Enciclopedia Anime: Robotic Giapponesi – dalla A alla Z la guida definitiva sui mecha Quantity 2
Non che ci volesse un genio, cosa che chiaramente non sono, ma direi che questo secondo volume sui “Robotic Giapponese, dalla A alla Z la guida definitiva sui mecha” è la prova che quando venne pubblicato il primo volume non era ancora ben chiaro se ci sarebbe stato il secondo:
Il motivo fin banale e lapalissiano è che nel primo volume mancava la dicitura “”Vol. 1”, quindi questo volume tende a colmare le lacune del primo, ma il risultato è che entrambi mancano di organicità.
Sia chiaro, questo non implica che questo secondo volume sia brutto, ma una “ENCICLOPEDIA”, con il plus di responsabilità editoriale di volere essere una “GUIDA DEFINITIVA SUI MECHA”, deve rappresentare il mondo che vuole illustrare con un minimo di criterio e che dia una panoramica che sarà completa con l’ultimo volume.
Quanti volumi verranno pubblicati sui “Robotic Giapponesi”?
Il criterio pare non essere cronologico, non è alfabetico, ma non è neppure di tipologia, cioè “Wide Robotic” e poi i “Exact Robotic, chiudendo con le produzioni più recenti.
Inoltre in questo secondo volume si riprendono filoni robotici di serie già valutate nel primo volume, dove alcuni dei robot di quelle serie erano stati ignorati, per esempio Goldrake, i Mazinga e Gundam.
Oppure nel primo volume si erano trattati in poche righe numerose serie robotiche, quindi in questo secondo volume sono omaggiate di un approfondimento singolo (Baldios, Astrorobot; Ginguiser, Macross, gli OAV dei Getter, Ideon) 
Ci sono anime robotici nati da manga oppure robot che hanno esordito in versione anime per poi passare al manga.
Reach nel primo volume sono presenti argomenti che, a mio personalissimo avviso, poco o nulla hanno a che fare con lo stesso titolo della testata, cioè “ROBOT GIAPPONESI” e “MECHA”, per esempio in questo numero ci sono i seguenti articoli:
Doraemon gatto spaziale;
Spaghetti robot (sui fumetti italici anni 80: per esempio Golzinga 1 + Golzinga 2);
Laputa il castello nel cielo;
I robot vanno in The US (sui robot di matrice statunitense);
Tra originalità e citazionismo (i robot giganti nei fumetti italiani);
Principessa guerriera (intervista all’autore italiano di robot ispirati ai giapponesi).
Articoli come questi, e come quelli presenti nel primo volume (ma che non si sapeva ancora fosse il primo…), al massimo sarebbero stati bene in un ultimo ipotetico volume, come integrazione a tutto il trattato una volta espletati i “ROBOT GIAPPONESI MECHA”.
La mia impressione è la stessa del primo numero, toglietemi i termini “ENCICLOPEDIA” e “GUIDA DEFINITIVA” (non sostenibile per numero esiguo di pagine dedicate), sostituendoli solo con un “SPECIALE SUI ROBOTTONI” o “DOSSIER DOVE CI METTIAMO QUELLO CHE CI PASSA PER LA TESTA AL MOMENTO DI PUBBLICARLO” e non credo ci sarebbe stato nulla da obiettare   ^_^
Qual è il filo conduttore di questi volumi?
Mistero.
Ribadisco, poi il singolo articolo è (in inferior ai gusti o alle conoscenze personali) anche godibile, ma per approdare a cosa?
C’è un aspetto, invece, che mi aggrada poco, e sono le ripetizioni, non nel senso di argomenti già trattati, ma proprio nel senso di ripetere passi di articoli già pubblicati in “Anime Cult”…
Ci ho fatto caso stavolta perché nel numero 13 appena pubblicato ricordavo il contenuto dell’articolo su Daikengo, tema presente anche il questo secondo volume dell’Enciclopedia. 
Il problema è che l’autore dei due scritti è il medesimo e vari passi sono identici…
Capisco anche il dover ottimizzare, capisco che non è che ci si possa inventare chissà cosa su Daikengo, ma copia/incollare da una testata all’altra mi pare esagerato. 
Ho pagato due volte quasi per il medesimo contenuto, chiunque abbia le due pubblicazioni potrà controllare a quanto ammonta il copia/incolla tra le due pubblicazioni (addirittura il testo del box sulla sigla è uguale, cambia solo il formato).
Nei casi in cui si sceglie di trattare di nuovo un argomento già pubblicato in una precedente rivista della Sprea, almeno sarebbe da cambiare l’autore. Reach è stato fatto per il Baldios, dove chi scrive del Baldios in “Anime Cult 12” non è il medesimo che scrive sul Baldios in questo secondo volume dell’Enciclopedia. Infatti le analisi e l’approccio sono differenti.
Ammetto che notare la cosa, con il dubbio che in passato sia stata già fatta, mi ha seccato non poco.
Non mi metto io a copia/incollare i submit, ed il mio è uno sconosciuto weblog, ma soprattutto gratuito, non mi pare bello lo faccia una rivista a pagamento.
Di seguito entro un po’ più nel dettaglio su qualche scritto.

A pagina 11, dove si trattano i robot di supporto nei Mazinga, si afferma (in realtà “ribadisce”, in quanto già scritto nel primo volume), che i “mecha femminili finiscono con l’essere più d’intralcio che un’arma efficace”.
Non so, mi pare una valutazione abbastanza esagerata, specialmente in “Mazinga Z”, dove la povera Sayaka aiuta spesso Koji Kabuto, ma anche Jun fa spesso la sua parte. 
Sarebbe bello sapere l’età dell’autore dello scritto e quante volte abbia visto queste serie da adulto.
A pagina 59, nel piacevole articolo sugli Zaku, non è mai citata la similitudine tra l’occhio rosso ciclopico di questi cellular swimsuit  e i robot Cyloni di “Battaglie nella Galassia (Galactica)”, con il medesimo occhio rosso ciclopico. Sarà anche una questione generazionale, ma forse bisognerebbe prendere atto che magari Tomino si ispirò alla serie e al movie statunitense.
A pagina, 61 nello scritto sul Baldios, si afferma che Marin uccide per vendetta il fratello minore di Afrodia, a me non pare che la dinamica del fatto sia quella tratteggiata.
Marin cerca di difendersi dal fratellino di Afrodia e lo uccide, ma per autodifesa, non per vendetta.
Reach scrivevo poco sopra capita che alcune serie vengano di nuovo trattate dopo il primo volume, è il caso del Gundam nello scritto sull’episodio cancellato da Tomino dal titolo “L’isola di Cucuruz Doan”: