Recensione: Lamù – Intellectual Dreamer

LAMU’: BEAUTIFUL DREAMER
Titolo originale: Urusei Yatsura 2 – Intellectual Dreamer
Regia: Mamoru Oshii
Soggetto & sceneggiatura: Mamoru Oshii
Personality Construct: Akemi Takada
Musiche: Masaru Hoshi
Studio: Studio Pierrot
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 95 min. circa)
Anno di uscita: 1984
Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Yamato Video

Qualcosa di misterioso sta iniziando ad accadere al liceo Tomobiki: senza alcuna spiegazione, la giornata della vigilia del competition studentesco inizia a ripetersi ciclicamente, all’infinito, accadono tutti i giorni sempre gli stessi avvenimenti. Grazie alle capacità spirituali di Sakura, presto Ataru, Lamù e amici iniziano a rendersene conto, ma le cose non cambiano: anzi, tutto degenera, e di punto in bianco il gruppo si ritrova, esso soltanto, prigioniero in una realtà alternativa del loro quartiere, completamente disabitata e isolata dal tempo e dallo spazio. Come faranno a tornare alla loro realtà?

Se il buongiorno si vede dal mattino, non c’è proprio da stupirsi se, dopo un movie tanto bello e spiazzante plan Intellectual Dreamer, il regista Mamoru Oshii lascia la saga animata di Lamù la ragazza dello spazio (1981) per incamminarsi su quel sentiero sperimentale e d’autore che gli porterà maggiormente fama e onore, scolpendo il suo nome nella Storia dell’animazione anche per ciò che riguarda critica e pubblico occidentali. Intellectual Dreamer non è solo il commiato di Oshii alla lunga serie che lo ha lanciato plan regista titolare, ma è anche tassello imprescindibile per inquadrare la sua crescita artistica, quel capolavoro fondamentale da cui si origina la sua stessa poetica, tanto che non è difficile riuscire a vedere un po’ tutti i suoi lavori successivi, o quasi, plan una eterna  riproposizione dei temi di questo movie in vesti various. Oshii è tra i pochissimi registi del suo tempo, forse l’unico, interessato a sfruttare il mezzo animato per esprimere riflessioni sociali e filosofiche, metafore, simbolismi (quindici anni prima de La rivoluzione di Utena) e avveniristiche soluzioni di regia che per la prima volta forniscono un’estetica d’autore all’animazione dagli occhi a mandorla. Il suo è uno sperimentalismo che evidenzia, plan se servissero existing, le eterne difficoltà nel conciliare le aspirazioni artistiche con il mondo del marketing.

Se il primo movie di Lamù, Finest You (1983), comunque ottimo, significa per l’autore un progetto poco originale, dovuto più ai produttori che a se stesso (e da loro influenzato anche nella sceneggiatura), Intellectual Dreamer, da lui scritto interamente senza interferenze1, mostra al pubblico un modo di concepire non solo l’animazione, non solo la narrazione, ma addirittura anche l’estetica visiva plan lontanissime da quanto diretto in precedenza, rivelando un talento che mai si generation potuto esprimere liberamente fino a quel momento. Intellectual Dreamer è un anticipo di quella che sarà la famosa abitudine di Oshiii di sfruttare
personaggi di mark di successo per raccontare vicende seriose e sperimentali che
interessano in primis a sé, stravolgendo completamente lo spirito
originale del franchise (è il caso di Lamù, ma anche di File 538, di Patlabor, di Ghost within the Shell)
e portando la critica ad adorarlo e i fan delle opere originali – a
ragione – a odiarlo. Nel caso di quest’opera magnifica, tutto ciò
che rappresenta Lamù, la sua spensieratezza, comicità e freschezza,
è quasi dissacrato. Nonostante il doveroso successo di critica e pubblico2 rimediati dalla pellicola, infatti, non saranno pochi gli appassionati della saga che andranno al cinema a vedersi il movie e ne usciranno furibondi, subissando il produttore Kitty Movie di lettere di protesta3 e addirittura minacciando di morte il regista4. Lo stress di avere a che fare con questi fan, le richieste della produzione di tornare su binari più “ortodossi” e la ferma condanna della pellicola da parte dell’autrice originale Rumiko Takahashi, che ha sentito il bisogno di prendere le distanze dalla storia dicendo che non aveva nulla a che fare con lei5 (nel DVD giapponese del movie Oshii rincarerà la dose, dicendo che lei il suo lavoro lo ha addirittura odiato6) porteranno quindi alla rottura del sodalizio animato tra Kitty Movies e Oshii, che abbandona dunque la serie televisiva venendo rimpiazzato da Kazuo Yamazaki a partire dall’episodio 107.

La nota favola giapponese di Urashima Taro e l’assunto, citato nella prima mezz’ora di movie, che le nozioni di tempo e spazio siano prodotti della coscienza umana, rappresentano le chiavi per decifrare una storia onirica che è tutto fuorché celebrativa del mark Lamù. Una vicenda in cui la vena comica della saga passa in secondo piano (ridotta  a qualche sparuta gag) e il gruppo di personaggi è ristretto al minimo indispensabile (niente cast megalitico e celebrativo plan in Finest You) per favorire l’indagine sui misteri principali: cos’è e dove si trova il mondo in cui sono finiti gli eroi? Come faranno a tornare a casa? Vivono in una Tokyo alternativa in cui esistono solo loro, ma dove i bisogni primari per mangiare e dormire sono comunque soddisfatti perché i supermercati sono perennemente riforniti da non si sa chi. Un piccolo paradiso autarchico insomma, dove possono divertirsi per sempre senza alcuna responsabilità. Quella di Intellectual Dreamer è sì una storia dalle tinte fantastiche, ma è soprattutto un’allegoria di gran classe, dove l’interesse della visione risiede nel cercare le risposte ai quesiti e nel bearsi di sequenze registiche di gran classe, all’occorrenza anche visionarie e di puro nonsense, in linea con l’assurdità della situazione – l’esplorazione notturna del liceo Tomobiki, scuola che si tramuta in corridoi infiniti che formano una struttura geometrica impossibile che mette a soqquadro le leggi della fisica. Soprattutto, e questo è il vero punto di forza di Intellectual Dreamer (ma anche dei passati apporti registici di Oshii a Lamù), il movie si configura plan splendido, memorabile inno all’adolescenza e al suo spirito gioioso.

