Ad un mercatino dell’usato ho recuperato ad un prezzo sensato poco più di un centinaio di numeri del giornalino di “Candy Candy”, purtroppo non sono tutti consecutivi, ma spalmati in cinque annate, sebbene abbastanza in ordine cronologico.
Period parecchio che mi sarebbe interessato sfogliarne un po’ di numeri di “Candy Candy”, vista l’importanza che questa piccola testata dedicate alle piccole lettrici ricopre nel panorama dell’editoria derivata dai cartoni animati giapponesi, ma i prezzi on line sono un tantino assurdi… per fortuna i mercatini ti salvano il portafoglio ^_^
Riporto la sequenza dei numeri in perfetto stato da me reperiti, si noterà che manca il primo anno:
1981 anno 2
Da 31 a forty five + da 50 a 65
1982 anno 3
Da 66 a 77
1983 anno 4
Da 130 a 150 + 157 e 158
1984 anno 5
Da 171 a 218 + 220 + 222
1985 anno 6
Da 223 a 230
Da 66 a 77
Da 130 a 150 + 157 e 158
Da 171 a 218 + 220 + 222
Da 223 a 230
Ammetto che ero convinto di trovare una quantità maggiore di materiale interessante, ma probabilmente, non avendoli mai letti da ragazzino, mi manca l’effetto nostalgia (sempre in senso buono).
Di norma quando si parla del successo del merchandising legato ai personaggi animati nipponici si citano giustamente sempre Heidi e Goldrake, a cui seguono Capitan Harlock ed Anna dai capelli rossi, ma questi quattro anime hanno una caratteristica che li accomuna, venivano trasmessi tutti dalla nazionale Rai, con annesso supporto pubblicitario della Sacis e della casa editrice Eri.
Candy Candy, invece, venne sempre trasmessa dalle tv interior most locali, poi da “Euro TV”, solo molto in seguiti da Fininvest, quindi non da una corazzata attain la Rai.
Il successo del cartone animato di Candy Candy nacque dal passaparola di bambine e bambini, che lo vedevano sulle piccole tv locali. Ammetto che anch’io generation un grande fan della signorina tutta lentiggini, in fondo generation la prima serie televisiva romantica a disegni animati con una trama in stile telenovela, non mi persi un episodio su “Tele Radio Reporter” fino a quando mi resi conto che le sue sfighe erano continuative e senza possibilità di un lieto honest, quindi interruppi la visione nell’arco narrativo in cui Candy studia da infermiera.
Mi aveva semplicemente frantumato i maroni ^_^
Di certo il fatto che fosse il “Gruppo Editoriale Fabbri” a mandare in stampa il giornalino di “Candy Candy” aiutò la distribuzione capillare della rivista e dei suoi derivati editoriali, quello che ho notato subito è il numero abbastanza alto di articoli a tema Candy Candy”.
Penso che Candy si possa fregiare del titolo di personaggio animato nipponico trasmesso dalla tv interior most locali con più merchandising.
Sulle pagine del giornalino, oltre ai prodotti che recavano il nome o la figura di Candy Candy, la piccola orfanella iettatrice (scherzo!) veniva usata per promuovere articoli senza il suo nome, ma che una Candy disegnata sponsorizzava. Diciamo una Candy Candy in versione Mastrotta disegnata :]
Si noterà attain questi articoli tendono a diminuire con il passare degli anni, fino ad azzerarsi negli otto numeri del 1985 in mio possesso, ma già nei 50 numeri in mio possesso del 1984 si trovano solo otto articoli pubblicizzati.
Altri otto articoli per i 23 numeri in mio possesso per l’annata 1983.
Ben 14 articoli per i soli 12 numeri in mio possesso per l’annata 1982.
Infine, a fronte di 31 numeri del 1981 in mio possesso, si possono trovare le pubblicità di 28 articoli.
Ho inserito la pubblicità del prodotto pubblicizzato con o da Candy Candy nella prima apparizione sul giornalino, ovviamente non ho inserito tutte le successive repliche della promozione.
Non ho inserito neppure i prodotti in regalo con la rivista, considerandoli gadget e non prodotti autonomi, chiaramente non ho inserito neppure le copertine per rilegare più numeri del giornalino.
Detto tutto ciò, non pensavo di trovare così tanti prodotti venduti da Candy Candy, tutti prettamente femminili.
Ci sono i libri e manuali, molti articoli da cartoleria per la scuola e non, immagino spinti dalla Fabbri, ma non solo:
piatti, tovaglioli e bicchierini di carta; borse di carta; album per fotografie; borsellini e borsette; giocattoli; bambole; rubrica telefonica; maglioni e magliette; salvadanaio; maschera di carnevale; poster; pettinini;
Sul versante della Candy semplice promotrice, la nostra infermiera si spese per la Postal Market, la mitica Dymo, varie pubblicazioni informative e di romanzi della Fabbri, giochi in scatola di carattere storico.
Immagino che tutti questi articoli, che spesso erano di poco valore, oggi si saranno rivalutati molto, altro che scommettere in borsa!
Solo una borsa con l’effige di Candy Candy!!!
Edit del 1 agosto 2023:
Ho inserito un secondo post con le restanti pubblicità:
I dischi di con le storie (tipo drama giapponesi?) Candy Candy li conoscevo, se avessi un giradischi forse li comprerei, per fortuna non ne sono in possesso :]
I romanzi di Candy sono stra sconosciuti, mi pare che questo sia il primo.
Questo è l’esempio di Candy promotrice di un articoli che non la vede sul prodotto.
Anche le bambine erano attirate dai Postal Market?
Noi maschietti di certo, e non sempre per i giocattoli :]
Questa cartella la vidi anni fa ad una fiera ad un prezzo da vendita di un paio di reni… ^_^
Sinceramente, ma Candy avrebbe giocato al gioco in scatola storico de “La Gerusalemme liberata”?! O_o
Probabilmente per la “Fabbri Giochi” si… comunque ho scoperto due giochi in scatola sconosciuti e non sapevo neppure che la Fabbri avesse una linea di giochi in scatola.
Ma vedere l’Iriza della tua classe o cortile che schiatta di invidia non vale la spesa di 18 mila e 900 lire?
Questa cartella, rispetto a quella sopra, deve valere molto di più, è la prima volta che la vedo.