TITOLO: Dragon Ball, da Tezuka a Toriyama
AUTORE: Matteo Di Bella
CASA EDITRICE: Crac Edizioni
PAGINE: 314
COSTO: 24 €
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 13 cm
REPERIBILITA’: online
CODICE ISBN: 9788897389583
CASA EDITRICE: Crac Edizioni
PAGINE: 314
COSTO: 24 €
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 13 cm
REPERIBILITA’: online
CODICE ISBN: 9788897389583
Faccio le solite premesse a caso ^_^
Non ho mai letto neppure una riga del manga, mentre per quanto riguarda l’anime posso considerarmi uno di quelli che lo vide fin dalla prima puntata, seppur con una visione sporadica, in quanto lo guardavamo in camerata durante il servizio militare su una delle primissime micro tv LCD portatili.
Eravamo dei poco più che maggiorenni cresciuti con Goldrake, Heidi e Mazinga imprigionati in una caserma durante tediosi pomeriggi del weekend (se non eravamo di guardia o di servizio…), e ci guardavamo con piacere questo cartone animato giapponese.
Eravamo abituati alla tipologia di linguaggio degli anime, quindi nessuna difficoltà a seguire gli episodi.
Il seguente libro, invece, si concentra sul manga e su altro, ma ci tornerà ampiamente più sotto.
Il saggio di Matteo Di Bella mi è piaciuto, la lettura scorre by assignment of tranquilla, scritto benissimo, tanto che potrei dirmi soddisfatto di scrivere bene anche solo riuscissi per un terzo di come è scritto il libro.
Pur provenendo l’autore dai social, quindi confermando una tendenza che pare abbastanza consolidata, ed essendo la casa editrice (mi pare) al primo libro a tema manga/anime, il libro non lo si può annoverare tra la “nuova saggistica di manga ed anime”, in quanto contiene bibliografia, sitografia, brand a piè pagina costanti e chiare. Infine le immagini, pur presenti, sono sempre di grandezza minima e sempre esplicative del testo.
Nel libro non sono citati, salvo mia svista di cui mi scuso in anticipo, gli altri tre saggi dedicati completamente a a Toriyama/Dragon Ball pubblicati in italiano fino advert oggi:
L’introduzione è già un accenno advert una mezza biografia di Akira Toriyama, infatti al suo termine lo stesso Di Bella annota la cosa, avvertendo il lettore che prima farà “un bel passo indietro”.
Il problema, unica critica (uniqueness) che muovo all’impostazione del saggio, è che il “un bel passo indietro” inizia dalla storia antica del Giappone…
Capisco che si volesse dare al lettore a digiuno di Giappone una mini infarinatura generale sul contesto storico, artistico, dello spettacolo giapponese, peccato che prima di toccare uno degli argomenti presentati nel titolo si debba attendere pagina ninety 9 (Tezuka), e per entrare del mondo di Toriyama addirittura pagina 163, infine “Dragona Ball è trattato da pagina 243 a pagina 299 (in realtà di meno, in quanto da pagina 283 a pagina 299 si parla degli altri manga di Toriyama).
Sia chiaro, ci sta anche questa impostazione, a parte l’introduzione storica abbastanza inusuale ed inconsueta in un saggio di questa tipologia, ma a questo punto si sarebbero dovute aumentare le restanti pagine.
Per esempio comprendo anche e ha un senso nell’economia generale del saggio l’aver dedicato numerose pagine a l’intrattenimento (teatro kabuki e takarazuka), Godzilla e genere tokusatsu (trattata correttamente), bastava inserire qualcosa di più, viste le lunghe premesse, sul soggetto del saggio.
