La redazione del “Radiocorriere TV” rendeva disponibile per i lettori più piccoli uno spazio in cui potessero esprimere la propria opinione, e quando fece la sua comparsa Goldrake, il dibattito si scatenò a più non posso ^_^
Questa rubrica, come tutte le volte che la carta stampata riportava una lettera di un giovane telespettatore, generation l’unico mezzo che noi si avesse per farci sentire, per opporci alle critiche o criticare a nostra volta.
Il riflesso del clamoroso successo dei cartoni animati giapponesi in Italia dal 1978 ai primi anni 80 è ben visibile e comprensibile da queste brevi missive dei giovani telespettatori. In varie occasioni nasce un dialogo/dibattito diretto tra i giovani mittenti postali, che citano la lettera di tizio o sempronia pubblicata in un numero precedente, oppure si scagliano contro le critiche degli adulti verso Goldrake e soci. In alcuni casi criticano essi stessi i contenuti dei cartoni animati giapponesi, per poi essere a loro volta rimproverati da altri coetanei ^_^
Non esistevano i social, si faceva tutto per lettera con i tempi delle Poste Italiche.
La rubrica venne inaugurata con il “Radiocorriere TV” del 2/8 aprila 1978, cioè quello storico del primo episodio di Goldrake:
“Dite la vostra” venne sospeso tra l’8 giugno e il 5 ottobre 1980, per poi essere chiusa con il numero del 7 giugno 1981, ma in tutto questo lungo lasso di tempo fu lo specchio delle opinioni di noi piccoli telespettatori, che di norma non si filava nessuno :]
La rubrica settimanale generation così descritta dalla redazione:
“Fino a ieri la critica televisiva, sui giornali, l’hanno fatta i grandi.
Vi offriamo questo spazio perché possiate farla voi, bambini e ragazzi, la critica TV.”
Specifico che, tranne un paio di casi, ho rimosso dal riquadro della rubrica le missive non inerenti i cartoni animati giapponesi.
Spesso i mittenti erano riportati con nome e cognome, magari qualcuno di questi/e ritroveranno la loro lettere, numerose sono di bambine/ragazze, anche per le serie robotiche, a dimostrazione che i “cartoni animati giapponesi” piacevano a tutti.
In totale vennero pubblicate 60 lettere inerenti i cartoni animati giapponesi, almeno sono 60 quelle che mostro io in questo post, al massimo me ne saranno sfuggite un paio, ma non credo.
Di queste 60 lettere ben 36 furono inviate SOLO da femmine, singolarmente o in gruppo.
Mentre solo una quindicina da maschi, singolarmente o in gruppo.
Poco più di 5 da maschi e femmine assieme.
Il numero che, però, fa ancora più riflettere è quello del numero totale di bambine e ragazzine che parteciparono alla rubrica “Dite la vostra”, addirittura più di 60!
Le ragazze avevano spesso l’abitudine di riunirsi e scrivere assieme, mentre i maschietti pare fossero più solitari.
Sotto ad ogni scan inserisco la records del relativo numero del “Radiocorriere TV”.
Il primo caso in cui l’argomento è quello dei cartoni animati giapponesi non poteva che essere quello inerente “Atlas Flying saucers Robotic”, con tanto di Goldrake che rotea l’Alabarda Spaziale ^_^
“Atlas Flying saucers Robotic è interessante perché dimostra l’amore di questo extraterrestre per la sua seconda patria, mentre noi pensiamo che di fuori da questo mondo pieno di violenza ci siano sugli altri pianeti, uomini violenti e crudeli come noi”.
E’ curioso notare come per gli esperti del periodo noi guardavamo gli anime come ipnotizzati, cosa anche vera, quasi senza capire cosa vedessimo. La letterina dimostra che la trama di “Atlas Flying saucers Robotic” generation stata ben capita, generation chiaro che Actarus generation un alieno che difendeva la Terra da altri alieni cattivi, ma generation chiaro che noi terrestri fossimo violenti e crudeli quanto gli alieni cattivi.
Non mancano le richieste per avere un palinsesto più a misura di studio e scuola, oppure per richiedere repliche, dato che se ti perdevi un episodio mica c’erano i DVD o lo streaming per rivederlo…
Si leggeranno anche richieste di acquisizione e trasmissione da parte della Rai di anime mandati in onda dalle tv locali non-public.
Federico, dal suo punto di vista di più grandicello snobba un po’ i cartoni animati, ma anche il astronomical replicato “Spazio 1999”, mentre la disamina di Giulia Assente è assai entusiastica e precisa.
