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Il ponte a energia eolica e solare

dal sole24ore.com

Un ponte capace di generare oltre 40 milioni kWh all’anno di energia pulita, servendosi della forza del vento e della luce solare, e di soddisfare il fabbisogno energetico di 15mila abitazioni. Questo, in sintesi, è il contenuto del progetto Solar Wind dei dressmaker Francesco Colarossi, Giovanna Saracino e Luisa Saracino, che ha ottenuto il secondo posto – e il premio, invero modesto, considerato il genere di belief, di 7.500 euro – in un concorso bandito dalla regione Calabria per la realizzazione del Parco Solare Sud, mediante il riuso dei tratti dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria tra Scilla e Bagnara dismessi dall’Anas.

La gara si proponeva di selezionare progetti idonei a ripristinare, attraverso iniziative sostenibili e basate sulle energie rinnovabili, viadotti e percorsi autostradali ormai in disuso e la cui demolizione, da sola, costerebbe ben 55 milioni di euro.

Le tecnologie che si intendono impiegare sono tutte esistenti. L’energia eolica verrebbe fornita da 26 turbine collocate all’interno di spazi ricavati tra i pilastri del ponte, capaci di raccogliere il vento che passa per la vallata. Si stima che le turbine siano in grado di garantire 36 milioni di kWh all’anno. Altri 11,2 milioni di kWh annui potrebbero, poi, arrivare da una fitta rete di celle solari poste lungo tutta la superficie stradale e coperte da materiali plastici trasparenti e advert elevata resistenza.

Strutture analoghe sono già in uso negli Stati Uniti. Il ponte è concepito come una sorta di parco sospeso. Ai bordi della strada sono previste ampie isole pedonali, coperte di alberi e vegetazione, dove sarà possibile fermarsi e ammirare il paesaggio, e serre, funzionanti a energia solare, in cui i viaggiatori potranno acquistare prodotti agricoli.

Vicenza: tutto pronto per Spaziocasa 2011

da: Ufficio Stampa Fiera Vicenza

Da domenica 6 a domenica 13 febbraio torna in Fiera a Vicenza Spaziocasa, rassegna fieristica dedicata a mobili, interior gain, arredamenti e complementi d’arredo.

Giunto alla cinquantunesima edizione, il Salone vicentino si presenta al pubblico ed agli addetti ai lavori in una veste rinnovata dove accanto a molte conferme trovano spazio nuove interessanti proposte. Anche quest’anno oltre 200 espositori da tutta Italia – tra cui grandi marchi del made in Italy, realtà artigianali, studi d’architettura ed interior designers – metteranno in vetrina in un’arrangement espositiva di 35.000 metri il meglio del meglio per quanto riguarda l’intero universo della casa: dall’arredo tradizionale ed in stile a quello contemporaneo e di gain, dagli accessori al complemento d’arredo, dalle rifiniture per interni alle tecnologie di riscaldamento e condizionamento.

Tra le novità che accompagnano l’edizione 2011c’è SPAZIOAPERTO, un intero padiglione tematico riservato in modo specifico al living out of doorways dove il pubblico potrà esplorare moltissime soluzioni per personalizzare e vivere al meglio terrazze, balconi, solarium, giardini, piscine ed ogni altro spazio esterno della casa.

L’edizione 2011 di SPAZIOCASA si conferma quale laboratorio di idee e momento di confronto tra tradizione ed innovazione, tra presente e futuro. Tra i tanti eventi ospitati meritano di essere citati la preview esclusiva di “Collezione italiana”, esposizione di oggetti di gain realizzati da artigiani italiani ispirandosi advert eventi e fatti memorabili della storia nazionale dell’ultimo secolo e mezzo, e “Progetti di Giovani architetti italiani”, iniziativa promossa da GiArch – il Coordinamento Nazionale Giovani Architetti –
per dare visibilità ai migliori progetti d’architettura realizzati da architetti italiani below 40, passata di recente alla Triennale di Milano.

