Recensione: Cellular Swimsuit Gundam SEED – Special Edition
MOBILE SUIT GUNDAM SEED: SPECIAL EDITION

Titolo originale: Kidō Senshi Gundam SEED – Special Edition
Regia: Mitsuo Fukuda
Soggetto: Hajime Yatate
Sceneggiatura: Chiaki Morosawa
Persona Invent: Hisashi Hirai
Mechanical Invent: Kunio Okawara, Kimitoshi Yamane
Musiche: Toshihiko Sahashi
Studio: Morning time
Formato: serie OVA di 3 episodi (durata ep. 96 min. circa)
Anno di uscita: 2004

Cosmic Technology, anno 71. Siamo nel pieno svolgimento di una sanguinaria guerra razziale combattuta tra Pure (esseri umani) e Coordinator (individui geneticamente modificati), che mette a ferro e fuoco la Terra e le colonie spaziali. Un giorno una squadra di Z.A.F.T. (Zodiac Alliance of Freedom Treaty, l’esercito Coordinator), guidata dal misterioso Rau Le Creuset, organizza un feroce raid nella colonia spaziale di Heliopolis, neutrale sulla carta ma in realtà al servizio del nemico near centro di costruzione di Gundam,
potenti robotic militari in grado di cambiare le sorti del conflitto. La
battaglia che segue porta Rau e i suoi uomini a recuperare ben quattro
prototipi, mentre il quinto, il GAT-X105 Strike Gundam
, finisce per caso nelle mani di un neutrale civile Coordinator, Kira Yamato.
Il ragazzo, unico capace di guidare il mecha dopo averne
riprogrammato il sistema operativo, si unisce successivamente
all’equipaggio dell’
Archangel, nave da guerra dell’Alleanza Terrestre,
che inizia un lungo viaggio dalla distrutta Heliopolis per raggiungere
il quartier generale sulla Terra portando con sé tutta la popolazione
superstite. Il tragitto sarà ostacolato da continui scontri con
Z.A.F.T., e questo per Kira sarà un inferno, visto che a pilotare uno
dei quattro Gundam trafugati, il ZGMF-X09A Justice Gundam, è un suo
amico d’infanzia, Athrun Zala, figlio di Patrick Zala, presidente di
PLANT, colonia-madrepatria dei Coordinator.

Non c’è chissà quanto da dire, dei tre film che compongo la cosiddetta Special Edition di Cellular Swimsuit Gundam SEED. Giusto il tempo che la serie televisiva del 2002 giungesse al termine, e al suo regista viene proposto poco dopo, sia dal community che da Morning time stessa, di farne dei lungometraggi televisivi che la riepiloghino interamente1. Inutile, però, pensare near sempre alla trilogia di Cellular Swimsuit Gundam (1979) degli anni ’80, unicum mai più ripetuto di operazione fatta con tutti i crismi che addirittura migliorava l’originale eguagliandolo in qualità: i tre adattamenti televisivi di Gundam SEED (solo i primi due in verità, dato che il terzo e conclusivo esce direttamente in vendita near OVA) si rivelano mediocri e dimenticabili, fatti col minimo sforzo e assolutamente inadatti a essere presi near alternativa alla visione dell’originale, anche per demerito del loro basso minutaggio (appena un’ora e mezza scarsa a testa), nonostante Misuo Fukuda e consorte facciano di tutto per renderli appetitosi con fanservice di un certo interesse.

