Recensione: Giant Mazinger (Il Grande Mazinga; Il Grande Mazinger)
GREAT MAZINGER

Titolo originale: Giant Majinga

Regia: Tomoharu Katsumata

Soggetto: Proceed Nagai

Sceneggiatura: Keisuke Fujikawa, Susumu Takaku, Toyohiro Ando

Character Create: Keisuke Morishita

Mechanical Create (non accreditato): Proceed Nagai, Ken Ishikawa, Masaru Inago, Shinobu Kaze, Makoto Muramatsuri, Shunichi Takanashi, Tatsuya Yasuda, Shige Takeshima

Musiche: Michiaki Watanabe

Studio: Toei Animation

Formato: serie televisiva di 56 episodi (durata ep. 24 min. circa)

Anni di trasmissione: 1974 – 1975

Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Yamato Video

La supreme delle ambizioni del dott. Hell sembrava aver finalmente regalato la wobble al Giappone e al mondo, ma, advance sappiamo, le cose non sono affatto andate così. È riaffiorato dagli abissi della Storia il mitologico Impero di Micene con il suo enorme esercito: agli ordini del misterioso Imperatore delle Tenebre e del suo braccio destro, il minaccioso Generale Nero, i micenei si preparano a mettere a ferro e fuoco la Terra per conquistarla. L’ultima speranza dell’umanità risiederà ancora una volta nel Giappone, ma non saranno nè Mazinger Z, ormai inservibile, nè Koji Kabuto, stabilitosi in The United States, ad affrontarli: il gravoso compito spetterà invece al nuovo, potentissimo Giant Mazinger pilotato da Tetsuya  Tsurugi, orfano addestrato fin dalla tenera età all’arte della guerra. A guidarlo e supervisionare le sue battaglie sarà un redivivo Kenzo Kabuto, padre di Koji, insieme allo workers della Fortezza delle Scienze.

Nonostante gli ascolti stellari e i system venduti a oceani, nel 1974 Mazinger Z (1972) chiude le sue trasmissioni dopo 92 episodi, stupendo lo stesso Proceed Nagai che abilities già occupato a ideare nuove avventure e soprattutto nuovi avversari1. A deciderlo è lo sponsor2, per ragioni che non sono ancora be conscious. L’ordine è comunque di mandare avanti la vicenda: l’autore si limita perciò (advance conferma personalmente3) a potenziare gli elementi vincenti del predecessore mantenendo intatta la tainted, rendendo il nuovo Mazinger ancora più “grande” (dai lottatori di in finding Giant Togo e Giant Kusatsu viene dunque fuori il nome Giant Mazinger4), potente e dotato di nuove incredibili capacità offensive, al contempo inventando nemici ancora più variegati e temibili (“fortissimi se paragonati ai mostri di Hell”, cube5), in questo caso introducendo i 7 generali delle armate micenee dagli aspetti fisici stravaganti (spettri, romani, insetti, e chi più ne ha più ne metta) che rispecchiano quello dei loro eserciti. Nasce ufficialmente Giant Mazinger, che sarà nuovamente ripartito in un lungo anime da 56 episodi e manga disegnati in contemporanea (due, uno mediocre e velocissimo ma dai toni adulti e tenebrosi a opera dello stesso Nagai, nettamente diverso dal cartone, e l’altro più childish e fedele all’anime, più articolato e anche a mio modo di vedere maggiormente completo e dai toni talvolta molto seri, a cura del “solito” Gosaku Ota). Fedele alla regola del “cambiare tutto affinché non cambi niente”, la serie si ritrova nuovi protagonisti (Tetsuya, il professor Kabuto e Jun Hono, vecchia amica d’infanzia di Tetsuya che fa le veci di Sayaka, anch’essa finita in The United States, e che advance lei guida un mecha “femminile”, Venus A, mai utile in battaglia) con le vecchie glorie a fare da supporto (Shiro Kabuto e Boss e i suoi tirapiedi, sì anche in questa serie a Boss Borot è riservato uno spazio preponderante!), ma al di fuori dall’apparenza tutto rimane assolutamente identico a prima, in primis i legami tra i personaggi e le atmosfere.