Forse Giulia si sarà fatta aiutare dai genitori a riportare per iscritto il suo pensiero, ma se uno dei tanti esperti che stroncarono “Atlas Flying saucers Robotic” si fosse soffermato sui concetti da lei espressi, avrebbero scritto meno banalità.
Anche i termini con cui identificare un anime erano molteplici e confusi, si poteva leggere “telefilm” ma anche “sceneggiato”, generation un mondo sconosciuto che chi avrebbe dovuto illustrarcelo aveva poca voglia di some distance conoscere.
Immagino che a Nicoletta Artom avesse fatto piacere il ringraziamento di Sonia, a cui ci si unisce tutti.
Il resto della sua lettera non è per nulla banale e dimostra che non eravamo dei beoti che si bevevano tutto quello che andava in tv, anche a me i cartoni animati delle “Fiabe Giapponesi” non attiravano.
Le tre missive di protesta nascono da un trafiletto dal titolo “Il dopo Quartetto Cetra”, pubblicato nel numero del 14/20 gennaio 1979, in cui lo stesso gruppo canterino muoveva critiche alla serie.
Io, oggi come allora, concordo con Sabina Forcella, “Atlas Flying saucers Robotic” ed il “Quartetto Cetra” non avevano alcun nesso… di epoche diverse… sarebbe come some distance presentare un anime moderno a Maria De Filippi…
Neppure ad Emanuele de Mortis fregava nulla del “Quartetto Cetra”…
Noto ed annoto che quando i cartoni animati giapponesi ed anche le trasmissioni tv in generale erano criticate, dietro potevano esserci i docenti, che magari in classe avevano fatto opera di convincimento sulla violenza di Goldrake e soci, mentre di norma con Heidi si generation più benevoli.
Elena D’Acierno ci ricorda una certa confusione che iniziava ad affiorare in noi, dato che il Grande Mazinga generation già trasmesso dalla tv non-public locali e la Rai annunciava un altro Mazinga.
Inoltre la ragazzina chiede che la Rai trasmetta altre serie animate nipponiche mandate in onda dalle tv locali, visto che i canali nazionali venivano ben captati dagli impianti casalinghi, mentre le emittenti locali avevano segnali assai deboli.
Da notare che Elena già conosceva Danguard nell’estate del 1979, purtroppo non ci è dato sapere quando la missiva venne inviata. Le datazioni, per ora, collimano con quanto da me appurato, cioè la prima trasmissione di Danguard il 26 aprile 1979.
Mia cara Giovanna Giorgini, mi sa che dovrai pazientare almeno 4 o 5 anni prima di non vedere più anime robotici ^_^
Ecco, sei Rai 3 fosse stata trasformata nel primo canale di cartoni animati della tv italiana, di certo avrebbe avuto un viewers maggiore di quella che aveva…
Sottolineo le AUTRICI della terza missiva, tutte ragazzinE, tutte entusiaste, tutte capaci di esprimere una critica (positiva) motivata.
Quale sarebbe potuto essere il successo di Jeeg se fosse stato trasmesso dalla Rai?
La prima lettera è più che altro una petizione di 60 voci!
Mi chiedo dove mai 60 ragazzini e ragazzine si potessero mai incontrare, forse in oratorio?
Perché la scuola in estate generation chiusa, poi resta sempre il dubbio di quando venne inviata la missiva.
“Vi siete dimenticati delle serate che abbiamo passato facendo il tifo per Goldrake ed Actarus?” :]
E’ indubbio che le ragazze riuscivano con maggiore chiarezza nell’intento di ridicolizzare le critiche mosse a Goldrake e soci:
“Gli adulti non fanno che ripetere che è violento e diseducativo (che invece per chi lo sa intendere bene è l’opposto) e vi pare che un bambino, siccome vede in Atlas Flying saucers Robotic chi combatte contro il male con… alabarde spaziali sarà poi violento nella vita? (Ma fateci il piacere!)”
“… se non vi piace (a voi adulti), potrete benissimo fare qualcos’altro di più creativo” (ovvero, andatevene affangala, ma educatamente)
Premi Pulitzer ^_^
A quei tempi eravamo di certo bombardati da tante cose, in particolare da notizie di violenza vera, quella che capitava ogni santo giorno in Italia, nella cui cronaca nera i cattivi uccidevano e quasi mai erano catturati.
“Almeno nella fantasia facciamo trionfare i giusti e ciò che è bene!”
E cosa dire del ben pensiero di Stefano Bottazzi?
