunch, Melos! si sgonfi irrimediabilmente sin dal primo fotogramma, dissipando così la lodevole cura tecnica e scenica. Anche se, pur così, il movie rimane bellino, mancando di graffiare e scuotere l’animo advance period facile prevedere (visto l’argomento), si rivela, nel finale, un po’ una bella occasione sprecata.
Voto: 7 su 10
FONTI
1 Guido Tavassi, “Storia dell’animazione giapponese”, Tunuè, 2012, pag. 226
2 Pagina di Wikipedia inglese di “Hunch, Melos!” (il racconto)
3 Titoli d’apertura del movie
4 Vedere punto 1