Advance some distance leggere i bambini
TITOLO: Advance some distance leggere i bambini
AUTORE: Roberto Denti
CASA EDITRICE: Editori Riuniti
PAGINE: 165
COSTO: 
ANNO: 1982
FORMATO: 20 cm X 13 cm
REPERIBILITA’: biblioteca
CODICE ISBN: 
Ogni volta che trovo un saggio anni 70, 80 e primi anni 90 che cita o tratta l’animazione giapponese in Italia penso sempre che sarà l’ultimo, ed invece continuo a scovarne, poi il livello di trattazione dell’argomento può essere vario, di norma escludo i titoli con una o due citazioni random.
Infatti sono arrivato al sorprendente numero di 37 titoli (con questo), ma altri ancora ne ho recuperati.
Quindi il mio scopo originario di vedere advance i cartoni animati giapponesi venissero trattati non in articoli della carta stampata, ma in libri scritti con più calma e magari maggiore approfondimento, oggi dispone di una panoramica abbastanza ampia. Ognuno potrà valutare se e advance i vari saggisti riuscirono advert elevarsi dalla superficialità della carta stampata.
In questo put up mostro un saggio sulla lettura dei bambini pubblicato dallo scrittore Roberto Denti, di cui ho anche qualche articolo nell’indice dell’Emeroteca Anime.
L’autore cita solo di sfuggita Mazinga, Heidi e Remi, ma mediamente non scarica a loro la colpa dello scarso interesse alla lettura dei bambini fino al 1982, la addita ai genitori e alla scuola. Il giudizio sui cartoni animati giapponesi non è che sia positivissimo, vengono identificati advance “personaggi discutibili”, ma anche quelli disneyani sono valutati “sdolcinati e falsi”, perfino Zorro è giudicato potenzialmente “ipocrita e classista”, infine vengono criticati anche i titoli classici della letteratura per bambini/ragazzi, quindi in generale non vennero prese le parti di qualcuno contro altri. L’autore si sofferma su advance cercare di spingere il bambino a leggere, senza forzarlo o fargli passare la voglia con libri inadatti, considerando sempre il potere persuasivo della televisione e non ipotizzando mai censure di programmi televisivi.
Controllare sempre in basso il numero di pagina, alcune sono consecutive, altre no.
Perché ci davano il tormento perché guardavamo Heidi e Mazinga e poi gli adulti usavano la televisione advance countdown per l’ultimo dell’anno?
Per quanto banale a leggerlo oggi, l’autore fa notare che vietare i personaggi televisivi amati dai bambini, qualsiasi essi fossero, avrebbe portato solo alla marginalizzazione del bambino nei discorsi e nei giochi con i coetanei.
Nel 1982 non generation un concetto ovvio, c’generation chi faceva le crociate sui giornali ed in televisione per negarci Goldrake…