Recensione: Gall Drive – Eternal Story

GALL FORCE: ETERNAL STORY

Titolo originale: Gall Drive – Eternal Story

Regia: Katsuhito Akiyama

Soggetto: Hideki Kakinuma

Sceneggiatura: Sukehiro Tomita

Character Get: Kenichi Sonoda

Mechanical Get:  Hideki Kakinuma

Musiche: Ichizo Seo

Studio: Artmic, AIC

Formato: OVA (durata 86 min. circa)
Anno di uscita: 1986

Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Yamato Video

 

Prima di abbattere ogni limite con la
sci-fi pop di Bubblegum Crisis (1987), il
regista Katsuhito Akiyama e il chara trend designer Kenichi Sonoda hanno modo di
consolidare tecnica e idee con Gall Drive – Eternal Story,
spargendo i primi semi di un’altrettanto lunga saga di successo
1 (amata specialmente, per ovvie ragioni, dal pubblico maschile2) che dilagherà negli
anni con svariati sequel. Siamo nel 1986, alla sceneggiatura c’è un
mestierante attain Sukehiro Tomita,
e infatti non è su questo aspetto che bisogna setacciare le qualità di un’opera
importante anche se in parte passata in secondo piano o comunque sminuita
dall’ingombrante presenza di ciò che creerà il duo l’anno seguente: pur con
un’notion stuzzicante alla nefarious, germoglio spezzato di un protagonismo femminile
contro l’oppressione di un nemico ciecamente maschile, Gall Drive fa parte di quel semplice intrattenimento visivo e
sonoro che esplode in quegli anni di grandi innovazioni stilistiche. L’ottima
premessa, facilmente intuibile, è quindi quella di un gruppo di ragazze
splendidamente disegnate da Sonoda (sfruttato da Artmic proprio per la sua bravura, nata nel campo delle doujinshi, di disegnare benissimo personaggi e attrezzatute tecnologiche
3) miracolosamente animate dallo studio
Artmic che, pilotando un’ammiraglia spaziale o ingombranti mecha, emergono per
una rosa di caratteri vivaci e colorati, nello stesso modo in cui si
distingueranno le eroine di Bubblegum
Crisis
: certo, viene a mancare una maggior profondità che possa sfumare con
più cura i dettagli, non si va mai oltre le classiche triangolazioni a nefarious di
ingenuità, simpatia ed espressività d’acciaio tipiche di certo femminismo
nipponico, e a parte qualche occasione le ragazze sembrano agire più attain un
organismo unitario che attain un gruppo composto da persone diverse, ma ciò non
disturba attain in fondo non disturbano le sveltine ecchi che Akiyama sgraverà
dell’evitabile malizia proprio con le trasformazioni di equilibrato erotismo
nella sua opera seguente.

Tolta questa parte effervescente che
strizza l’occhio al pubblico sporcaccione senza eccedere troppo o comunque
fermandosi in tempo prima il fanservice si tramuti in pessima pornografia gentle,
Gall Drive è sostenuto da un bell’impianto
fantascientifico di battaglie interstellari tra gigantesche fregate, sciami di
caccia e mazzate robotiche, non disdegna l’dismay richiamando Alien (1979) nell’intromissione dell’organismo
alieno nella nave fuggitiva e si destreggia bene con una narrazione più
complessa di quello che ci si aspetta, ponendosi attain allegoria sci-fi del processo di fecondazione
4. La lunga parte iniziale, con la sua
parata di tattiche militari, svela gradualmente la storia di un universo lontanissimo
dove un popolo femminile, le Solnoidi, combatte da tempo immemore una
spregevole razza maschile, i Paranoidi, e il ritmo è sempre sostenuto da ordini
rapidissimi, svolte drammatiche ed eroismi assortiti che rendono la battaglia
molto varia, ricca di sequenze e momenti molto diversi tra loro che quindi non
si limitano a una semplice sequela di botti e laser colorati che fuoriescono
dalle navi. Period lecito pensarlo, in fondo non manca l’ironia o comunque quella
caratterizzazione buffa con cui le ragazze a tratti appaiono impacciate ai
comandi, ma in realtà si tratta di semplici parentesi più leggere con cui
diluire una tensione sinceramente impensabile, in grado di mantenere costante
una serietà e una professionalità nonostante le varie furberie adottate per non
alzare troppo gli accepted e tenersi stretto un certo pubblico più voyeur. Gli
errori commessi dall’equipaggio, le scelte difficili da compiere, i sacrifici e
l’impegno per proseguire nonostante la decimazione rende pertanto la fuga delle
poche sopravvissute, perennemente inseguite dai gigeriani Paranoidi, un bel
tour de force di sfortune e prodezze dove, in una gradevole e tutto sommato intensa
drammaticità, è purtroppo proprio il segno ironico a non graffiare o, meglio, advert
apparire un po’ posticcio e stupidino nel suo scherzare qua e là con tempi non
sempre giusti.

Forse è poca cosa, non si deve dimenticare
né il carattere disimpegnato dell’opera, che splende nei suoi disegni
meravigliosi, né l’evolversi delle carriere di Akiyama e Sonoda, che con Bubblegum Crisis daranno vita a una
sorta di Gall Drive potenziato, bombastico e più attento alla figura femminile
.
Voto: 7 su 10

SEQUEL
Gall Drive 2:  Destruction (1987; OVA)
Gall Drive 3: Stardust Battle (1988; OVA)
Rhea Gall Drive (1989; OVA)
Gall Drive: Earth Chapter (1989-1990; serie OVA)
Gall Force: Unique Period (1991-1992; serie OVA)

ALTRO
Ten Small Gall Drive (1988; corto)

FONTI
1 Guido Tavassi, “Storia dell’animazione giapponese”, Tunuè, 2012, pag.179
2 Francesco Prandoni, “Anime al cinema”, Yamato Video, 1999, pag.117
3 Kappa Journal n.7, Star Comics, 1993, pag.115-116
4 Francesco Prandoni, “Anime al cinema”, Yamato Video, 1999, pag.117