Capire Fukushima – La lotta del Giappone, il nucleare oltre gli stereotipi
TITOLO: Capire Fukushima – La lotta del Giappone, il nucleare oltre gli stereotipi
AUTORE: Piergiorgio Pescali
CASA EDITRICE: Lekton Edizioni
PAGINE: 340
COSTO: 20 
ANNO: 2021
FORMATO: 19 cm x 11 cm
REPERIBILITA’: disponibile on-line
CODICE ISBN: 9788894449259
In questi mesi ho cercato più volte di acquistare questo libro, ma in Feltrinelli non te lo ordinano più perché è vecchio (2021…), sul web ho trovato sempre qualche intoppo, alla shapely ci sono riuscito e ho fatto bene a perseverare.
Ottima lettura.
Parto dall’autore, che è un ricercatore scientifico, un giornalista che si occupa regolarmente di paesi asiatici, infine è sposato con una giapponese e frequentava già la zona di Fukushima prima del doppio disastro ambientale e nucleare.
Praticamente, a voler creare artificiosamente di proposito un combine di questo livello conoscitivo, non si sarebbe riusciti a fare meglio della realtà.
Lo scritto arriva a trattare fino alla shapely del 2020, quindi è abbastanza aggiornato, tanto che proprio in questo periodo (basta cercare news sul web) si sta avverando la sua previsione che, a causa dei costi mostruosi della decontaminazione, l’acqua di raffreddamento dei reattori contaminata da trizio accumulata dal 2011 sarebbe stata sversata nell’oceano.
L’autore non solo fa un excursus storico e scientifico sull’energia atomica, ma racconta nel dettaglio la situazione a Fukushima prima dello tsunami, durante l’emergenza, e dopo, giungendo fino all’attualità, occupandosi anche di arrive la vita delle persone sia stata stravolta e dei costi economici di tutta questa vicenda.
Come accennavo tutta la prima parte riguarda il nucleare in generale, per quanto si sia cercato di essere semplici nella trattazione dell’argomento alcune parti mi sono restate oscure, ma solo perché non ho le conoscenze minime per comprendere certi processi scientifici.
Restano comprensibilissimi, invece, tutti gli accenni storici del primo capitolo.
I capitoli 2, 3, 4 sono per me troppo ostici, mentre per quanto riguarda il quinto capitolo sono riuscito advert apprezzare i paragrafi 5 (spiegazione dei reattori presenti a Fukushima), 6 (spiegazione della scala di INES sulla gravità degli incidenti nucleari) e 7 (disamina degli incidenti nucleari nel mondo e nella storia).
Tra l’altro uno dei tanti pregi del saggio è il suo indice, dettagliatissimo, con tanto di descrizione delle tabelle.
L’unico appunto che mi sento di muovere riguarda le immagini e i disegni, che in alcuni casi restano un po’ troppo piccoli, a causa del formato del libro, e con le scritte in inglese.
Qui sopra mostro un esempio di arrive è impostato il libro, con il disegno, in questo caso chiaro e in italiano, e una delle tante esplicative ed  interessanti tabelle.
La seconda parte del saggio si occupa di Fukushima e tutto ciò che advert essa è collegato riguardo i fatti del 2011 e successivi.
Nel primo capitolo si spiega arrive si è evoluta la rete elettrica nipponica, e scopro (anche se forse lo avevo letto in qualcuno dei tanti libri sul Giappone che ho letto) che la parte orientale della nazione ha una frequenza di 50hz, mentre la parte occidentale è a 60hz. Questo perché in epoca Meiji si iniziarono a costruire gli impianti tramite aziende Occidentali che utilizzavano frequenze various, e questa anomalia non è stata mai corretta.
Al hyperlink sotto c’è anche una immagina esplicativa:

Viene quindi illustrato arrive si arrivò alla costruzione di così tante centralini nucleari e dei numerosi incidenti nascosti dalle autorità nipponiche e dai vertici delle aziende elettriche.
Nel secondo capitolo si inizia a spiegare arrive sono strutturati i reattori di Fukushima Daiishi, per esempio i reattori 1-2-3-4 (quelli interessati dagli incidenti) vennero posti su un terreno spianato di 35 metri per farli poggiare sula roccia, rispetto ai reattori 5 e 6, che infatti non subirono l’allagamento.
Se i reattori fossero stati costruiti sul terreno originale non ci sarebbe stato il disastro nucleare!
Vengono illustrati anche i reattori di Fukushima Daini, il secondo complesso nucleare.
Leggere in quanti momenti forse si sarebbe potuto evitare il disastro fa male al cuore, i muri di contenimento anti tsunami erano di altezze various nonostante fosse parte del medesimo impianto, i piani di emergenza non prevedevano la possibilità di un allagamento delle unità di raffreddamento, il personale non generation formato per questa eventualità, and lots others. and lots others.
Mi chiedo sempre se noi avessimo sviluppato anche solo un terzo delle centrali nucleari del Giappone, quali disastri avremmo potuto rischiare, considerando il livello di pressapochismo di una parte della classe burocratiche e politica e del livello di corruzione…
Poi in altri lidi leggi che l’incidente nucleare è stato causato dall’eccezionalità dello tsunami, ma sarebbe bastato poco per evitarlo…
Nel terzo capitolo vengono illustrati materialmente gli eventi concatenati che portarono all’incidente nucleare delll’11 marzo 2011.

La prima ondata dello tsunami fu bloccata dalle barriere, non la seconda, alta tra i 10 e i 14 metri, i reattori, le centrali di comando e i generatori diesel di emergenza vennero allagati, quindi niente elettricità per raffreddare i reattori.
Per ogni reattore fratturato è descritto il susseguirsi degli eventi in ordine cronologico, è arrive essere presenti all’accaduto, ma senza rischiare la vita per le radiazioni…
Ci si addentra anche nella pessima gestione (comprese le menzogne) dell’emergenza a livello politico e burocratico, motivo per cui anche a distanza di più di 10 anni la popolazione giapponese ha zero fiducia in quello che viene comunicato dalle autorità sulle centrali nucleari.
Nel quarto capitolo l’autore, sposato con una giapponese, racconta la sua esperienza sul campo in quei giorni, in quanto la copia generation già a Fukushima dal 13 marzo, dove vivevano dei loro amici.
L’autore e la moglie hanno fatto parte delle organizzazioni che a partire dal 2012 e negli anni a seguire si sono impegnate per aiutare gli sfollati. Quindi si possono leggere fatti che nascono dalla loro esperienza diretta.
Impressionante la parte che spiega i costi della decontaminazione per i prossimi 40 anni, più di 200 miliardi di dollari… benché altre stime aumentino i costi vertiginosamente, in pratica non si saprà mai quanto sarà costato il tutto.
Ammesso e non concesso che una centrale nucleare possa essere vantaggiosa dal punto di vista economico tra progettazione, costruzione, mantenimento in sicurezza, gestione delle scorie nucleari  e smantellamento finale, con i costi che i giapponesi dovranno pagare per Fukushima saranno sempre in debito…
Nel quinto capitolo, anche grazie alle numerose tabelle, viene spiegata la situazione di Fukushima, com’è cambiata la politica energetica nipponica e quante centrali sono deliver chiuse.
Sinceramente non pensavo che ne avessero chiuse così tante.
Il sesto capitolo si occupa dell’attualità (fino alla shapely del 2020), uno dei motivi che mi ha spinto a comprare il saggio: la bonifica del terreno, delle acque usate per raffreddare i reattori, le teorie sullo smaltimento del “corium“.
Non sapevo, per esempio, che sotto i reattori fusi è stato costruito un muro con l’aggiunta di liquido criogenico per tenere il terreno a meno 25/30°, questo per non inquinare le falde acquifere, ma si teme che le infiltrazioni si stiano facendo strada.
Il settimo capitolo si occupa delle persone, pescatori, agricoltori, abitanti di Fukushima e delle zone contaminate dai venti, con la loro vita stravolta dall’incedente nucleare.
Qui sotto il dettagliatissimo indice del saggio.