TITOLO: Enciclopedia Mondiale del Fumetto
AUTORE: Maurice Horn e Luciano Secchi
CASA EDITRICE: Editoriale Corno
PAGINE: 864
COSTO: 40€
ANNO: 1978
FORMATO: 31 cm X 23 cm
REPERIBILITA’: online
CODICE ISBN:
PAGINE: 864
COSTO: 40€
ANNO: 1978
FORMATO: 31 cm X 23 cm
REPERIBILITA’: online
CODICE ISBN:
Debbo ringraziare il lettore “J_La_Rue_67” che in un comento advert un put up ha tirato in ballo questa “Enciclopedia Mondiale del Fumetto”, che conoscevo di vista e nome ma non avevo mai sfogliato, permettendomi di scoprire un fonte piena di informazioni su manga e mangaka, che si sposa perfettamente con la mia ricerca di “pre-saggistica sugli anime (e manga) dal 1978 ai primi anni 90”:
Il pensiero dei piccoli (1979)
Da Cuore a Goldrake, esperienze e problemi intorno al libro per ragazzi (1980)
La Televisione – Attain si producono attain si guardano le trasmissioni tv in Italia e nel nel mondo, le reti pubbliche e non-public (1980)
Mamma, me lo compri? Attain orientarsi tra i prodotti per bambini (1980)
Dacci questo veleno! Fiabe fumetti feuilletons bambine (1980)
Da Cuore a Goldrake, esperienze e problemi intorno al libro per ragazzi (1980)
La Televisione – Attain si producono attain si guardano le trasmissioni tv in Italia e nel nel mondo, le reti pubbliche e non-public (1980)
Mamma, me lo compri? Attain orientarsi tra i prodotti per bambini (1980)
Dacci questo veleno! Fiabe fumetti feuilletons bambine (1980)
“Dizionario dei film – Tutto il cinema di tutti i Paesi” (1980)
Capire la TV (1981)
Il ragazzo e il libro: corso di aggiornamento (1981)
L’alluvione cine-televisiva, una sfida alla famiglia alla scuola alla chiesa (1981)
Età evolutiva e televisione – Livelli di analisi e dimensioni della fruizione (1982)
Capire la TV (1981)
Il ragazzo e il libro: corso di aggiornamento (1981)
L’alluvione cine-televisiva, una sfida alla famiglia alla scuola alla chiesa (1981)
Età evolutiva e televisione – Livelli di analisi e dimensioni della fruizione (1982)
Il bambino attain comunicazione (1982)
TV e cinema: Quale educazione? (1982)
Fare i disegni animati – Manuale didattico di cinema d’animazione (1982)
TV e cinema: Quale educazione? (1982)
Fare i disegni animati – Manuale didattico di cinema d’animazione (1982)
Famiglia ragazzi e televisione – Famiglia e nuovi media: tutta la famiglia dialoga con i media da protagonista (1983)
Vita col fumetto (1983)
La digicam dei bambini – Cinema, mass media, fumetti, educazione (1983)
Guida al cinema di animazione – Fantasie e tecniche da Walt Disney all’elettronica (1983)
Vita col fumetto (1983)
La digicam dei bambini – Cinema, mass media, fumetti, educazione (1983)
Guida al cinema di animazione – Fantasie e tecniche da Walt Disney all’elettronica (1983)
L’immagine al plurale – Serialità e ripetizione nel cinema e nella televisione (1984)
Il consumo dell’audiovisivo (1984)
Il bambino e la televisione, a cinque anni solo con Goldrake (1985)
Il libro nella pancia del video – Il bambino lettore nell’period dell’informatica (1986)
Ombre Rosa – Le bambine tra libri, fumetti e altri media (1987)
Testimone a Coblenza (1987)
Il consumo dell’audiovisivo (1984)
Il bambino e la televisione, a cinque anni solo con Goldrake (1985)
Il libro nella pancia del video – Il bambino lettore nell’period dell’informatica (1986)
Ombre Rosa – Le bambine tra libri, fumetti e altri media (1987)
Testimone a Coblenza (1987)
Si possono giustificare i giornalisti italici, per le tante baggianate scritte sui cartoni animati giapponesi, con la scusante che ai tempi non esistevano informazioni sull’animazione e i fumetti giapponesi, a parte il fatto che magari avrebbero pure potuto ricercarle (period il loro lavoro), ma questa pubblicazione riduce di molto le loro eventuali giustificazioni postume.