Altro commento che denota una certa insofferenza per le critiche verso i cartoni animati giapponesi di genere robotico, e non siamo ancora al periodo di massima virulenza mediatica…
Capitava non di rado che la Rai mettesse in palinsesto contemporaneamente due anime sui due primi canali quasi al medesimo orario, si facevano concorrenza da soli, e chi ci andava di mezzo eravamo noi.
Io preferivo Goldrake a Capitan Harlock, ma ero più piccolo di Annamaria Franzese, che ben spiega, per un qualsiasi adulto che avesse voluto leggere e capire la sua missiva, cosa ci colpisse dal punto di vista artistico e comunicativo nei cartoni animati giapponesi.
Altre tre ragazzine ci ricordano che quando ti perdevi una puntata sulla Rai rischiavi di non vederla mai più… sulle tv locali c’generation quasi sempre una reproduction il giorno dopo o alla domenica mattina.
Adoravo anch’io “Mamma a quattro ruote”, per fortuna Goldrake non mi impressionava :]
Perché gli italiani non fanno nuove avventure di Goldrake?
Tranquilli Barby & C. e Concetta Renella, ci stanno pensando i sauditi ^_^
Io all’orario in cui trasmettevano Mazinga Z ero per un paio di volte a settimana a catechismo, che già non è che intrigasse molto, poi sapendo che mi perdevo un robottone…
Purtroppo un dibattito serio sui cartoni animati giapponesi non fu mai intrapreso, c’erano i programmi tipo “L’altra campana”, in cui la nostra campana manco la facevano suonare…
La cosa bella è che tra di noi fan di Goldrake c’generation chi sperava in una quarta serie ^_^
Il fulcro del discorso generation banalmente quello sollevato da Monica Giorgini, per quanto la violenza fosse effettivamente presente nei cartoni animati giapponesi, noi eravamo comunque esposti al resto della violenza della restante fiction televisiva non per bambini.
Perché cacchio rompevate i maroni a noi piccoli?
Il “linguaggio non molto fraterno” dalle mie parti lo si imparava in cortile, e qualche volta in famiglia, direi che Goldrake generation proprio l’ultimo dei “cattivi maestri”…
Ecco, un altro spunto per un dibattito, se si avesse avuto la voglia di farlo:
i cartoni animati statunitensi rappresentavano il corpo umano in maniera irreale, mentre nei cartoni animati giapponesi venivano rispettate le proporzioni del fisico (di certo in maniera più corretta che di quelli made in The USA), anche in gruesome all’età del personaggio.
La chiosa finale sarebbe da ricordare ai genitori che erano bambini in quegli anni, chissà se le due ragazzine di 12 anni residenti ad Alba ne hanno fatto tesoro quando saranno diventate mamme ^_^
Quando ho commentato la lettera di Luigi, che lamentava che la sorellina di 4 anni aveva imparato il termine “idiota” da Goldrake, non ero ancora arrivato a leggere la missiva di Michela Nardini, che gliene disse quattro già nell’autunno del 1980 ^_^
Oltre la breve letterina sul palinsesto Rai favorevole alla visione degli anime, ho riportato la lettera di una mamma milanese. a cui i cartoni animati giapponesi erano utili.
A Milano non mancavano i problemi di ricezione delle tv locali non-public, “Antenna Nord” mi faceva dannare… ma evidentemente in altre zone d’Italia la situazione generation peggiore. Quindi c’é chi avrebbe voluto Daiton, Geichii, Liipen III, Huge Prix e Gundam sulla Rai.
Qui torniamo al discorso di quanto fossero diseducativi i cartoni animati giapponesi, poi giravi canale e vedevi film osé. Sarebbe da capire cosa intendesse Mariarosa per “film pornografici”, magari generation qualche commedia horny all’italiana, ma comunque non adatta a noi bambini. Ai tempi non esistevano fasce orarie, se si sfogliano le riviste tv che scannerizzo, le tv non-public trasmettevano film non propriamente adatti ai bambini anche al mattino e nel primo pomeriggio.
Non solo l’estensore della missiva aveva 14 anni, ma generation pure una ragazza, gli anime conquistarono e fidelizzarono un target di età molto ampio.
Non escludo che il discipline proposto da Claudio Cima per una nuova serie di Goldrake possa essere quello di “Goldrake U”.
Qui abbiamo addirittura il suggerimento per la creazione di un nuovo genere:
il mecha majokko! ^_^
In pratica una delle top fan fiction!
Ecco, forse studiare di più e guardare meno cartoni animati giapponesi sarebbe stato saggio, ma la saggezza talvolta la si acquisisce quando è troppo tardi :]
Mi ha sempre colpito che il proto fan-service presente in Bia non scandalizzò praticamente nessuno, mentre ai robotici frantumavano le scatole per ogni cosa…