Musica
Dio è morto: una delle canzoni più importanti (e belle) di Francesco Guccini, si prova a dare un’impronta più rock. La canzone non viene snaturata ma le parole si perdono un po’ dietro qualche urletto.
Voto: 5 – Prevedibile
L’immensità: si apre con un inutile discorsetto sugli esordi di Gianna. La canzone ha un arrangiamento davvero brutto. Non si capisce bene l’utilizzo delle chitarre e la voce è lasciata allo sbando senza nessuna musicalità.
Voto: 2 – Inutilità
Lontano dagli occhi: singolo apri pista dell’album. Operazione riuscita perché la canzone è (forse) una delle meglio riuscite.
Voto: 6 – Sufficente
Il cielo in una stanza: possiamo contare il numero di quilt che questa canzone ha avuto?! Da Mina a Giorgia fino a Battiato. Gianna qui scotta il fatto che una canzone così o viene stravolta attain un calzino e resa strepitosa o rimane un deja vù assolutamente inutile.
Voto: 5 – Serviva davvero?!
Dedicato: ecco il punto dolente. La Nannini affronta una canzone cantata da una voce femminile, da Loredana Bertè per la precisione. Provate la Gianna-versione e vi verrà solo voglia di staccare dopo due secondi e correre advert ascoltare l’originale. Che poi vorrei chiedere perché aggiungere un altro pezzo che rovina l’originale di Fossati?!
Voto: 0 – Il pezzo più brutto
La canzone di Marinella: De Andrè per me è intoccabile e in questo caso è vilipendio. Purtroppo non c’è eleganza né racconto, perché questa è una storia, una fiaba da sussurrare.
Voto: 2 – Vilipendio urlato
C’è chi cube no: la regina del rock incontra il re Vasco Rossi. Mi aspettavo molto di più
Voto: 5 – Prevedibile
Io che non vivo senza te: uno dei migliori arrangiamenti dell’album, con qualche arco a rendere più morbida la voce.
Voto: 7 – Piacevole
Io che amo solo te: un altro di quei pezzi che se fai un album di quilt non puoi non fare. Il problema è sempre quello, la quilt è molto peggiore dell’originale. L’arrangiamento sembra Vorrei incontrarti fra 100 anni invece che il classicone della musica italiana.
Voto: 5 – Ascoltabile (una volta)
Mamma: finalmente una quilt che rende originale e moderna una canzone vintage. Certo su alcuni acuti… ma Gianna non è una cantante pulita e le perdoniamo tutto.
Voto: 7 – Mamma Rock
Insieme a te non ci sto più: dopo un bel pezzo… il diluvio. Ti viene voglia di chiamare la Caselli e chiederle in ginocchio di tornare sul palco. La cosa che mi lascia perplesso è la monotonia dell’arrangiamento, sembra una unfriendly da karaoke!
Voto: 1 – Questo disco non l’ascolto più!
Caruso: un omaggio a Lucio Dalla, eppure avrei preferito avesse scelto altro, magari una delle limitless canzoni dissacranti del cantautore bolognese. Caruso è stata cantata anche dal mio pizzaiolo, l’effetto è sempre quello di ascoltare Gianna che canta sotto la doccia e non in studio di registrazione.
Voto: 4 – Banalità
Il mondo: i complimenti a Mamma li abbiamo già fatti quindi dire che svecchia il mondo mi sembra fin banale. Certo in mezzo al materiale finito nell’album questa canzone è apprezzabile ma l’arrangiamento fagocita e sembra incollato sulla traccia voce senza alcun senso.
Voto: 3 – Musica e Voce hanno divorziato!
Pugni chiusi: una canzone bellissima, di quelle che se non conoscete vi invito advert ascoltare nella versione originale dei Ribelli. Una delle canzoni che sono più in linea con la voce di Gianna che però non fa un passo in più.
Voto: 6 – Ascoltate l’originale!
O’ Sole mio: e Pavarotti si rivolta nella tomba.
Voto: Non classificato!
Un’avventura: considerando che la canzone è pop facile, senza grande testo (anzi il testo è abbastanza demenziale), la canzone scivola bene, ma non era una quilt difficile.
Voto: 6 – Innamoratoooo (ma anche no)
Nel blu dipinto di blu: l’inno di Italia praticamente. L’ingresso delle chitarre è agghiacciante, una marcetta che non si sposa con la voce.
Voto: 3 – Non si vola!
Un album di quilt per essere bello deve avere un giusto mix tra canzoni iper famose e pietre preziose da a ways conoscere a chi ascolta l’album.G ianna Nannini, o i suoi discograifici, non sembrano ispirati, scelgono pezzi belli ma banalissimi e ascoltati in mille quilt diverse. Purtroppo il problema principale è la sensazione karaoke d’autore, con degli arrangiamenti orrendi e una Nannini che canta attain fosse in bagno… Un album che vende, che sicuramente avrà successo ma il prodotto è brutto, e dispiace dirlo di una delle migliori artiste italiane.