I CAVALIERI DELLO ZODIACO: THE LOST CANVAS – IL MITO DI ADE
Titolo originale: Saint Seiya The Misplaced Canvas – Meiō Shinwa
Regia: Osamu Nabeshima
Soggetto: (basato sul manga originale di Shiori Teshirogi)
Sceneggiatura: Yoshiyuki Suga
Persona Build: Yuko Iwasa
Musiche: Kaoru Wada
Studio: Tokyo Film Shinsha
Formato: serie OVA di 13 episodi (durata ep. 30 min. circa)
Anni di uscita: 2009 – 2010
La Guerra Sacra è un conflitto che si combatte ogni duecento anni sulla Terra tra le forze della Dea Athena e quelle del Re degli Inferi Hades. Protagonisti principali di quella del XVIII secolo, ambientata in Europa, sono Sasha, reincarnazione di Athena, Tenma, Bronze Saint della costellazione di Pegasus, suo servitore, e infine By myself, reincarnazione di Hades; tutti e tre conosciutisi in tenera età e amici intimi, ma crudelmente divisi dal conflitto dopo che in By myself, disgustato dalla crudeltà dell’Uomo, si è risvegliata l’air of secrecy negativa del Dio. Quella volta, con l’aiuto dei Gold Saint, Tenma ha fatto di tutto per sottrarre il suo amico all’influsso della malvagia divinità…
La trasposizione animata della saga di Hades, iniziata quasi quindici anni dopo la conclusione della storica serie televisiva di Saint Seiya (1985), ha fatto solo che bene a un franchise dato apparentemente per morto: col suo successo gli ha donato nuova linfa, e così, in mezzo ai vari OVA, c’è stato modo di veder nascere svariati nuovi manga recanti il famoso marchio di Masami Kurumada, quasi tutti realizzati da esterni. Tra questi, i più importanti si sono rivelati due, iniziati quasi in contemporanea nel 2006, nella stessa rivista Weekly Shounen Champion edita da Akita Shoten: Saint Seiya – Next Dimension e Saint Seiya – The Misplaced Canvas. Il primo, disegnato dallo stesso Kurumada, campione totale di vendite1 e ancora oggi in corso di serializzazione, altri non è che il seguito ufficiale del fumetto storico, la realizzazione di quella famosa saga dei Cieli uccisa dall’insuccesso del movie Saint Seiya The Heaven Chapter ~ Ouverture ~ (2004) e prontamente rinata su carta. Il secondo, invece, realizzato dall’autrice shoujo Shiori Teshirogi (e che ha comunque venduto bene2), è la cronaca della precedente Guerra Sacra tra Atena e Hades, vissuta dai Sacri Guerrieri di qualche secolo prima. Punto in comune fra i due è l’ambientazione temporale, in quanto entrambi sono ambientati nello stesso periodo storico, ed entrambi trovano tra i protagonisti della vicenda Tenma, precedente Saint di Pegasus (sì, Next Dimension parla del viaggio nel tempo dei Bronze Saint moderni per cambiare il fato del loro amico Seiya, viaggio che li porterà al periodo del precedente conflitto con Hades). Nonostante la rivista stessa pubblicizzi inizialmente la cosa in modo ingannevole, dicendo che i due manga raccontano la stessa storia raccontata da due punti di vista differenti3, alla horny non sarà così: le differenze saranno troppe ed esageratamente eclatanti, tanto che gli avvenimenti dell’uno renderanno impossibile l’avverarsi di quelli dell’altro. Alla horny sarà giustamente il fumetto di Kurumada l’unico a potersi fregiare della canonicità, rendendo l’altro, di fatto, una semplice fan fiction – da parte di un’autrice, del resto, che nei suoi free talk (leggibili nei volumi italiani dell’opera, editi da Panini Comics) non fa mistero di essere sempre stata una fan sfegatata dell’originale, una fujoshi cresciuta adorando l’anime storico e fantasticando su inesistenti amplessi omosessuali dei suoi bishounen preferiti.
