Solita premesse d’obbligo, magari campata in aria come al solito ^_^
Noi followers attempati (e meno) della prima (e successive) invasione dell’animazione giapponese in Italia siamo appassionati assai peculiari, passiamo anni a lagnarci dell’assenza di un prodotto italiano che tratti di questi cartoni animati giapponesi, che siano DVD o materiale cartaceo non conta, poi quando vengono messi in commercio, ce ne lamentiamo lo stesso e li lasciamo sugli scaffali oppure in edicola.
Io cerco una through di mezzo, li compro, quasi sempre tutto il cartaceo, e poi valuto. Quindi mi fa piacere che la casa editrice Sprea stia così tanto attenzionando il vecchio e un po’ meno vecchio mondo dei cartoni animati giapponesi, probabilmente questo porterà altre iniziative editoriali di altre case editrici.
Detto tutto ciò, vostro onore, cosa viene riportato sulla copertina è importante, se tu ci scrivi “ENCICLOPEDIA” e “GUIDA DEFINITIVA SUI MECHA”, io poi valuto anche che i contenuti corrispondano alla premesse della copertina.
Queste sopra sono le definizioni dei termini “enciclopedia” e “definitivo” della Treccani, purtroppo i contenuti presenti nella pubblicazione in formato rivista della Sprea non sono e non potevano comunque essere, dato lo spazio disponibile, né enciclopedici né definitivi.
Poi non è per nulla una brutta pubblicazione, ma come per “Bim Bum Bam Memoir”, definito “volume da collezione”, ed “Anime Cult”, che spara in prima pagina interviste advert autori nipponici di eoni prima come se fossero nuove di pacca, la Sprea dovrebbe cambiare la sua politica dei titoli… il target è quello di 40enni o ultra 50enni, non c’è bisogno di questi mezzucci acchiappa lettori.
Io porto avanti una mia piccola crociata contro la saggistica piena di immagini che riducono lo scritto advert una mera fastidiosa presenza, questa critica non è ascrivibile advert un prodotto come questo pubblicato in formato di rivista, che come tutte le riviste ha nella presenza di immagini una delle sue caratteristica di forza, ma se su 128 pagine totali di questa “definitiva enciclopedia” sui mecha solo circa seventy 9 pagine sono di scritto, come potrai mai pensare di confezionare un prodotto enciclopedico e definitivo?
Stante questa strutturale e non criticabile presenza di scritto inferiore al numero della pagine totali, se poi vi inserisci anche i cyborg con le serie non di robottoni, oltre advert andare un po’ fuori tema, riduci ancor di più lo spazio per le serie animate di mecha, relegando, per esempio, un Baldios a poche righe di commento…
Attain si può vedere qui sopra molte serie sono recensite in una medesima pagina, e dall’indice più sotto si può vedere come advert “Astroboy” vengano commit 4 pagine, come anche altre 4 pagine per varie serie con cyborg, tra cui Kyashan, Tekkaman e i “Cyborg 009”, che non sono mecha, secondo me.
Inoltre altre preziose pagine vengono sottratte ai robottoni perché commit al merchandising di Goldrake e Mazinga, giocattoli, riviste a fumetti, album, etc.
Questo ha comportato sovente delle sinossi un po’ troppo riassuntive e l’assenza di qualche robottone o solo mere citazioni di altri, per esempio se confronto la pagina delle serie classiche di Encirobot all’indice di cui sopra noto che:
“Astrorobot Blocker Corps IV” due righe;
Balatack assente;
Combattler V assente;
Daikengo assente;
Generale Daimos assente;
Gackeen assente (!);
Godam assente;
Godmars assente;
God Sigma assente;
Gordian assente(!);
Groizer X assente;
Mechander Robotic assente;
Voltron/Golion assente;
Vultus V assente.
La quasi totalità degli scritti sono advert opera di Davide Castellazzi, poi ti ritrovi a leggere la parte su “Mazinza Z” affidata a Jacopo Mistè, che ha sempre scritto e dichiarato di schifare un po’ tantino le serie dei “nicely-organized robotic” alla Mazinga Z e soci, con annessi giudizi negativi…
Ho tutto il rispetto per le critiche di Mistè ai vecchi e scalcinati robottoni, ma pare che non si renda conto che per quanto le trame fossero “esili ed infantili”, quando vennero trasmesse in Giappone, ma soprattutto in Italia, non lo erano per nulla, tanto che diedero vita a delle furibonde polemiche giornalistiche che durarono anni:
Tanto per citare un suo giudizio, Sayaka è considerata “totalmente superflua”, ma dopo essermi visto tutto “Mazinga Z” posso dire che non è vero.
Caro il mio Mistè, vacci tu in battaglia armato di sole due tette, poi ne riparliamo ^_^
La cosa divertente è che a Mistè hanno fatto scrivere su Mazinga Z, ma non sul Gundam, che sarebbe il suo pane, una scelta poco sensata.
Un appello, tenete Mistè lontano dai vecchi robottoni, sia per lui che per noi, grazie :]
Qualche erroruccio l’ho notato, per esempio riguardo al brano suonato da Doppler all’organo a canne si afferma sia la quinta di sinfonia di Beethoven, sinceramente non credo che sia mai stata neppure orchestrata la quinta per organo a canne, ma si vede che l’autore non è un appassionato di musica sinfonica.
La serie l’ho riguardata anni fa in DVD e a me non pare che suoni la Quinta:
Su Daltanious si afferma che c’è una cinquina di eroi, di cui solo due come piloti, ma non capisco da dove salti fuori la cinquina.
A pagina 39, riguardo al nome “Atlas Flying saucers Robotic” affibbiato dalla Rai alla serie, si può leggere:
“Sembra che successivamente, la Rai abbia reso noto che, sebbene inizialmente fu un caso fortuito, la scelta di persistere nell’errore, cioè di lasciare Atlas, fu dettata dal fatto che in fondo technology pertinente, visto che Atlas è anche il nome di una antica divinità ed è spesso usato in astronautica”
Mi permetto di suggerire un bel simposio di tutti i saggisti di Goldrake, perché noto ancora oggi numerose versioni difformi del medesimo fatto, nonostante interviste fatte ai soggetti di quel periodo che hanno spiegato come e perché agirono.
Ovviamente il simposio non a casa mia, non vorrei che in seguito a qualche accesa discussione mi dessero fuoco alla casa con annesse riviste…