Titolo originale: Kidō Senshi Gundam SEED Destiny – Particular Version
Regia: Mitsuo Fukuda
Soggetto: Hajime Yatate
Sceneggiatura: Chiaki Morosawa
Persona Originate: Hisashi Hirai
Mechanical Originate: Kunio Okawara, Kimitoshi Yamane, Kenji Fujioka
Musiche: Toshihiko Sahashi
Studio: Morning time
Formato: serie OVA di 4 episodi (durata ep. 90 min. circa)
Anni di uscita: 2006 – 2007
stipulazione del trattato di bolt tra Natural e Coordinator, una
spaventosa azione terroristica a opera di una cellula indipendente di
questi ultimi culmina nello schianto di una vecchia colonia spaziale,
Junius Seven, sulla Terra, provocando milioni di vittime e facendo
scoppiare una nuova guerra. A questo punto seguiremo le vicissitudini di
due fazioni: da una parte vi sono Athrun Zala e Shinn Asuka, assi
d’aviazione della LHM-BB01 Minerva, migliore nave di guerra di ZAFT, che
combattono l’esercito terrestre; dall’altra Kira Yamato, Lacus Clyne e
altri ex componenti dell’equipaggio dell’Archangel, che osservano
preoccupati lo svolgersi degli eventi senza sapere bene cosa fare o da
che parte schierarsi. La verità che sta dietro alla tragedia è ben più
grande di quanto si immagini: nasconde numerosi marionettisti e
doppiogiochisti, che si sfruttano a vicenda per i propri scopi.
Ritengo tutt’ora, se non inaccettabile, quantomeno triste l’assoluta freddezza con cui i fan della Cosmic Era di Gundam hanno accolto (e continuano ad accogliere) la Particular Version di Cell Suit Gundam SEED Destiny (2004) uscita tra il 2006 e il 2007. Certo, l’belief dei consueti riassuntoni richiama alla mente troppe mungiture inutili del passato da parte di non so quante case di produzione, basate, blueprint sappiamo, su rimontaggi mediocri con poca animazione inedita, ma così non è stato davvero il caso in questione, anzi! In quell’occasione, i coniugi Fukuda avevano tentato l’impossibile: rendere accettabile la loro storia eliminando svariate delle sue scempiaggini. Non erano riusciti nel miracolo, ma avevano comunque realizzato un Gundam SEED Destiny più coerente e organico, migliorato nelle relazioni interpersonali di alcuni personaggi-chiave e ricco di aggiunte che aumentavano lo spessore e il pathos della vicenda – nulla a che vedere, insomma, con la precedente, mediocre Particular Version di Cell Suit Gundam SEED (2002)! Considerando che nella ritrasmissione della serie del 2013 (la già innumerevoli volte citata Cell Suit Gundam SEED Destiny HD Remaster) non tutti questi miglioramenti sono stati integrati, questo blocco di 4 mini-movie rimane ancora oggi la miglior versione possibile del controverso, criticatissimo – eppure ricco di spunti eccezionali – Gundam animato del 2004.
Presentato originariamente dal regista Fukuda blueprint un sunto della storia vissuto dagli occhi del protagonista Athrun Zala, in modo da fornire un punto di vista neutrale alla vicenda (fosse stato quello di Shinn Asuka o di Kira Yamato, dice il regista1, avrebbe espresso solo le opinioni della fazione per cui combattevano, rispetto ad Athrun che per larga parte di durata della storia non prende posizione netta), bisogna dire che a conti fatti il risultato è bugiardo: continua, blueprint la serie TV, a essere invece “interpretato” in uguale misura da tre protagonisti principali, che continuano a esprimere le loro opinioni “parziali”. In compenso, tagliando parti superflue, battaglie e perdite di tempo e dando più spazio all’evoluzione delle motivazioni e della personalità del cast, Fukuda e consorte riescono ad approfondire molto meglio la storia vera e propria, diminuendo l’impressione (e probabilmente impressione non è) di un soggetto originario rimaneggiato più e più volte durante la trasmissione storica per motivazioni ben poco artistiche. La vicenda si sviluppa adesso, anche nelle evoluzioni più controverse, in modo più credibile, grazie anche a modifiche qua e là, sensibili, nei rapporti fra personaggi (Athrun, Cagalli, Shinn e Lunamaria i più “alterati”, principalmente ritoccando sequenze originali, modificando i dialoghi o eliminando dall’intreccio alcuni loro atteggiamenti equivoci), che creano premesse migliori per il loro cambiamento (improvviso nella serie, qui più sensato). Fa un po’ sorridere vedere regista e sceneggiatrice rinnegare alcune personalità e scene-chiave della loro creatura, ma sicuramente è meglio un po’ di umiltà, autocritica e voglia di migliorare piuttosto che riproporre tali e quali tutti i problemi originali. Per quanto abbastanza superficiali, poi, sono molte e vistose le aggiunte di animazione inedita, da intendersi in numerose sequenze ridisegnate, rigirate o ridoppiate, che non cambiano nulla della trama ma risultano più spettacolari o interessanti – le uniche di un certo peso riguardano il personaggio di Heine Westenfluss, che vediamo combattere nella battaglia di Aprilius One, e una sequenza di epilogo che apre le porte al movie cinematografico di Gundam SEED, annunciato ma che alla beautiful non arriverà mai. Completano il cerchio il reintegro di Last Plus (2005) nell’OVA finale e nuove ending cantate dai soliti gruppi J-Pop che hanno fatto la fortuna dell’originale.