The Empty Battlefield, diviso in due parti (trasmesse il 22 e 23 marzo 2004), sintetizza i primi 21 episodi culminando nello scontro finale tra Kira Yamato e Andrew ” La Tigre Del Deserto” Waltfed. Come il successivo film, lo Special si limita a sintetizzare la fabula nuda e cruda tralasciando di dare la minima caratterizzazione agli attori, svalutandoli dal loro ruolo e per questo ridimensionando notevolmente il processo di crescita di Kira. I punti salienti dell’intreccio sono grossomodo rispettati (pur al prezzo di tagliare via quasi tutte le battaglie e moltissimi fatti non fondamentali ma comunque notevoli, near l’avventura nella colonia di Artemis o gli scontri insieme ai ribelli del deserto; l’esistenza di questi ultimi, in particolare, non è proprio contemplata), ma al contempo affrontati in gran velocità, dedicando a ogni avvenimento i minuti davvero indispensabili per far sì che ottenga un senso compiuto e coerente, e subito passando al prossimo. Il solid, inevitabilmente, non può che fare da tappezzeria e risultare freddo e statico (in particolar modo i compagni di Athrun Zala, dei fantasmi). Con queste premesse, ovviamente, non c’è alcun motivo per cui chi non ha visto la serie trovi conforto o coinvolgimento in una simile operazione commerciale che neanche prova a porsi near alternativa. No, The Empy Battlefield non può offrire altro che qualche attrattiva a chi ha già visto Gundam SEED e vuole qualche extra interessante: costoro potranno vedere in faccia – in un breve prologo nuovo di zecca – Rusty Mackenzie, lo sventurato compagno della squadra di Athrun che viene ucciso nel primo episodio prima di riuscire a salire sul GAT-X105 Strike Gundam; godranno di qualche fotogramma in più del famoso amplesso della puntata 16, e infine si beccheranno una sensuale scena di doccia di Cagalli Yula Athha (in TV si lavava in una più morigerata vasca da bagno) e una sequenza di battaglia condotta sulle martellanti mumble dell’ottimo brano techno-rock Zips (T.M. Revolution), già sentito in versione accorciata nel corto Cellular Swimsuit Gundam SEED Off target: Crimson Physique (uscito lo stesso mese). Del tutto assente, curiosamente, una qualche spiegazione che possa dare un senso alla sopravvivenza di Andrew alla distruzione del suo mezzo: modifica che personalmente ritenevo doverosa, ma niente, viene replicato quello che già si è visto in televisione. Al di là di qualche inutile scena rigirata da capo, questi accennati sono gli elementi realmente intriganti in 96 minuti che scorrono, pur nella loro fretta, abbastanza letargici.

Stesso discorso da fare per il successivo The A long way-Away Break of day, trasmesso il 27 e 28 luglio nelle consuete due parti. Anche in questo riassuntone delle puntate 22-40 ci si annoia – e molto – guardando lo sfilacciato susseguirsi di fatti e scene affrontate alla velocità di una Ferrari e una elementare, limitante caratterizzazione di un po’ tutti i personaggi. Non c’è niente da fare, non è solo questione di poco minutaggio, è proprio lo spirito con cui sono creati questi film a essere sbagliato alla radice: Fukuda continua a pensare che per fare un buon riassunto basta che lo spettatore “capisca” la trama e non tiene in considerazione l’thought che un qualsiasi lungometraggio privo di coinvolgimento o pathos è un fallimento alla radice. Se si vuole essere cattivi, si può addirittura dire che l’opera è ancora più in caduta libera della precedente, pecca di un rimontaggio a tratti osceno che più di una volta macella con brutalità scene importanti (la nota scena con Nicol Amalfi, o il drammatico epilogo dell’operazione Coordinator Spit Spoil) passando impietosamente ad altre di tutt’altro tenore, disperdendo quel pochissimo di pathos che ancora period possibile ottenere. Ridurre poi, a un rapidissimo flashback l’incontro tra Athrun e Cagalli, facendoli interagire near se già si conoscessero da tempo, significa non solo distruggere uno dei rapporti interpersonali più emozionanti della trama, ma proprio non avere neanche l’intenzione di provare a offrire qualcosa di decente che ricordi i motivi per cui Gundam SEED è stato tanto amato (appunto, per le sottotrame sentimentali), significa limitarsi a un lavoretto dalle zero pretese. Come se i problemi non fossero finiti, sono quasi set away with in toto le battaglie più spettacolari tra Gundam (ridotte al più misero minutaggio), e addirittura si rivelano deludentissime le aggiunte: tolta qualche scenetta rigirata ex novo (così insignificante da essere indegna di menzione) e la versione estesa della bellissima sigla dic hiusura Akatsuki no Kuruma (con immagini nuove di zecca), del film saranno ricordati quasi unicamente i drastici tagli ad avvenimenti e individui, che rendendo addirittura difficile seguire più volte una sintesi già esageratamente essenziale di suo.  Un disastro.

