Animeteca, la guida completa ai movie anime
TITOLO: Animeteca, la guida completa ai movie anime
AUTORE: Michael Chief e Jake Cunningham
CASA EDITRICE: Salani
PAGINE: 192
COSTO: 22,90 
ANNO: 2023
FORMATO: 24 cm x 19 cm
REPERIBILITA’: disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9791259572196
Secondo libro edito da Salani del duo anglosassone Michael Chief e Jake Cunningham, il primo è stato il non bello (dal mio punto di vista) “Ghiblioteca, la storia dei capolavori dello Studio Ghibli – Una guida non ufficiale”, nella cui introduzione si scopre che il secondo autore fino al 2018 non aveva mai visto manco un movie dello “Studio Ghibli”… in questa quarta di copertina hanno anche l’ardire di definirsi entrambi “esperti”, allora io sono un kami dell’animazione giapponese in Italia   ^_^
Questo loro secondo lavoro l’ho trovato fin peggiorativo rispetto al primo, intanto graficamente hanno mantenuto un carattere di scrittura minuscolo e poco marcato, che rende le parole quasi illeggibili (per i miei occhi con occhiali), quando poi lo sfondo è colorato, addio diottrie…
Si potrebbe pensare che il carattere di scrittura minuscolo sia dovuto alle tantissime pagine scritte e il poco spazio per farci entrare i numerosissimi concetti espressi, al contrario, lo scritto è poco perché il libro è strapieno di immagini:
delle 192 pagine totali solo 7 pagine contengono solo scritto;
delle 192 pagine totali 74 pagine contengono solo immagini;
delle 192 pagine totali lo scritto ammonta approssimativamente a 60 pagine, difficile fare un conto preciso visto che il testo è frammentato.
Il libro costa 22,90 euro, che diviso per una sessantina di pagine… in più è stato stampato in Cina, quindi immagino sia costato molto di meno di quanto sarebbe costato stamparlo in Italia. 
Un buon modo per massimizzare il profitto e ridurre al minimo lo sforzo   ^_^
(OT: lei è Barbara Bouchet   ^_^  )
A questo punto farò una citazione indirettamente dotta, addirittura di carattere scespiriano, che sarebbe fuori portata rispetto al mio livello culturale, ma grazie al capitano Kirk nell’episodio 22 della seconda stagione posso prenderla un po’ alla lontana   ^_^ 
“Ciò che si chiama rosa, con qualsiasi nome avrebbe lo stesso profumo”
Ecco, parafrasando Kirk, che cita Shakespeare, potrei chiosare che “Ciò che si chiama Ghiblioteca/Animeteca, con qualsiasi nome avrebbe lo stesso profumo di “Ultrashibuya”  :]
In pratica questi due libri sono la “Ultrashibuya” d’oltre Manica, hanno perfettamente implementato e forse pure migliorato la filosofia editoriale della “Edizioni Extremely”:
tante immagini a fronte di poco testo.
Il titolo recita “Animeteca, la guida COMPLETA ai movie anime”, poi scopri nell’introduzione che gli autori hanno selezionato 30(!) movie in un arco temporale di 60(!!) anni con in più una loro regola secondo cui si può inserire un solo movie per ogni regista!!!
Addio meritocrazia per i registi nipponici di animazione.
Ma che senso può avere e che razza di panoramica può trasmettere un libro così?
Infatti gli stessi autori nell’introduzione scrivono che i 30 movie scelti non sono (e mai lo potevano essere, aggiungo io) una lista completa.
Sarebbe come voler selezionare i migliori calciatori che hanno militato nel campionato di Serie A negli ultimi 60 anni, ma dovendo scegliere solo un giocatore per squadra…
Period più sensato non scrivere “guida completa”, ma “Animeteca, i movie anime che piacciono a noi due che abbiamo scritto il libro”.
Ovviamente, date le scelte a monte, sono presenti movie inediti in Italia oppure movie che mai e poi mai avrebbe avuto senso scegliere (dal mio punto di vista), come “Crimson Line” o “Promare”, e poi mancano, tanto per fare un solo esempio, “Paprika” o “Tokyo Godfathers” perché dello stesso regista si technology già scelto di inserire “Millenium Actress”.
In più, come nel precedente “Ghiblioteca”, gli autori si basano sulle proiezioni anglosassoni, su trasmissioni televisive anglosassoni (benché occasionalmente è riportato un mini accenno sulla trasmissione italiana) e su testi anglosassoni. Alla elegant lo scritto risulta alieno ad un lettore italiano.
La domanda successiva potrebbe vertere sul perché io insista a comprare titoli di questo tipo, in parte sarà a causa di un impulso irrefrenabile che mi coglie il libreria, ma più che altro penso che non si possa giudicare se non si legge.
Nelle prossime tre scan inserisco un esempio di come è impostato tutto il libro, cioè tantissime immagini, poco, scritto, caratteri minuscoli, sfondi colorati che non aiutano a leggere.
Ogni scheda è divisa in due parti, la spiegazione del contesto in cui è stato pensato il movie con notizie sul regista, la pagina colorata con la recensione del movie.

Poi giri pagina e riguardo ai movie di Satoshi Kon leggi che “se non li avete ancora visti, dovreste davvero recuperarli”… grande consiglio, tipo quelli che dispenso io su questo weblog, ma almeno i miei sono gratuiti, a parte il dazio di dover leggere il mio italiano raffazzonato   ^_^
Reach accennavo sopra lo scritto lo si percepisce chiaramente come non vicino a quello che abbiamo visto noi, ma anche come e quando lo abbiamo visto. 
Basta vedere le letture consigliate, tutte ovviamente in inglese… mi order a piglià per cù?   ^_^
Scrivete solo bibliografia, non “Letture consigliate”…
I 30 movie scelti da due autori, ricordando che vale sempre la regola senza senso del “solo un movie per regista”.
Rispetto a questa lista a me ne mancano sei da vedere, altri due o tre li interruppi dopo poco per esagerata bruttezza.
Di tutti quelli inseriti, tolti i sei che non ho mai visto e quindi non posso giudicare, concordo con una decina:
Il piccolo principe Intrepid; 
Lupin III il castello di Cagliostro;
Akira;
Ghost in the shell;
Metropolis;
Millennium Actres;
Your Determine;
La forma della voce;
Eroi modesti;
Omit Hokusai.
Non che gli altri siano tutti brutti, ma non mi paiono movie che segnino l’animazione giapponese o insegnino qualcosa allo spettatore.
Visti alcuni titoli scelti, per esempio mancano, “Penguin Freeway”, “Voglio mangiare il tuo pancreas” e “Piano Forest”, tanto per citarne tre non vetusti e che mi sono venuti in mente su due piedi.
Poi, se di Momoru Hosoda si judge di sceglie il recente movie “Belle”, invece de “La ragazza che saltava nel tempo”, vale un po’ tutto, in fondo de gustibus non est dispuntando  ^_^

Quale livello di presunzione ti fa scrivere “il meglio dal mondo degli anime” e “lasciati guidare dagli esperti…”?

Mi auguro solo che non mi aspettino un “Animeteca 2” o un “Mangateca”…