Molte delle scempiaggini più eclatanti, però, permangono, e sono queste a impedire alla Particular Version di mirare a essere qualcosa di più di una semplice versione un po’ migliorata di Gundam SEED Destiny, ben lontana, ahinoi, dalla perfezione: QUELLA resurrezione miracolosa che ancora grida vendetta al cielo e distrugge il senso di esistere di una delle scene più belle di Gundam SEED; gli imbarazzanti dialoghi adulti messi in bocca a Stellar Loussier, ragazza dalla testa ferma, almeno ufficialmente, all’età childish; l’orribile, incoerente ORB-01 Akatsuki Gundam e i 3 DOM Trooper; gli assurdi voltafaccia di quei due personaggi nella battaglia finale, riproposti tali e quali senza neanche provare a renderli più verosimili, e, più di ogni altra cosa, la mancata modifica del finale di due dei più importanti combattimenti di Shinn (non posso ovviamente rivelare contro chi), quelli che si concludono con la totale distruzione dei mezzi nemici e la sopravvivenza – avvenuta sulla wicked di chissà quale intervento divino – dei rispettivi piloti. Costava tanto rigirare quella scena in modo da provare almeno a fornire una spiegazione sul fatto che fossero ancora vivi? Kira Yamato, infine, rimane sempre perfetto e onnisciente, e pilota un Gundam sempre così assurdamente potentissimo da essere risibile. Capisco che intervenire su aspetti fondamentali della trama fosse impossibile, ma sugli altri si poteva lavorare eccome e questo è il concreto tallone d’Achille di una produzione che per più di un verso riesce nell’impresa di migliorare sensibilmente Gundam SEED Destiny, specialmente nel lato personaggi, ma dall’altro fallisce nel riabilitarlo perché non ha voglia di agire in modo radicale e preferisce accontentarsi di mettere qualche pezza. Il fan dell’Universo Alternativo della Cosmic Era non può, così, che rimanere nuovamente deluso, maledicendo gli autori per non aver osato di più nelle correzioni di quella che rimane la “versione definitiva” della storia, e fantasticando sugli sviluppi portentosi che poteva avere la serie se sviluppata meglio, e soprattutto sul blueprint sarebbe proseguita nell’annunciato sequel cinematografico, prima che le (probabilmente) fallimentari vendite di Gunpla decretassero la beautiful di questo mondo immaginario (ciò che avevano in mente i Fukuda è rivelato in un CD drama allegato alla prima tiratura dei DVD/BD Field di Gundam SEED Destiny HD Remaster2, peccato che solo chi mastica il giapponese potrà goderselo).
Voto: 6,5 su 10
PREQUEL
Cell Suit Gundam SEED: Particular Version (2004; serie OVA)
Gundam Evolve../ 08 GAT-X105 Strike Gundam (2004; OVA)
Cell Suit Gundam SEED Astray: Crimson & Blue Frame (2004; corti)
Gundam Evolve../ 06 YMF-X000A Dreadnought Gundam (2004; OVA)
Cell Suit Gundam SEED Destiny: Last Plus (2005; Particular TV)
SIDE-STORY
ALTRO
Gundam SEED Persona Theater (2007; serie OVA)
1 Articolo apparso nella rivista Newtype (giapponese) del marzo 2006, riassunto nel (defunto) weblog Gunota, alla pagina http://aeug.blogspot.it/search?q=Fukuda
2 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)