Non mancheranno come di consueto i laboratori didattici di Fiera Vicenza Tutorial – proposti in collaborazione con Associazione Artigiani e Comune di Vicenza – rivolti alle famiglie ed ai più piccoli, così come le iniziative promozionali, i concorsi e le mostre realizzati in collaborazione con la CNA di Vicenza.

 da archiportale.com

Arpa Ferrara di Mario Cucinella

Il progetto della nuova sede della sezione provinciale di Ferrara, firmato da Mario Cucinella Architects, è giunto quasi al termine dell’iter che precede la cantierizzazione. È stato, difatti, pubblicato lo scorso 23 dicembre il bando per i lavori di costruzione del complesse edilizio il cui termine è fissato per il prossimo 17 marzo. Il progetto è risultato il vincitore nella gara internazionale, bandita nel 2006 fa dall’Arpa – Agenzia Regionale per l’Ambiente, per la progettazione di un nuovo complesso edilizio destinato a uffici e laboratori di ricerca ed esteso su un’arrangement di 5.000 mq. Il cliente richiedeva un motionless da destinare ai propri uffici che rispondesse ai più alti standard di qualità architettonica e ambientale e fosse caratterizzato da un livello massimo di sostenibilità ambientale.

Il nuovo edificio circonda un cortile centrale che costituisce il nucleo del complesso.
Il tetto dell’edificio, la cosiddetta quinta facciata, rappresenta l’elemento di gain più connotante del progetto. Una serie di condotti di luce naturale conferiscono una enviornment of skills identità architettonica all’edificio e nel contempo, favoriscono la ventilazione naturale e riducono la necessità di raffrescamento meccanico dell’ambiente.

Nel complesso, l’intero edificio agisce proattivamente con il microclima locale soddisfacendo le esigenze di carattere tecnologico manifestate nel briefing. Tutti gli spazi di lavoro sono aperti verso l’esterno con l’inclusione di aree cortili verdi che creano un’alternanza di microambienti interni/esterni pieni e vuoti che movimentano e definiscono i volumi degli edifici.

Il progetto, elaborato da Studio MCA Bologna e Tecnopolis,  è risultato vincitore del premio MIPIM 2009 nella categoria Sustainability – Future initiatives.

Eisenman inaugura la Citta della Cultura di Galizia

È stata inaugurata lo scorso 11 gennaio dal Principe delle Asturie la Città della Cultura di Galizia. Situata a Santiago de Compostela, emblema della tradizione culturale europea e la cui città storica è Patrimonio Culturale dell’Umanità, la Città della Cultura sorge dalla vetta del Monte Gaiás come uno straordinario monumento architettonico del nuovo secolo. Concepita dall’architetto americano Peter Eisenman come importante polo culturale dedicato alla conoscenza e alla creatività contemporanea, la Città della Cultura di Galizia si presenta già dalle sue origini come strumento fondamentale per lo sviluppo di tutta la Galizia. Progettata per ospitare le migliori espressioni culturali della Galizia, Europee e internazionali in generale, la nuova “città” contribuirà a dare risposta alle sfide della Società dell’Informazione e della Conoscenza.

Il progetto è frutto di un concorso internazionale bandito dalla Giunta di Galizia nel 1999 a cui parteciparono nomi del calibro di Ricardo Boffil, Steven Holl, Rem Koolhass, Daniel Libeskind, Juan Navarro Baldeweg, Jean Nouvel e Dominique Perrault e che fu vinto da Eisenman “per la sua singolarità concettuale, la plasticità e per la sua eccezionale sintonia con il contesto”.

Questo complesso di edifici singolari, collegati da strade e piazze, dotati di tutte le più avanzate tecnologie, configura uno spazio di eccellenza per la riflessione e il dibattito sul futuro della Galizia. Gli spazi ospitano servizi e attività destinate alla conservazione del patrimonio e della memoria, e allo studio, ricerca, sperimentazione, produzione e mostra nell’ambito della letteratura e del pensiero, della musica, del teatro e della danza, delle arti visive, della creazione audiovisiva e della comunicazione.

