Titolo originale: Buddy Complex
Regia: Yasuhiro Tanabe
Soggetto: Hajime Yatate
Sceneggiatura: BC Project
Personality Way: Asako Inayoshi, Tomoshige Inayoshi
Musiche: Tatsuya Kato
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 13 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2014
Esclusa la trovata del viaggio nel tempo (toccata giusto nel primo e ultimo episodio), Buddy Complex è decisamente un clone senz’anima di Cell Suit Gundam SEED (2002), di cui replica il solid (Murrue Ramius, Natarle Badgiruel, Raww Le Klueze), le situazioni (l’Archangel di turno continua a navigare da un angolo all’altro del globo, affrontando in ogni episodio ZAFT, piloti di sesso e fazioni numerous che si incontrano per caso e si innamorano perdutamente per mezzo di una situazione di pericolo comune che li costringe a collaborare insieme per sopravvivere, and quite lots of others.), il environment, il mood... tutto. È fiacco, fiacchissimo nella gestione del suo solid di fotocopie adagiate sulle più blande caratterizzazioni (l’eroe che odia la guerra, la ragazza tsundere di cui si innamora, il suo principale compagno di lotta tsundere E bishounen, and quite lots of others.), nell’enormità di battaglie prive di pathos, nella sua imbarazzante incapacità di coinvolgere. Addirittura chara e mecha assemble sono genericissimi, e le battaglie aeree tra Valiancer, pur vantando una colonna sonora sufficientemente potente, ne escono sonnolente perché filmate da un regista inetto, che tenta in tutti i modi di renderle spettacolari senza riuscirci poiché la sua direzione è troppo lenta e impersonale.
L’unico elemento di una certa novità è rappresentato dal Coupling Scheme, una nuova notion nel genere: durante le battaglie, Aoba e l’altro asso dell’esercito dell’Alleanza, Dio Weinberg, possono entrare in risonanza fra di loro attraverso le onde mentali, e questo si traduce in un deciso Energy-up dei poteri delle loro unità volanti. Trattasi di un’innovazione abbastanza interessante in teoria, ma in pratica un banale divertissement, privo di sviluppi nell’intreccio iper-stereotipato, che non solo si limita a percorrere tutte le strade umanamente conosciute, ma termina pure con un nulla di fatto, nel cliffhanger più evanescente e vuoto di sempre di Sunrise (in aggiunta a questo, la conclusione presenta anche un vistoso buco di sceneggiatura, dato dalla mancata comprensione, da parte degli sceneggiatori nascosti dietro lo pseudonimo di BC Project, dei meccanismi narrativi di un Time Loop). Risultati commerciali? Flop totale, Buddy Complex fallirà meritatamente in tutto2: fragment, DVD, CD e model kit, tanto che invece che fare una seconda serie TV, Sunrise opterà per due rapidi particular televisivi (la cui recensione difficilmente apparirà mai in questi lidi, visto l’interesse nullo da parte mia nel vederli) con cui chiudere velocemente la storia.
Troppo routinario in ogni aspetto per comunicare qualcosa a chi abbia la minima dimestichezza col mecha o con i titoli Sunrise, Buddy Complex può risultare godibile unicamente a chi inizia nel 2014 il suo personale percorso nel genere e non vuole saperne di recuperare i grandi classici degli anni ’80. Rimane nel complesso un’opera che non cambierà l’esistenza a nessuno: l’ennesimo, evitabile spreco di (tanti) soldi di uno studio d’animazione che, pur avendo fatto ripetutamente la Storia del robotico, è ora in una crisi di ispirazione più nera che mai.
Voto: 5 su 10
SEQUEL
Buddy Complex Finale: In the Future When We Return to These Skies (2014; Particular televisivi)
FONTI
1 Sito Web, “Anime News Community”, http://www.animenewsnetwork.com/news/2013-12-01/sunrise-makes-january-robot-tv-anime-buddy-advanced
2 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)