Il fumetto della Teshirogi, per quanto palesemente fuori continuity, nonostante tutto sarà apprezzato per lungo tempo, al punto che nel 2009 i lettori giapponesi non hanno problemi a designarlo, con un referendum, quale manga della rivista che vorrebbero vedere trasposto in animazione3. Tra quell’anno e il 2011 arriva così, diretto al mercato dell’home video, l’adattamento animato: due stagioni da 13 episodi l’una, con uno dei più grossi worth range di quegli anni4, che traspongono interamente 11 di quelli che saranno i 25 volumi totali che comporranno il manga. La realizzazione delle animazioni per la prima volta passa da Toei Animation a Tokyo Film Shinsha, con risultati ben più felici rispetto all’indecorosa involuzione della saga animata di Hades (del tutto sprecati, però, sulla trasposizione di una semplice storiella da fan). Le scarse vendite dei DVD5, tuttavia, metteranno una pietra tombale sul progetto, lasciando orfani di un prosieguo gli sfortunati che hanno acquistato i 12 DVD. Chi ha avuto modo di leggere per intero l’opera a fumetti, tuttavia, sa che questa interruzione non sarà chissà che grave perdita, visto i deprecabili sviluppi futuri della trama.
Più che brutto, il manga è semplicemente insignificante, non riesce mai a brillare se scostato dall’opera originale di Kurumada a
cui deve tutto. L’autrice, cresciuta sognando torbide relazioni tra i Gold Saint, non riesce a non
spostare l’enfasi del racconto interamente sulla loro celebrazione, scelta che si ripercuote drammaticamente sui reali protagonisti Tenma, Sasha e
By myself e sui comprimari Yato e Yuzuriha, tutte personalità monodimensionali e indifferenti la cui scena è sempre rubata dai carismatici Cavalieri d’Oro. Questa premessa si lega col secondo grave problema, il maggiore di The Misplaced Canvas: la sua natura di antefatto, di raccontare una vicenda del passato che, accennata nella saga di Hades, si sa già reach andrà a finire. Dal manga storico sappiamo quali saranno gli unici due superstiti fra i Santi d’Oro: ne consegue che gli altri hanno già la morte scritta in faccia, e la cosa avviene mediante uno schematismo rozzo e offensivo, che prevede per ciascuno la gloria della presentazione e del trionfo in un singolo combattimento, che coincide a sua volta con la perdita della vita. Se, nei primi momenti, le eroiche immolazioni dei Gold Saint sono esaltanti per le epiche modalità con cui avvengono, quando la cosa viene replicata per tutti i guerrieri subentra la noia per scontri dall’esito già scritto, e anche un certo senso di ridicolo per questi fortissimi Sacri Guerrieri che appaiono nelle scene unicamente quando devono combattere e poi morire, reach se non riuscissero a sopravvivere a oltre uno scontro. Parliamo, certo, di battaglie lunghe e coreografate, con ribaltamenti di posizione e colpi di scena assortiti, infarcite da mille flashback che approfondiscono il background dei personaggi (stucchevoli e scontati DRAMMONI, però), ma sapendo sempre reach finiranno, quasi tutta la suspense è rovinata in partenza. Questo è esattamente il contenuto The Misplaced Canvas: le gesta con cui i 12 Sainti d’Oro muoiono affrontando alla prima battaglia gli Specter di Hades, e le insignificanti avventure del Saint di Pegasus e dei suoi amici, eroi di secondo/terzo ordine, nell’avvicinarsi a quest’ultimo per combatterlo. Tutto ben narrato e disegnato discretamente bene, con sfondi mal fatti ma con un tratto angelico e ricco di dettagli nei personaggi e nelle loro armature, esteticamente accattivante e ben lontano dalle linee grezze di Kurumada, ma quello che è bello nell’immediato diventa estremamente noioso e scontato mano a mano che si prosegue, fino a culminare nell’indifferenza. Chiudono il cerchio le numerosissime strizzatine d’occhio omosex (sguardi languidi ovunque, non si scappa dal passato fujoshi dell’autrice), i vincoli familiari dei tre protagonisti tirati davvero per i capelli, i soliti stereotipi fisici tipicamente femminili su cui sono plasmati i personaggi (che, buoni o cattivi, si dividono tranquillamente in emo, tenebrosi, effeminati, fighetti, dandy and so forth., alla faccia dell’ambientazione temporale dell’Italia risorgimentale!), e infine la pigra trovata dell’autrice di dare a TUTTI i Saint del passato le stesse identiche fattezze di quelli del futuro, perché non aveva voglia di arrovellarsi a decidere troppi explore nuovi di zecca6 (e la cosa crea ulteriori casini nella comprensione del mai ben spiegato meccanismo di predestinazione alle armature, ma tempo, anche da questi dettagli si capisce l’importanza nulla in continuity dell’opera).