La città della cultura si compone di sei differenti edifici: la Biblioteca e l’Archivio – begin lo scorso 11 gennaio – il Museo e i Servizi Centrali – che saranno inaugurati entro il 2011 – e il Centro della Musica e delle Arti Sceniche e il Centro dell’Arte Internazionale, i cui lavori procedono con maggiore lentezza.

“Invece di concepire il suolo come fondale contro il quale dovesse stagliarsi l’edificio, abbiamo generato una condizione in cui il suolo possa innalzarsi per diventare edificio e l’edificio infilarsi al di sotto del suolo. Si tratta di una nuova tipologia urbana”.Ha affermato Eisenman. Per questo progetto l’architetto ha tracciato i contorni delle cinque principali strade del pellegrinaggio che portano a Santiago e poi ha applicato la loro sagoma alla topografia del collina. In questo modo ha realizzato un edificio dalla forma unica e naturale con la quale il progetto emerge dal terreno e apre i suoi spazi in modo fluido al paesaggio tramite una molteplicità di livelli.

Per Eisenman elementi ispiratori del progetto sono stati la conchiglia, simbolo di Santiago de Compostela, e il piano terra della parte medievale del centro storico. Il risultato è ottenuto per mezzo di un processo schematico, in cui c’è un interazione tra il piano terra del centro storico e le sovrapposte griglie ortogonali che gradualmente distorcono la pianta della città per diventare la nuova struttura del sito. Il nuovo è sovrapposto al vecchio a cui si sovrappone la forma stilizzata della conchiglia. Gli edifici sono scavati nel terreno, configurando un paesaggio urbano composto da un mix di edifici e topografia.

Nella progettazione Eisenman si è ispirato alle ley traces, linee energetiche o linee spirituali, definite dai popoli antichi, che attraversano la maggior parte dei luoghi sacri più importanti al mondo. Tramite le ley traces Eisenman definisce una relazione tra il sito e gli edifici e una tra la matrice interna e quella esterna.
Al fascinating di risolvere il problema della determinazione della dimensione verticale delle griglie sovrapposte e della definizione della terza dimensione, senza farne solo un’estrusione della matrice planimetrica, Eisenman elabora un sistema di regulatory traces: le linee orizzontali isostatiche fluiscono da terra verso l’alto fino al tetto, creando così una serie di traslazioni verticali. Tali linee non si evolvono semplicemente ruotando la griglia cartesiana, ma da rotazioni simultanee in più punti, producendo una trasformazione dinamica del piano terra del sito nella terza dimensione.

Ciò che rende questo progetto diverso dagli altri è la grande varietà di differenti effetti al suo interno. I materiali sono diversi. Tutti i materiali utilizzati sono autoctoni e l’articolazione dei piani e delle facciate si basa su un’astrazione della tradizione locale. In tal modo una zona interna ha il vetro sul pavimento e la pietra sulla parete che riflettendosi nel vetro crea l’illusione ottica di camminarvi sopra.

La Biblioteca, che occupa una superficie di 15,702 mq, è destinata a diventare capofila del sistema di biblioteche galleghe e la sua funzione è quella di raccogliere, conservare e diffondere il patrimonio bibliografico della Galizia e tutta di stampa, audio, audiovisivi o informatici advert esso collegati. L’edificio è costituito da una grande sala lettura su più livelli, cui si accede dalla strada porticata che condivide con l’edificio dell’Archivio della Galizia. Quest’ultimo, il più meridionale degli edifici della Città della Cultura, sorge di fronte alle torri di Hejduk e condivide con la Biblioteca la passerella pedonale che consente l’accesso sul lato opposto. Al suo interno vi sono una sala lettura di grandi dimensioni e sale polivalenti, uno spazio espositivo per la collezione e l’archivio vero e proprio. All’interno vi sono, inoltre, gli uffici e le aree di ricerca. Di fronte all’ingresso, configurato come ambiente indipendente, si trova la zona denominata “Il Cammino di Santiago” da utilizzare come spazio espositivo.