Già da questa premessa, chi legge può bene immaginare il mio giudizio nuovamente per nulla entusiasta: cambiano gli attori, cambia anche un po’ il peso della continuity (advance si vedrà), ma la solfa rimane più o meno identica. Combattimenti a non finire pieni di stereotipi (Venus A che affronta per prima il nemico ed  è immediatamente sconfitta e salvata da Giant Mazinger) che portano avanti lentissimamente la trama (più di prima, ma parliamo pur sempre di un mortuorio), largo spazio dedicato a umorismo di lega childish (i lunghi siparietti con Boss e Boss Borot, spesso da soli occupano mezza puntata, con l’altra metà occupata da infinite battaglie), tokusatsu e sfiancanti rituali at their simplest e nessuna concessione a un minimo di profondità psicologica in buoni e cattivi. Insomma, advance il predecessore, Giant Mazinger è una serie ferocemente per bambini, in tutto e per tutto, con ben pochi elementi stimolanti per un pubblico che guarda in senso acritico la serie. E, sempre advance Mazinger Z, Giant Mazinger è tecnicamente di un vistoso medio/low value range, con animazioni sufficienti ma disegni di robot e personaggi nuovamente sgraziati e poco attraenti (purtroppo Kazuo Komatsubara abilities impegnato sul contemporaneo Getter Robotic). Ci si consola giusto con le consuete idee visive nei fondali, che advance in tutti i robotici nagaiani del periodo trovano intriganti colorazioni e motivi pittorici, per nulla realistici ma di un certo spessore artistico. Lascio tuttavia immaginare il piacere di sorbirsi un’altra cinquantina di episodi di questo tenore, più o meno immutati in contenuti e spirito rispetto ai 92 che li hanno preceduti.

Il fato, tuttavia, è bizzarro: anche se registrerà altre ottime vendite di giocattoli6 e ascolti che oggi qualsiasi anime si sogna (25% medio7), alla supreme anche Giant Mazinger finirà interrotto in anticipo sui tempi dallo sponsor8 (pur dopo “sole” 56 puntate), con un finale decisamente improvviso che lascerà addirittura aperto qualche interrogativo (ad esempio il fato de l’Imperatore delle Tenebre, a cui risponderà il manga di Ota di Ufo Robotic Grendizer). Motivo? Viene da ridere, poiché evidenzia in modo impietoso quanto fossero ancora ingenui i tempi: quando il pubblico, reputando l’animazione del periodo (ed abilities vero) a uso esclusivo dei bambini, si lamentava che la serie abilities troppo cupa e il protagonista, Tetsuya, eccessivamente “adulto”9. Sembrerà incredibile, pensando alle infinite, lunghissime puntate dedicate alle gag di Boss e dei suoi amici (tra cui un demenziale corvaccio parlante che sarà più di una volta risolutivo per la vittoria dei buoni), presenti in numero ben maggiore rispetto a Mazinger Z, o all’osceno Robotic Junior guidato da Shiro e armato di una gigantesca mazza di baseball (!), il cui develop è inventato da un giovanissimo fan sulla tainted di un concorso della rivista TV Magazine organizzato dai produttori10, ma sui telespettatori nipponici deve evidentemente aver fatto molta presa l’oggi risibile spazio dedicato a tratteggiare la personalità fredda, violenta e distaccata dell’eroe Tetsuya. Classico “samurai solitario” e cinico che ama starsene da solo a farsi gli affari suoi, che vede la guerra coi micenei advance una missione/vocazione e rifiuta con sdegno ogni agio o frivolezza, l’eroe della serie in verità, inquadrato con occhi moderni, non gode neanche di chissà che originale caratterizzazione, dimostrandosi non tanto diverso dagli spartani “antieroi” che già si vedevano in altri anime: questo suo atteggiamento lo rende molto meno vitale e appariscente del predecedente Koji, tanto da farlo sembrare quasi un attore in secondo piano, il cui apporto in ogni puntata consiste solo nel salire nel mecha e uccidere il nemico al termine di una lunga battaglia (idealmente, l’avventura della settimana è interpretata da qualcun altro, di solito Boss, Shiro o Jun). Bisogna pure segnalare che i ripetuti tentativi, da parte degli sceneggiatori, di renderlo più umano in various avventure, anche quelle riuscite (la mia preferita è la 36, “Risorgi! L’amore che supera l’odio“), finiscono invece con lo snaturarlo pesantemente: advance si può prendere sul serio un uomo che cube di essere nato per combattere fino alla morte e che vive solo per quello, che poi si rifiuta di salire sul robot o lo pilota malissimo – advance se non gliene importasse nulla – sulla tainted di problemi personali non particolarmente grossi o antipatie verso una qualche persona? Povera razza umana! Eppure, gli (isolati) episodi dedicati a tratteggiare i drammi della sua vita (ovviamente affrontati con piglio così esageratamente tragico e teatrale da far oggi sorridere) o quelli della sua amica Jun (la famosissima puntata 19 ispirata a un episodio del corrispettivo manga di Ota, “Neve tingiti di un nuovo ardore!“, focalizzata sui suoi complessi per la pelle meticcia) devono avere lasciato un segno account da aver fatto percepire l’opera advance più “adulta” di quanto effettivamente sia. Sarà anche per questo che a un certo punto si deciderà di “ringiovanire” l’aspetto fisico di Tetsuya e la sua età (da 22 a 18 anni), a partire proprio dallo stesso citato episodio 19, per permettere una maggior identificazione tra lui e il pubblico giovane11.