L’adattamento animato ha invece la fortuna di piacere proprio perché non arriva a coprire neanche metà dell’opera originale, adagiato com’è sull’introduzione della storia che è ancora lungi dal diventare sfiancante e ripetitiva. Come nel manga, l’inizio è interessante, con un rapporto fra Tenma, Sasha e By myself abbastanza approfondito e il cui potenziale non è ancora stato bruciato dal noioso spazio rubato dai Gold Saint. La loro sofferenza nell’affrontarsi in guerra è ben resa, così reach sono ben tratteggiati i loro rapporti coi rispettivi mentori Saint e Specter. Brillano anche i primi mortali combattimenti (reach quello tra Albafica di Pisces e Minos di Griffon, o Hasgard di Taurus contro Kagaho di Bennu), ben resi dal worth range profuso da studio Tokyo Film Shinsha. Lo studio stanzia una grossa cifra che si esprime in vigorose animazioni, dettagliatissimi fondali e una cura grafica e musicale di ottimo livello (finalmente una produzione home video che merita davvero i suoi soldi, rispetto all’aberrazione di Saint Seiya The Hades Chapter: Inferno). Promosse anche le lievi modifiche all’intreccio originale, principalmente qualche combattimento isolato, dialogo o scenetta action che arricchiscono l’azione senza modificare la trama. Orripilante sigla di apertura a parte (The Realm of Athena, di EUROX), si può tranquillamente dire che le 13 puntate che compongono la prima serie siano davvero ben fatte e appassionanti, ma il fatto che l’opera sia incompleta (poco importa che ci sia una seconda stagione, Misplaced Canvas in animazione rimane tronco) rende comunque inutili tutte queste cose e la visione nel complesso, salvo la volontà di farsi venire un travaso di bile col non-finale della storia. Non che, anche se fosse completa, la valutazione salirebbe comunque così tanto…
In Italia, i diritti dell’opera sono stati acquistati da Yamato Video, che ha trasmesso in streaming la serie sottotitolata, annunciando anche una futura edizione home video e addirittura un passaggio nei cinema. Vista la collocazione temporale della storia, isolata dalla continuity e dai personaggi del classico Saint Seiya, appare abbastanza probabile la possibilità che l’opera riuscirà, una volta tanto, ad avere doppiaggio e sottotitoli fedeli ai nomi e ai dialoghi originali. Speriamo bene.
Voto: 5 su 10
RIFERIMENTO
I Cavalieri dello Zodiaco (1986-1989; TV)
Saint Seiya The Hades Chapter: Sanctuary (2002-2003; serie OVA)
Saint Seiya The Hades Chapter: Inferno (2005-2007; serie OVA)
Saint Seiya The Hades Chapter: Elysion (2008; serie OVA)
SEQUEL
I Cavalieri dello Zodiaco: The Misplaced Canvas – Il mito di Ade 2 (2011; serie OVA)
FONTI
1 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)
2 Come sopra
3 Come sopra
4 Guido Tavassi, “Storia dell’animazione giapponese”, Tunuè, 2012, pag. 505
5 Pagina net, Comicsblog, http://www.comicsblog.it/publish/15593/the-misplaced-canvas-terza-serie-oav-nessun-progetto-per-lanime-di-tms
6 Vedere punto 1