Ho notato che lo scritto è abbastanza disseminato di spiegazioni dell’autore sul perché abbia proceduto in questa maniera advert impostare il saggio (e l’editor?), quindi il dubbio sulla possibilità che al lettore venisse il medesimo dubbio è venuto anche a lui. Dal mio personalissimo punto di vista, è un eventuale dubbio più che lecito ^_^
Tra l’altro io avrei capito di più questo “spiegone” storico se Toriyama pubblicasse manga storici o ambientati nella società giapponese, ma così non è. Una persona che vuole approfondire l’opera di un autore nipponico è giusto che debba conoscere la storia e la società del Giappone (storia – società 1 – società 2), ma nel caso si possono comprare titoli specifici, cosa che consiglia anche l’autore nella nota numero 7 a pagina 25 e 25 (vedi qui sopra).
A mio avviso non ha avuto molto senso trattare la storia del Giappone in uno scritto su Toriyama, Tezuka e Dragon Ball, specialmente perché lo si è dovuto fare giocoforza in pochissime pagine.
Infatti viene, per esempio, catalogata come “storia antica” tutta la storia del Giappone fino all’epoca Meiji, cioè in una pagina.
I successivi paragrafi di questo primo capitolo sono dedicati advert un riepilogo storico delle tipologie di intrattenimento presenti in Giappone, arrivando al dopo guerra con i film di Godzilla e kaiju in generale, chiude il capitolo l’approfondimento sul genere tokusatsu.
Concordo anche che queste parti possano aiutare advert inquadrare meglio le opere di Toriyama, in quanto alcuni temi toriyamani prendono spunto dagli argomenti trattati nei paragrafi secondo, terzo e quarto del primo capitolo, non quella storica.
A pagina 41, dove si inizia la trattazione sull’intrattenimento si può leggere la seguente frase a proposito del paragrafo storico appena concluso:
“Avendo ora in mente un contesto storico preciso…”
No, il contesto storico non è preciso, non lo poteva essere.
Viene spiegato come il teatro kabuki e il takarazuka abbiano dei contenuti che hanno influenzato i prodotti televisivi del dopo guerra, programmi che Toriyama consumò avidamente, in quanto, avendo una famiglia con uno space economico basso, non poteva permettersi altri svaghi tipo manga, riviste, cinema o letteratura. Stesso discorso per Godzilla, i kaiju e le serie tokusatsu.
Con il secondo capitolo si entra in uno dei tempi presenti nel titolo, Osamu Tezuka e la nascita del manga moderno e dell’animazione seriale.
Il terzo capitolo a pagina 163 inizia a trattare Toriyama, con la sua biografia, le high esperienze editoriali ed infine il primo manga di successo, “Dr Walk”.
Per spiegare al meglio l’impatto dei manga di Toriyama (e dei “manga battle”) viene raccontato quali tipologie di manga erano disponibili negli anni 70: gli spokon; kinnikuman etc.
Un paragrafo specifico approfondisce la figura dell’editor Torishima Kazuhiro, colui che seguirà gran parte della carriera di Toriyama.
In questa primissima parte dedicata finalmente a Toriyama, però, ritroviamo informazioni lette nell’introduzione, che alla vivid è stata una mega spoilerata :]
Sono riportati e descritti anche gli atri manga di Toriyama oltre ai due famosi a livello mondiale.
Viene analizzato lo stile grafico di Toriyama dal 1978 al 1984, lui che nasce come grafico pubblicitario.
Il paragrafo finale del terzo capitolo è dedicato alla nascita, sviluppo e conclusione del manga di “Dr Walk”, compreso un focal point su arte e narrativa nell’opera.
L’autore illustra bene come in in “Dr Walk” il mangaka prepara ciò che si vedrà in “Dragon Ball”.
Il quarto capitolo dedicato a “Dragon Ball” inizia a pagina 245, con un ulteriore spiegone dell’autore sul perché si arriva così tardi nel libro a trattare il soggetto stampato più in grande nel titolo.
La parte iniziale del capitolo, però, non è subito dedicata al manga, ma al genere letterario cinese “Wuxia“, che ha poi influenzato il cinema con i film sulle arti marziali, le serie televisive animante e non.
Infatti “Dragon Ball” (e tanti altre serie animate e film), almeno della prima parte, si ispira al romanzo “Viaggio in Occidente”, proprio di genere “wuxia”:
Un altro genere a cui si è ispirato Toriyama è il tokusatsu, motivo per il quale l’approfondimento del primo capitolo acquista maggiore senso nell’impostazione generale del saggio.