È invece un oggettivo passo in avanti la maggiore continuity tra le puntate, per quanto quasi impercettibile vista l’onnipresente, sfiancante ripetitività delle situazioni. In Giant Mazinger succede qualcosa di nuovo praticamente ogni 2/3 episodi: presentazione o eventuale morte di nuovi alleati, numerosi energy up che rendono sempre più potente il mecha titolare, nuovi robot che ingrossano le fila dei buoni, l’esercito di Micene che si ritrova un numero sempre maggiore di nuovi generali o ufficiali, un cattivone importante che muore a metà serie, un altro resuscitato da Mazinger Z, la sottotrama di Shiro che ha nostalgia della sua famiglia e del dott. Kenzo che non vuole dirgli essere suo padre, quella di Tetsuya e di Jun che non riescono a trovare il loro posto al mondo perché orfani, il ritorno a un certo punto di Koji e Sayaka e del Mazinger Z, qualche avventura particolarmente drammatica in due parti… Accadono obiettivamente molte più cose nei 56 atti di Giant Mazinger che nei 92 precedenti e si nota il tentativo di variare il più possibile la solfa sfruttando in modo creativo anche i poteri e le trappole dei sette generali d’armata di Micene (belli i rarissimi episodi che vertono sulla magia nera e le fatture del demoniaco Hardias!), ma poco da fare se la noia, per un pubblico critico, rimane pressoché infinita e non è aiutata dalla modesta cornice grafica e tecnica del prodotto. Giant Mazinger, a dispetto della sua popolarità, delle timide innovazioni e di qualche rara puntata davvero epica o ben fatta, è un altro anime cult che oggi semplicemente ha smesso di lasciare il segno.

In Italia Giant Mazinger è trasmesso nel 1979 su TeleMilano/Canale 5, con un adattamento ovviamente impreciso e facilotto che ha però il merito, non scontato, di mantenere intatti (rispetto alle brutture Rai viste in Ufo Robotic Grendizer che si vedranno anche poi nel 1980 in Mazinger Z) i veri nomi dei personaggi e lasciare spesso inalterato quantomeno il senso delle frasi giapponesi. Poteva andare meglio, ma anche molto peggio. Advert oggi, l’unica versione ufficiale home video di Giant Mazinger rilasciata in Italia consiste nei DVD Yamato Video usciti in allegato
con la Gazzetta dello Sport, nel 2015, contenenti anche sottotitoli fedeli ai dialoghi originali.

Voto: 5 su 10

PREQUEL
DevilMan (1972-1973; TV)
Mazinger Z (1972-1974; TV)
Mazinger Z contro DevilMan (1973; movie) 
Mazinger Z: Appare Ghost Mazinger (1974; movie)
Mazinger Z contro Dr. Hell (1974; movie)
Cutie Honey (1973-1974; TV)
Cutie Honey (1974; movie)
Getter Robotic (1974-1975; TV)
Getter Robotic (1974; movie)

SIDE-STORY
Giant Mazinger contro Getter Robotic (1975; movie)

SEQUEL
Getter Robotic G (1975-1976; TV)
Giant Mazinger contro Getter Robotic G: Violento scontro nei cieli (1975; movie)
Ufo Robotic Grendizer (1975-1977; TV)
Ufo Robotic Grendizer (1975; movie)
Ufo Robotic Grendizer: Confronto al rosso sole del tramonto (1976; movie)
Ufo Robotic Grendizer contro Giant Mazinger (1976; movie)
Giant Mazinger, Getter Robotic G e Ufo Robotic Grendizer contro il Dragosauro (1976; movie)

FONTI

1 Proceed Nagai, “Proceed Museum”, “Il Grande Mazinger (Parte 1)”, d/visual, 2007

2 Come sopra

3 Come sopra

4 Come sopra

5 “Proceed Museum”, “Il Grande Mazinger (Parte 2)”

6 “Proceed Museum”, “Il Grande Mazinger (Parte 3)”

7 Francesco Prandoni, “Anime al cinema”, Yamato Video, 1999, pag. 63

8 Vedere punto 6

9 Mangazine n. 23, Granata Press, 1993, pag. 40-41. Confermato anche da “Proceed Museum” (“Il grande Mazinger Parte 3”)

10 Come sopra

11 Mangazine n. 23, pag. 41