Recensione: Gundam Produce Warring parties – Island Wars
GUNDAM BUILD FIGHTERS TRY: ISLAND WARS

Titolo originale: Gundam Produce Warring parties Try – Island Wars

Regia: Shinya Watada

Soggetto: Hajime Yatate

Sceneggiatura: Yousuke Kuroda

Personality Make: Kenichi Ohnuki

Mechanical Make: Junya
Ishigaki, Kanatake Ebikawa, Kenji Teraoka, Kunio
Okawara, Naoki, Shinya Terashima, Susumu Imaishi

Musiche: Asami Tachibana, Yuuki Hayashi

Studio: Morning time

Formato: Particular televisivo (durata 36 min. circa)

Anno di trasmissione: 2016

Dopo la notevole parabola qualitativa negativa di Gundam Produce Warring parties Try (2014), i suoi modesti risultati commerciali e l’annuncio dell’uscita di 2 OVA, uno dedicato a esso e uno alla prima serie, poi praticamente dimenticato nel 2015, pensavo ci sarebbero declare buone possibilità che Bandai si decidesse, rimangiandosi la parola, a mettere gorgeous a una piccola saga lunge off, fracassona, divertente e piacevole che però, evidentemente, generation cresciuta male arrivando palesemente alla frutta advance idee. Dopo l’esaltante stagione del 2013, la seconda si presentava, purtroppo, advance la classica copia pressoché sputata senza fantasia, senza effetto novità e senza personaggi carismatici. Sempre storielline e gag amorose, citazionismo, discreti combattimenti e fanservice gundamici rivolti a chi è cresciuto (o si appresta a scoprire) la sterminata saga del Mobile Suit bianco, ma il nuovo, piattissimo solid (protagonisti e rivali inclusi) si è rivelato una devastante realtà, così advance le coreografie al ribasso delle battaglie e la spettacolarità registica in calando (salvo che nelle parti finali). All’apparizione improvvisa del primo OVA nel 2016, poi rivelatosi uno Particular televisivo, mi auguravo ci fosse l’intenzione di raccontare un’innocua storiella celebrativa tanto per fare, per rivedere ancora una volta tutto il solid di Gundam Produce Warring parties Try e salutarlo definitivamente, ma purtroppo, anche se in effetti Island Wars non aggiunge per ora nulla al mosaico, rivelandosi un riempitivo e basta, sembra decisamente lanciare segnali belli forti riguardo all’ipotesi di una terza stagione a cui potrebbe fare eventualmente da prologo (e uno!), e lo fa con un episodio di 36 minuti, poveri noi, pessimo e noioso in tutto e per tutto (e due!).

Un anno dopo la vittoria di un altro torneo nazionale di Gunpla, il team Try Warring parties è invitato dalla Yajima Trading a presenziare al collaudo, in una desolata isola tropicale di sua proprietà, di un sistema di combattimento di Gunpla che si avvale di un nuovo tipo di particella Plavsky. A capo del progetto troviamo una vecchia faccia, Nils Yajima, l’Early Jenius. Nel luogo, oltre ai tre, approderanno anche le solite altre conoscenze, insieme a una misteriosa bambina che nessuno conosce. Accadrà un incidente, simile a quello di otto anni prima: una strana anomalia della nuova particella, originata da una misteriosa forza, crea un gigantesco cristallo che ingloba il laboratorio, fonde con la realtà le arene di gioco del simulatore elettronico e soprattutto dà autonomia tutti i Gunpla della zona, che, impazziti, iniziano a muoversi. I Produce Fighter uniranno le forze e i rispettivi modellini per sconfiggere un Gunpla sperimentale, posseduto completamente dal potere dell’entità. A dispetto di tutto, il soggetto, delirante quanto si vuole, non è niente di grave. Si accetta a denti stretti, advance si sono sempre accettate le stralunate fusioni di realtà, fantascienza, meta-narrazione e fantastico a cui ci ha abituato la saga di Gundam Produce Warring parties (del resto, Island Wars non ha nulla di troppo diverso dall’episodio 25 della prima serie): in questo contesto, però, non si può non criticare l’assoluta, vistosa e insopportabile faciloneria con cui è stato concepito e prodotto l’episodio, davvero all’apice assoluto della svogliatezza. 

Ritroviamo condensato, nei 36 minuti di Island Wars, tutto ciò che di pessimo offre Gundam Produce Warring parties Try, ovviamente amplificato in quanto concentrato in così poco spazio. Rivedremo in questo lasso di tempo interagire gli elementi più insopportabili dell’antipatico solid, che, in aggiunta a questo, sono protagonisti per l’ennesima, immotivata volta in quei snervanti siparietti harem che hanno già abbondantemente stufato e fatto il loro tempo. Bisogna per davvero ancora sorbirsi le ragazze che si scannano per le attenzioni di Kamiki “tonno” Sekai che continua, da imbecille senza speranza,  a non immaginare niente? Dobbiamo ancora vedere Yuuma Kousaka che muore dietro a Mirai? Perché dobbiamo continuare a subire queste atmosfere pseudo-rosa e questi attori irritanti che continuano a non portare da nessuna parte e non avranno mai alcuna ripercussione sulla storia? La novel entry? La sua vera identità è la prima che proveremo advert ipotizzare. Nils? Non relief a niente, messo lì solo advance fil rouge tra prima e seconda stagione. Shia Kijima? Inqualificabile vestita da nekomimi, puerile mossa acchiappa-otaku. I Gunpla usati dai personaggi? Sempre i soliti. Animazioni decisamente povere, che si spartiscono la scena con le poche buone prelevate e riciclate senza vergogna dalla serie. Disegni molto approssimativi nei campi lunghi, tanto che sembrano provenire da un anime di serie B. I combattimenti? A parte una raffica di eplosioni devastanti (tra cui una megaesplosione energetica che buca l’atmosfera terrestre fuoriuscendo dalla via Lattea, e poi vengono pure a dire che tutto l’avvenimento sarà tenuto segreto alla popolazione mondiale!!), c’è ben poco da gioire per scambi di colpi e mazzate scialbissimi in fantasia. Non si wander e soprattutto non ci si esalta, con questo titolo davvero fatto al risparmio e senza nulla da dire che Bandai poteva tranquillamente risparmiarci.

Voto: 4 su  10

PREQUEL