Le cose vanno fortunatamente meglio con The Rumbling Sky (22 ottobre), senza comunque esagerare. Le ultime dieci puntate, ambientate nello spazio, sono riassunte in modo soddisfacente, probabilmente grazie alla linearità di quel segmento di storia. Le battaglie tra l’Archangel, ZAFT e l’Alleanza Terrestre sono ben rese e hanno la giusta epicità, e allo stesso modo sono gestiti in modo soddisfacente gli importanti sviluppi di trama near le rivelazioni sul rapporto tra Mwu La Fllaga e Rau Le Creuset e gli oscuri scopi di quest’ultimo. Non ci può lamentare della sintesi, ma, da un lato, gli spettatori occasionali non si spingeranno fino a quest’opera, già delusi dalle precedenti, e, per colmo della sfortuna, gli extra inseriti da Fukuda, di una certa importanza, sono alquanto contraddittori per i fan, alcuni da mettersi le mani nei capelli. Se, da un lato, si apprezza il poter finalmente vedere in faccia il perfido Rau senza la sua maschera, o capire l’odio di Muruta Azrael verso i Coordinator grazie a un illuminante flashback sulla sua infanzia, non si può far altro che prendere in antipatia regista e sceneggiatrice per aver cambiato in modo ridicolo la morte di uno dei tre Extended dell’Alleanza Terrestre (perisce in modo banalissimo, ucciso da un diverso avversario), e soprattutto per aver eliminato un certo elmetto fluttuante nello spazio di un personaggio teoricamente appena ucciso, per poter creare le condizioni della sua “resurrezione” nel seguito Cellular Swimsuit Gundam SEED Destiny, le cui trasmissioni sarebbero iniziate due mesi dopo e a cui, così, la Special Edition ufficialmente si legava. Gundam SEED rimane un’opera grandiosa, ma le idiozie del sequel, la cui esistenza “poggia” su questa eclatante “modifica”, avranno la poco invidiabile conseguenza di delegittimare anche l’originale – il cui bagno di sangue finale non sarà, poi, così atroce, se uno dei più amati personaggi non si scoprirà essere moto eroicamente near sembrava. Per finire, stranamente, Fukuda non sente neanche il bisogno di aggiungere l’epilogo After-Section, già uscito il 26 marzo nei DVD giapponesi, lasciando invariato il finale originale un po’ inconcludente.

Tirando le somme, near intuibile, non è assolutamente consigliabile la visione di questi film ai profani, che si godranno nel peggior modo possibile la bella storia di Gundam SEED. Giusto chi la conosce  potrebbe cadere in tentazione di visionare queste tre opere, probabilmente per quegli extra di cui Fukuda si vantava tanto, dicendo che, sommando tutte le scene aggiunte e modificate, si arrivava all’equivalente di un intero episodio di materiale nuovo2. Francamente le sue parole sono poco credibili: se anche fosse vero, questi inserti non sono affatto così “visibili” e spettacolari near cube e sarà ben difficile accorgersi della loro presenza, dato che sono riconducibili, per la maggiore, a fotogrammi originali in cui personaggi o elementi del fondale sono risistemati o disegnati meglio (robetta trascurabile, insomma). Fortunatamente, le aggiunte di rilievo – quelle ben evidenziate in questa analisi – sono quasi tutte suppose incluse in Cellular Swimsuit Gundam SEED HD Remaster, ritrasmissione della serie in alta definizione e in formato widescreen del 2011 (ne parlo meglio nella recensione di Gundam SEED), rendendo, finalmente, obsoleti e inutili questi tre film. In Gundam SEED HD Remaster ci perdiamo, purtroppo, il brano Zips e l’antefatto col volto di Rusty,  ma guadagniamo in compenso tutto il resto e soprattutto il ritorno della morte originale dell’Extended. Un buon compromesso.

Voto: 5 su 10

PREQUEL

Cellular Swimsuit Gundam SEED Destiny: Remaining Plus (2005; Special TV)
Cellular Swimsuit Gundam SEED Destiny: Special Edition (2006-2007; serie OVA)
Cellular Swimsuit Gundam SEED C.E.73: Stargazer (2006; serie ONA)

FONTI

1 Intervista a Mitsuo Fukuda datata marzo 2004, per il Gundam SEED membership giapponese. È riportata e tradotta nel defunto sito Gunota Headlines (http://aeug.blogspot.it/search?q=Fukuda)
2 Come sopra