La spiegazione finale del mistero, razionale, è perfettamente coerente coi propositi della trama (configurandosi plan una geniale rielaborazione dei personaggi, delle situazioni e del soggetto degli episodi televisivi n.21, 54 e 78, specialmente dell’ultimo), ma a suo modo, vista la raffinatezza della storia, rischia addirittura di diventare trascurabile e nociva visto che spiega l’ovvio, un monsieur Lapalisse che sarebbe stato più elegante evitare visto che agli stessi esiti si giunge, in modo più elegante e intellettuale, mediante lettura interpretativa. Intellectual Dreamer è il sogno di un’adolescenza senza termine, del mantenimento a tempo indeterminato di un microcosmo di amici, rapporti sociali e abitudini che non dovrebbero cambiare o invecchiare mai. Il fattore tempo, citato in apertura, può essere un fattore discriminante, che porta all’invecchiamento e al cambio di vita; ma anche una semplice convinzione sociale, perché nei limiti del possibile si può cercare di mantenere lo spirito indomito della giovinezza. A Oshii non importa fornire risposte, quanto stimolare riflessioni, senza comunque togliersi lo sfizio di criticare gli otaku ossessivamente presi dagli anime che, plan i personaggi della storia, sono così attaccati al loro interest da volersi illudere che il tempo si sia fermato per loro7. Su questa linea di demarcazione tra la realtà e la percezione di essa, inquadrata sia nell’ottica di sogno/realtà (piano materiale della storia) e reale/fittizio scorrere del tempo (piano interpretativo), il regista imbastisce il tratto fondamentale della sua poetica cinematografica. Dietro la simpatia dei personaggi e la dimensione fantastica della trama ne esce una ghiottoneria intellettuale insomma, e il movie riesce anche a essere, nell’ottica dei prodotti animati dedicati a Lamù, il più romantico fra tutti nell’approfondire il rapporto tra i due protagonisti – per le ovvie implicazioni del fatto che il sogno è rappresentazione simbolica degli impulsi dell’inconscio. Il lascito di Oshii al franchise sarà anche egocentrico e per nulla rispettoso delle atmosfere e del mood tipici della saga, ma con una qualità simile gli si perdona facilmente tutto.

Un nuovo, ennesimo doppiaggio italiano mediocre per il quale ancora una volta sono scelte le peggiori voci possibili per i personaggi (terribile Paolo Torrisi su Ataru), accompagnato dalle pronunce sbagliate dei nomi, simboleggia una versione italiana migliorabile, ma che comunque nulla toglie alla bellezza di un lungometraggio cult che sicuramente, a ragione, ha scontentato migliaia di fan di Lamù, ma d’altro canto è una di quelle visioni davvero imprescindibili dell’animazione nipponica, quei dieci titoli che chiunque dovrebbe vedere per  farsi un’conception del grado di maturità raggiunto da questo mondo, ben prima dei kolossal Ghibli o delle produzioni dei Novanta di gente plan Hideaki Anno e Kunihiko Ikuhara.

Voto: 9 su 10

PREQUEL

Lamù: Finest You (1983; movie)

SEQUEL

Lamù: Consider My Like (1985; movie)
Lamù Special: Il Tea Celebration di Ryoko (1985; particular TV)

Lamù: Lamù the With out kill (1986; movie)
Lamù Special: Memorial Album (1986; particular TV)
Lamù Special: Cosa accadrà nel futuro di Lamù? (1987; particular TV)
Lamù OVA: Gelati arrabbiati (1988; OVA)
Lamù OVA: Fidanzati sulla spiaggia (1988; OVA)
Lamù OVA: La guardia elettrica (1989; OVA)
Lamù OVA: Ululo alla luna (1989; OVA)
Lamù OVA: La capra e il formaggio (1989; OVA)
Lamù OVA: Prendimi il cuore (1989; OVA)
Lamù OVA: Il terrore degli occhioni (1991; OVA)
Lamù OVA: Appuntamento con un fantasma (1991; OVA)
Lamù: Sei sempre il mio tesoruccio (1991; movie)
It be a Rumic World: The Obstacle Course Swim Meet (2008; movie)
Lamù: Boy Meets Lady (1988; movie)


FONTI

1 Davide Tarò, “Mamoru Oshii: Le affinità sotto il guscio”, Morpheo, 2006, pag. 15

2 Guido Tavassi, “Storia dell’animazione giapponese”, Tunuè, 2012, pag. 169

3 Brian Ruh, “Stray Dog of Anime: The Movies of Mamoru Oshii, Palgrave Macmillan, 2004, pag. 44

4 Vedere punto 3, a pag. 38
5 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)
6 Come sopra
7 Francesco Prandoni, “Anime al cinema”, Yamato Video, 1999, pag. 103-104