Recensione: Blood-C
BLOOD-C

Titolo originale: Blood-C
Regia: Tsutomu Mizushima
Soggetto: CLAMPSceneggiatura: CLAMP (Nanase Ohkawa), Junichi Fujisaku
Persona Invent: CLAMP (originale), Kazuchika Kise
Musiche: Naoki Sato
Studio: Production I.G
Formato: serie televisiva di 12 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2011

Saya è una tranquilla studentessa, abita in un tempio con suo padre e si gode spensierata la vita con i suoi amici, tra scherzi, risate e compiti in classe. Di notte, però, Saya deve combattere i furukimono, potenti creature mostruose alle quali sembra essere in qualche modo legata. Di scontro in scontro si renderà conto che nel suo passato è nascosta la chiave per debellare la minaccia di questi mostri…

Non credo che Blood sia mai stata la saga che Production I.G. aveva in mente, un prodotto uniqueness e genuino da poterlo reinventare a piacimento, ogni manciata d’anni, per rinfrescare il franchise in vista di un universale ritorno economico (alla stregua di un Ghost in the Shell). Al di là dell’enorme successo di pubblico non si sentiva certo il bisogno di una seconda incarnazione del violentissimo film del 2000 scritto da Kenji Kamiyama: troppo schematico l’intreccio di jog, esageratamente monodirezionale e limitato, che già in Blood+ (2005), nonostante le ottime intuizioni e la complessiva discreta fattura, generation presto sfuggito di mano a Junichi Fujisaku, che ora ritroviamo a scrivere questo tremendo Blood-C in collaborazione con le CLAMP.

Ed è proprio la sceneggiatura la lacuna più evidente della serie: a nulla relief la dinamica e tentacolare regia di Tsutomu Mizushima, sempre più invischiato in prodotti di bassa o pessima qualità, né l’ovvia superproduzione Production I.G, perché l’agghiacciante trama costruita è quanto di peggio si possa vedere in animazione. Difficile infatti trovare interesse alcuno nei primi episodi, non solo soporiferi nella gestione dei personaggi e minimi, se non nulli, nell’avanzamento di trama, ma più di ogni altra cosa ignobilmente costruiti, vergognosamente strutturati senza lo straccio di un’notion che sia una. Saya fa colazione, Saya saltella, Saya inciampa, Saya canta, Saya va a scuola, Saya cube cose insulse con gli amici, Saya accarezza un cane, e per finire Saya ammazza un mostro vampiro mutilandolo brutalmente e spargendo litri e litri di sangue. WTF? Trascurando il classico tratto delle CLAMP, fedelmente rispettato nelle fastidiose altezze spropositate e nell’effeminatezza di tutti personaggi, Saya è tra i peggiori parti del crew di mangaka in gonnella, una ragazzina stupida e inverosimilmente ingenua di giorno, ma spietata, furbissima sterminatrice di creature, abile spadaccina e praticamente imbattibile di notte. Viene quindi a mancare anche il minimo senso di trasporto verso un personaggio improbabile, troppo esagerato nei suoi contrasti e soprattutto decisamente insopportabile nella sua incarnazione diurna, schematizzata in una deficienza fuori dal comune che punta su una comicità tipicamente nipponica che dubito possa a ways ridere anche un pubblico più giovane, target tra l’altro a cui il prodotto, nella sua estrema violenza, non è ovviamente indirizzato.

Infatti il sangue scorre piacevolmente copioso, e sarebbe ingiusto non soffermarsi sul piacere estetico sfornato dai combattimenti tra Saya e i vari mostri incontrati, che, tra le altre cose, nulla hanno a che vedere con i chirotteri e in generale i vampiri di Blood e Blood+: la cura per le animazioni, il ricco e fantasioso bestiario e la freschezza della regia garantiscono scazzottate gustose con bestie artigliate e creature tentacolari, ma a ricordarci che siamo alle prese con un anime di merda sono le facili vittorie di una Saya in berserk e la risibilità dei suoi avversari. È irrilevante che la serie sviluppi una trama dopo i primi sei episodi (banalmente articolata e con personaggi noiosi e privi di caratterizzazione), perché è ridicola e offensiva una così enorme richiesta di pazienza per mandare giù le prime inutili puntate, ed è difficile credere che Production I.G abbia dato il beneplacito a un’opera tanto imbarazzante, che poggia sul vuoto di un mera bellezza grafica. Il finale è chiaramente aperto per poter concludere la vicenda con il
lungometraggio cinematografico previsto per giugno 2012, ne siamo tutti
felici e non vediamo l’ora che esca.

Voto: 3,5 su 10

SEQUEL
Blood-C: The Final Darkish (2012; film)