8 agosto 1978, 8 agosto 2023.
Son passati 45 anni, ma non è che noi appassionati più o meno attempati si sia appresa la lezione, nonostante che quattro decenni e mezzo addietro i nostri eroi animati nipponici furono le vittime di un approccio che parrebbe oggi venga perpetrato da noi stessi.
In questo post mostro un articolo della stampa elvetica italica sul successo di Heidi, in cui il giornalista fa una considerazione che tornerebbe utile in questi giorni dove è stata annunciata la nuova serie di “Goldrake U” (ovviamente sarebbe “Grendizer U”).
La notizia gira già da qualche giorno, tanto che se ne è occupato pure il TG1 sabato con un servizio senza castronerie(!!!):
Oggi anche “La Repubblica” ha reso gratuito un articolo sul sito:
Come capita sempre sul web si è scatenato il solito putiferio dei knowledgeable e contro verso questa rivisitazione del nostro eroe fanciullesco, per fortuna non ho i social, ma alla pretty qualche eco giunge anche a me ^_^
Ma cosa scrisse su Heidi il giornalista Guido Luzzato sul quotidiano “Libera Stampa” della Svizzera Italiana l’8 agosto 1978?
Il successo dell’Heidi nipponica varcò letteralmente le alpi tramite il segnale della Rai, il giornalista riporta questo enorme successo della loro icona montanara lamentandosi che ci si concentrasse sul personaggio giapponese e non sul romanzo da cui prese spunto la serie animata.
Guido Luzzato con me non si sarebbe arrabbiato, perché io del romanzo me ne sono occupato:
Tra l’altro lui non fa nessuna analisi sulle differenza tra il romanzo della Spyri e la serie di Isao Takahata (che con tutti i miei limiti al hyperlink sopra io ho cercato di fare), in quanto, come ammette lui nello scritto, non aveva seguito la serie televisiva.
Quindi l’articolo è concentrato solo ed esclusivamente, ed è un vero peccato, sul romanzo, citando altri scrittori del periodo, ovviamente a me sconosciuti.
Anche il giornalista svizzero cade nel classico tranello della critica nostalgica (sempre e solo nel senso buone del termine), gli sfondi e i visi dei personaggi animati nipponici “falsificano grossolanamente” ciò a cui lui generation abituato, ma nonostante questa critica lui riuscì a fare quel ragionamento in più che pare arduo per una fetta degli appassionati di Goldrake, cioè che la cosa importante è che del personaggio da lui amato si continuasse a parlare, che nascessero nuove creazioni che mantenevano viva Heidi per i bambini del 1978. Infatti, se non fosse stato per Isao Takahata, chi di noi da bambino si sarebbe mai interessato alla storia di una orfanella dedita alla pastorizia ospitata da un burbero montanaro (lui veramente asociale…) e rapita dalla zia allo scopo di fare la schiavetta ad una ricca bambina paraplegica?
“Certo, senza aver seguito quelle trasmissioni televisive, noi facciamo fatica ad accettare i volti e gli sfondi dei cartoni animati quali ci appaiono in alcune pagine di periodici e che falsificano grossolanamente il volto della bambina e l’aspetto delle case e delle montagne. Eppure, come dalla creazione poetica dei nuclei vitali della Bibbia, da libri come i “Giudici” sono nate continuamente creazioni poetiche, novelle ballate e opere drammatiche e oratori musicali, così dal nucleo della creazione vitale dei personaggi di Heidi possono nascere, dopo un secolo, queste riduzioni che riescono ad intrattenere il pubblico giovanile e a diffondere la simpatia per il personaggio e per l’avventura della sua vita. In un vecchio film di Heidi che avevamo veduto, dovevamo deplorare il vizio permanente di sfruttare gli effetti di corse, di fughe, di inseguimenti, che sciupano tutta la pacata chiarezza dell’invenzione della Spyri. Eppure, evidentemente la creazione poetica originaria geniale vince attraverso le traduzioni, le trasposizioni, le contaminazioni.”
Basta sostituire “Goldrake” ad “Heidi” e il ragionamento diventa attuale :]
Prima di stroncare “Goldrake U” bisognerebbe averlo visto, ed anche se non ci piacerà a causa di un Actarus bimbominkia o di un Goldrake evanghelionizzato, l’importante è che del nostro eroe si sia parlato al telegiornale e su di lui si siano scritti altri articoli.
Con le nuove e nuovissime generazioni di fan di manga ed anime ho a che fare anch’io, e se non li hai cresciuti da bambini con i robottoni, li schifano a priori, quindi forse questo “Goldrake U” con il tratto più vicino ai gusti odierni, permetterà a qualcuno nuovo fan di avvicinarsi al vecchio Goldrake, come già aveva capito nell’agosto 1978 il giornalista Guido Luzzato.
Sia chiaro, personalmente a me hanno già rotto i maroni da un pezzo i millemila remake di Nagai, Mazinghi a più non posso, Getta in tutte le salse, infine pure uno “Shin Jeeg”, il meno di peggio di tutta la nidiata di cloni animati… mancava il remake animato proprio di Goldrake.
E’ stato fatto pure questo, grazie, mi pare di aver capito, al finanziamento dei soliti filantropi arabi del neo-rinascimento renziano… una delle poche cose che ci lega è Goldrake, oltre alla benzina…
Non manca tantissimo per vedere questa nuova serie, vedremo.