Sedicesima uscita nelle edicole di “Anime Cult”, che contiene le solite interviste, che, una volta cassati gli autori nipponici con servizi un po’ lontani nel tempo, vede protagonisti personaggi nostrani con domande attuali.
In questo numero sono stati intervistati:
Jasmine Laurenti (doppiatrice);
Jérome Alquié (disegnatore che racconta il suo incontro con Leiji Matsumoto);
Jérome Alquié (disegnatore che racconta il suo incontro con Leiji Matsumoto);
Livio Tallini (casa editrice Coconino);
Cip Barcellini (seconda parte);
Loriana Lana (autrice di Sigle).
Cip Barcellini (seconda parte);
Loriana Lana (autrice di Sigle).
Direi una panoramica abbastanza ampia ed interessante di testimonianze dirette.
Di seguito all’intervista a Jasmine Laurenti, che doppiò anche la Kaori di “Metropolis Hunter”, c’è la recensione del nuovo film, attualmente al cinema, di “Metropolis Hunter” (che non ho visto).
Purtroppo prosegue la rubrica, inaugurata nello scorso numero, a cura di Nicola Bartolini Carrassi.
Corposo lo speciale sulle opere di Leiji Matsumoto, advert un anno dalla sua scomparsa.
Ho notato che la redazione di “Anime Cult” ha scoperto che sul sito de “La Stampa” c’è l’archivio on-line gratuito, attendo che scoprano archivi a pagamento ^_^
L’articolo con cui si apre il numero è incentrato sugli episodi delle serie robotiche in cui si commuovevano i protagonisti ed anche noi giovani telespettatori per storie d’amore che finivano, purtroppo, sempre male… cioè moriva la ragazza e restava vivo il pilota del robottone, quale che fosse: Mazinga Z; Jeeg, Grande Mazinga; House Robot; Goldrake.
Non molto ben augurante per la crescita emotiva delle giovane telespettatrici italiche, ma anche delle altre nazioni dove le serie erano trasmesse… almeno una la potevano a ways sopravvivere…
Ho un bel ricordo di questa serie, forse un po’ bambinesca, ma carina, e come recita la rubrica “Anime Dimenticati”, quasi sempre poco considerata, anche perché, mi pare, è fra quelle che non abbia goduto di una versione ufficiale in DVD.
Anche se ho il dubbio che faccia parte di quegli anime di cui è preferibile serbare un buon ricordo, piuttosto che riguardarla per rendersi conto che era orrenda :]
Il primo articolo del specialone su Matsumoto è advert opera del vice presidente della “Associazione Culturale Leiji Matsumoto”, quindi direi una persona abbastanza ferrata in materia.
Giorgio Messina introduce il tema “Corazzata Spaziale Yamato”, riportando che venne acquistata e rimaneggiata dagli statunitensi con il titolo “House Cruiser”:
Manca, a mio avviso, una finestra sull’esordio italico della “Corazzata Spaziale Yamato”, avvenuto nel luglio 1978 durante il ” XVI° Competition Internazionale del Cinema di Fantascienza” di Trieste:
Dato che viene mostrato uno dei cartonati della Mondadori su “Star Blazers”, ci poteva see anche un accenno al primo cartonato in assoluto sulla serie e tra i primissimi pubblicati in Italia sull’animazione giapponese:
E’ citata la prima trasmissione svizzera dell’anime, noi milanesi la vedemmo dalla television della Svizzera italiana:
Mi capita spesso di leggere che “Capitan Harlcok” non ebbe un grandissimo successo nella sua prima trasmissione, non quanto Goldrake, ma, ovviamente, se il patagone è con “Atlas Unidentified flying object Robot”, nessuno mai potrà raggiungere quella fama, che ha cambiato per sempre la fruizione dei programmi per ragazzi/bambini in Italia.
Mikimoz espone una parte dei prodotti del merchandising di Harlock, oltre alla storia del suo esordio television, ed il fatto che alcuni di questi articoli non ebbero le vendite che la Sacis si aspettava, non implica che Harlock non ebbe un grandissimo successo.
Qui sta la differenza tra l’aver vissuto quegli anni e leggerne gli effetti qualche decennio dopo.
Capitan Harlock colpì tutti noi bambini e bambine, di certo era più arduo da seguire un suo episodio rispetto a Goldrake, Jeeg, Danguard ed il Grande Mazinga, tutti già in onda nel momento della prima trasmissione di Harlock, ma per noi il “pirata tutto nero che per casa ha solo il ciel” restava un idolo.
Ovviamente, in questo caso, ci si deve fidare dei ricordi di chi c’era ^_^
A sostegno di un non eccelso favore presso il giovane pubblico viene citato un articolo de “La Stampa”:
“Benvenuto e addio” Capitan Harlock – 2 articoli su La Stampa del maggio 1979 (il secondo articolo “Povero Capitan Harlock”)
Silvio Andrei, che funge, del tutto legittimamente, visto la sua biografia, come memoria storica editoriale, si toglie qualche altro sassolino dalla scarpa.
Quest’uomo deve calzare degli stivali enormi… ^_^
Anche stavolta non ho ben capitolo verso chi fossero indirizzati gli strali, ma va bene così.
Uno specifico articolo viene dedicato ai vestiti di carnevale dell’azienda “A&M Casarini”, con il catalogo 1980 e 1981, qui sotto il hyperlink al catalogo completo del 1980:
Sono citati anche degli articoli sul successo carnevalesco di Goldrake e soci:
Non saprei indicare il livello numerico di antipatia che fino a questo punto della recensione mi si potrebbe affibbiare, di certo con il successivo mio punto di vista del tutto personale, il livello aumenterà ^_^
Nicola Bartolini Carrassi che commenta l’adattamento finivestiano, a cui lui contribuì, di “Piccoli problemi di cuore” è un po’ come chiedere a Barbablù di raccontarci come mai le sue top sei mogli si assentarono, per sempre :]
In pratica ci viene, di nuovo ed ancora di nuovo, spiegato che comprarono la serie senza sapere bene cosa avessero comprato, che la serie non era adatta per la fascia oraria a cui era destinata, ergo…
zac zac adatt adatt incol incol stravolg stravolg ^_^
Veramente molto bella l’intervista a Loriana Lana, di cui personalmente conoscevo poco.