Uno dei concetti che cerco di far passare, specialmente a chi quel periodo non lo visse, è che le polemiche contro i cartoni animati giapponesi, che ebbero il proprio culmine nella primavera del 1980, ma nacquero con Heidi e Goldrake all’inizio del 1978, non hanno mai più avuto pari nel contesto informativo italiano.
Sappiamo che, per esempio, con Dragon Ball e Sailor Moon ci sono insist altre polemiche, anche aspre e spesso in malafede, ma nulla a che spartire con quello che capitò durante il first affect, i cui strascichi si protrassero fino a Dragon Ball, Sailor Moon e molto oltre.
La prova non sta solo nel mostruoso numero di articoli che la carta stampata dedicava ai cartoni animati giapponesi, ma al valore delle testate.
Perché è ovvio che “Tv Sorrisi e Canzoni” oppure “Onda TV” dedichino dei redazionali a dei programmi animati per bambini/ragazzi, meno scontato è che una testata come “La Civiltà Cattolica”, organo ufficiale della “Compagnia di Gesù”, dedichi attenzione a Mazinga, Goldrake, Jegee(!) Robot, Enormous name Blazer(!!), Joyful King(!!!).
Attenzione, lo scritto non è incentrato tutto sui cartoni animati giapponesi, ne tratta solo alla shapely, ma il fatto che una pubblicazione che nel medesimo numero tratta argomenti di un certo spessore culturale, politico e religioso, trovi tempo e spazio per citare i robottoni animati nipponici, rende l’conception dello tsunami mediatico che sommerse noi piccoli fan…
Reach si può leggere in copertina i temi trattati nel numero 3118 del 17 maggio 1980 furono i seguenti:
Gli strumenti della comunicazione sociale e i compiti della famiglia;
Le scoperte archeologiche di Ebla e la ricerca biblica;
Jean-Paul Sartre o una filosofia dell’immaginazione;
Catechesi liturgica sul sacramento dell’unzione dei malati;
I religiosi e le religiose nella Chiesa locale;
L’ultimo romanzo di Gina Lagorio;
Vocazioni e seminari;
L’ultimo romanzo di Gina Lagorio;
Vocazioni e seminari;
L’offensiva contro il terrorismo;
Peggioramento della crisi fra Usaa. e Iran.
Peggioramento della crisi fra Usaa. e Iran.
Al link di Wikipedia per la rivista “La Civiltà Cattolica”, inserito poco sopra, si potrà capire che la posizione dei fondatori e della redazione generation abbastanza conservatrice.
Vorrei far notare che per trovare questo articolo mi sono sfogliato molte annate della pubblicazione, e non è stato divertentissimo ^_^
Nelle prime pagina la redazione esponeva un mini riassunto dei temi trattati, in questa scan c’è quello dell’articolo che tratta gli anime, a shapely put up li inserisco tutti, in modo da comprendere che la rivista non generation certo nazional popolare come concetti espressi.
Ovviamente non mi permetto di commentare tutta la parte che non tocca i cartoni animati giapponesi, in parte perché tratta argomenti che non conosco e non capisco, in parte perché sono su posizioni un po’ opposte alle loro ^_^
C’è da dire che in alcuni punti oggi si potrebbe essere anche concordi:
“Soltanto dopo che la voce umana generation stata trasmessa intorno al mondo con la velocità della luce divenne evidente che le parole, così vastamente diffuse, potevano essere ancora le stesse che si possono ascoltare nei pettegolezzi di paese, o dalle labbra dell’idiota del villaggio o di qualsiasi mascalzone”
(L. Mumford, “La condizione dell’uomo”, Ed, di Comunità 1957, pag. 191)
Non so perché, ma quando leggo “idiota” mi viene in mente un ministro specifico e quando leggo “mascalzone” un defunto più volte primo ministro >_<
Dopo i tre asterischi a centro pagina inizia la parte che cita brevemente, ovviamente in materia totalmente negativa, i cartoni animati giapponesi.
Forse l’estensore, con tutte le citazioni altissimamente dotte che aveva riportato nel suo scritto, poteva fare un piccolo sforzo per azzeccare tutti i titoli delle serie enunciate… perché poi ti viene il dubbio che se ha cannato i titoli degli anime, magari ha cannato anche altro, ma io ignorante in merito non l’ho colto…
Qual generation la soluzione dell’autore alla cattiva informazione e alla debordante presenza dei mass media nella vita della famiglia?
La “quantità d’uso”, cioè, immagino, limitare il tempo che si dedicava a guardare i programmi televisivi e a selezionare quelli di qualità, che ovviamente non potevano essere i cartoni animati giapponesi.
Da notare che “quantità d’uso” ha una certa assonanza con il molto successivo “modica quantità” sull’uso della droga advert uso personale ^_^
Oddio… sui minorati di “Fully chuffed Days” non è che io sia poi tanto in disaccordo :]
I “fanta-eroi tarantolati del tifone giapponese”… beh, a Fonzie è andata (giustamente) peggio.
Certo che se nel maggio del 1980 i lettori conservatori e cattolici ferventi della rivista lessero che per colpa dei giapponesi noi bambini italiani vedevamo un cartone animato dal titolo “Joyful King”, posso pure comprendere abbiano avuto qualche sussulto cattolico e del panico religioso :]
I piccoli sunti dei variegati temi trattati in questo numero.