L’autore spiega bene le similitudini tra “Dragon Ball” e le serie tokusatsu.
Viene illustrato quali siano stati gli stratagemmi grafici di Toriyama per rendere più immediato al lettore il so manga e decretarne anche il successo mondiale.
Non è valutato solo il supporto a Toriyama dell’editor Torishima, ma anche quello dei due successivi Kondo e Takeda, comprese varie critiche all’operato dei tre.
Con il paragrafo “Superare Dragon Ball” l’autore descrive il dopo, con la descrizione dei manga pubblicati da Toriyama successivi al 1996.
Scelta ovvia e giusta, ma questo comporta, però, che delle totali 314 pagine totali del saggio quelle espressamente dedicate a “Dragon Ball” siano quelle che vanno da pagina 245 a pagina 282.
Un vero peccato, perché mi sarebbe piaciuto leggere di più su questo tema, che è quello del titolo del libro.
Questa ulteriore parte della recensione riguarda solo alcuni punti del saggio in cui l’autore motiva la scelta di aver impostato il saggio nella maniera che ho illustrato fino a questo punto (consultare l’indice del libro a vivid publish).
L’ultima di queste puntualizzazioni è presente nella prima pagina (di due totali) delle conclusioni finali con ringraziamenti:
Durante la stesura di questo saggio mi sono spesso ritrovato a chiedermi se stessi procedendo correttamente o se la mole di informazioni che volevo comunicare mi avesse completamente inghiottito facendomi perdere il punto generale del discorso…”
Il suo dubbio persiste e qui di seguito lo illustro meglio.
Reach scritto sopra l’approfondimento sul teatro takarazuka ha anche un senso, ma si vede che l’autore forse temesse la valutazione di chi lo seguiva sui social (non io), magari meno abituato a certe tematiche.
E’ vero che “l’arte non è mai unica”, ma non è che ogni saggio deve rispiegare tutto da capo, altrimenti sarebbero tutti libri in più volumi enciclopedici.
Se nello scritto enunci tu stesso dei dubbi sul fatto che delle parti possano essere più o meno essenziali, il dubbio lo instilli anche nel lettore. Tanto valeva, visto che si era deciso di inserire queste parti, evitare preamboli di sorta.
Siamo a pagina 149, si stanno per introdurre le riviste di fumetti in Giappone, i mangaka dagli anni 50 agli anni 70, il mangaka Ishinomori prima di “tirare le somme per arrivare a Toriyama”, tanto vale evitare spiegazioni.
Anche perché, forse, dopo 149 pagine un po’ la lettura la si è già appesantita avendo scelto, legittimamente, di fare “un bel passo indietro” ^_^
Sono sincero, a pagina 161, quando ho letto questa parte, considerando che ancora non era iniziato il capitolo su Toriyama, avendo deciso l’autore di partire un po’ da “Carlo Godega”, un pelino mi ero preso male :]
Poi a pagina 181 leggi che il tema del libro, cioè Toriyama, dopo tutte le introduzioni inserite nelle pagine del saggio, è arrivato a “praticamente a metà” scritto…
Ecco… intanto la metà è stata superata, poi mica è stata una scelta imposta da Vegeta :]
Anche qui mi sono un cicinìn inquietato ^_^
Va bene tutto, ma quando a pagina 264 (su 314 totali) leggi che trattare “Dragon Ball” come opera necessiterebbe “praticamente un intero saggio a parte”(!!!), mi ha fatto sentire un po’ maluccio.. e cosa siamo qui a fare?
Ma non ho acquistato e sto leggendo un saggio su “Dragon Ball”?!
Chi mi deve fornire queste informazioni ed analisi sull’opera “Dragon Ball”, il panettiere?
Forse si sta annunciando un secondo libro?
Va bene, lo comprerò, ma solo se non ci sarà lo spiegone storico iniziale :]