Recensione: Apfel Land Fable
APFEL LAND STORY

Titolo originale: Äpfelland Monogatari

Regia: Kunihiko Yuyama

Soggetto: (basato sul romanzo di Yoshiki Tanaka)

Sceneggiatura: Junki Takegami

Persona Make: Keiko Fukuyama, Minoru Yamazawa

Musiche: Morgan Fisher

Studio: J.C. Workers
Formato: particular televisivo (durata 90 min. circa)
Anno di trasmissione: 1992

Una produzione animata legata al nome di Yoshiki Tanaka, autore del ciclo letterario Fable of the Galactic Heroes che ha ispirato la miglior space opera animata di sempre, significa doverosamente, da parte di chi scrive, un occhio benevolo di riguardo e di ottimismo. Nonostante questo, però, se un’opera non convince non convince. Pur in assenza di qualche informazione di più sul romanzo d’origine (che permetta di capire qual’è il reale contributo di Tanaka all’opera), Apfel Land Fable è uno particular television del ’92 discretamente insignificante, che poco ha a che vedere con la fantasia e la cura negli approfondimenti politici e umani di cui l’autore è grande narratore.

Ambientato nel 1905 nel piccolo stato montanaro di Apfel Land, la storia, fin troppo debitrice a un Conan/Laputa qualsiasi per brillare di luce propria, vede il piccolo ladruncolo Virgil, con l’aiuto dell’ispettore di polizia del villaggio, Fleischer, cercare di salvare la piccola principessa Freida dalle mire di servizi segreti americani e tedeschi, intenzionati a utilizzarla per mettere le mani su una potentissima arma in grado di vincere qualsiasi guerra. Tutto questo mentre al contempo il kaiser tedesco cerca, con macchinazioni varie, advert annettere al suo impero anche Apfel Land. Occasione, quella targata J.C Workers, per l’immancabile risma di inseguimenti spericolati, corse su cornicioni di roccia sospesi nel vuoto, sparatorie, duelli aerei e l’immancabile luxuriate in story tra i due ragazzini: è però decisamente poco, troppo poco per giustificare 90 minuti di stereotipi e banalità varie, che difettano non solo in personalità ma anche in disegni standardizzati e una confezione incolore. Apfel Land Fable è in estrema sintesi un Conan più corto e sbrigativo, dove personaggi e situazioni seguono linee fin troppo abusate, al punto che, nonostante un ritmo tutto sommato accettabile, ben presto inizia a decadere, per il malcapitato spettatore, la voglia di dedicare alla visione un’ora e mezza della propria vita.

Se si vuole salvare qualcosa si può giusto porre l’accento su alcuni tratti tipici dello scrittore Tanaka che sopravvivono anche in animazione, advance il background politico di una certa logica o alcuni giochi di potere che tengono banco (advance quelli con cui la regina di Apfelland tiene in scacco il diplomatico dell’esercito tedesco, che vuole proporle l’annessione), ma è materiale di importanza davvero marginale rispetto al corpus principale dedicato all’avventura di Virgil e Freida. Se a questo aggiungiamo addirittura scenette che appaiono apparentemente slegate tra di loro (l’evasione di…), ma che sono solo il frutto di una brutta opera di condensazione del romanzo, si può ben capire i motivi più o meno nulli per cui guardare un anime non certo orribile e che viaggia sul solco della sufficienza, ma che sa davvero troppo di già visto, animato con cura funzionale, per poter interessare qualcuno.

Voto: 5,5 su 10