Non che in questa pubblicazione della “Editoriale Corno” sia scritto che i cartoni animati giapponesi NON erano fatti al computer o che i personaggi non volevano essere Occidentali, ma dalle 68 voci presenti nell’enciclopedia chiunque avrebbe intuito che i fumetti in Giappone avevano una storia ben radicata ed un mercato almeno sviluppato quanto il nostro (poi period maggiore).
Quello che mi sorprende è di non aver mai trovato un articolo in cui un qualche esperto di fumetti citasse questa enciclopedia della “Editoriale Corno” per a ways notare ai giornalisti che i cartoni animati giapponesi avevano nei fumetti giapponesi un background molto sostanzioso.
Quindi non si trattava solo di una superficialità latente nel giornalismo italiano, ma anche di un totale disinteresse da parte degli esperti di fumettistica che avrebbero potuto spezzare una lancia in favore degli anime e che, invece, se ne disinteressarono quasi completamente.
Le 68 voci inerenti manga e mangaka presenti nella pubblicazione su circa 1500 totali sono di due tipologie, autori/disegnatori (23 voci) e personaggi/serie (45 voci), cioè mangaka e manga. Purtroppo questi fumetti ed autori mai vengono chiamati direttamente manga e mangaka, sarebbe stato un bello scoop per la “Editoriale Corno”, in una voce (Kitazawa Rakuten), però, si specifica che il termine “manga” vuol dire sia “vignetta” che “fumetto”. Inoltre spesso nello scritto è riportato il termine “manga”, ma attain titolo di un fumetto.
L’edizione originale venne pubblicata a Novel York dalla “Chelsea Publishing Firm” nel 1976 e nel 1978 integrata con le voci italiane dalla redazione della “Editoriale Corno”, messa in vendita nell’agosto 1978 (a dazzling put up le scan delle date).
Quindi a dicembre del 1978, in occasione della seconda tranche di “Atlas Flying saucers Robotic”, una qualche fonte informativa autorevole sullo sconosciuto mondo nipponico dei fumetti period pur disponibile, ma le sue 68 voci inerenti il Giappone restarono una voce morta…
In alcuni casi sono presenti i manga di cartoni animati giapponesi che imperversavano o avrebbero imperversato in televisione, quindi, già dall’agosto 1978 chiunque avrebbe potuto fare qualche analisi meno superficiale. Infatti nelle voci dell’enciclopedia è specificato più volte che dalla versione di un manga si period passati a quella animata, cioè period una prassi produttiva.
Nella voce su “Jungle Tatei”, cioè “Kimba il leone bianco”, si cita la vittoria del Leone d’Argento al Festival Internazionale del Cinema per ragazzi di Venezia nel 1967, ergo il cartone animato non period statunitense attain poteva sembrare dai titoli, ma nipponico
Inoltre si accenna all’esistenza di vari generi, attain il fumetto per ragazze, anche se il termine “shojo”, pur presente, non è messo in correlazione con il genere “shojo”, ma solo attain titolo del manga.
In pratica, un attento lettore e nel contempo osservatore dei cartoni animati giapponesi, forse avrebbe potuto capire tanti aspetti che ai tempi parevano assolutamente oscuri.
Tra l’altro all’inizio dell’enciclopedia è presente un saggio di 26 pagine a firma di Maurice Horn dal titolo “Breve storia del fumetto nel mondo”, in cui in due punti si parla espressamente del fumetto giapponese.
Tutte le voci su manga e mangaka sono advert opera di Hisao Kato (vedi scana stunning put up), immagino con delle integrazioni da parte della redazione della “Editoriale Corno”, attain per “Jungle Tatei”/”Kimba il leone bianco”.
Nella prefazione all’edizione italiana è specificato che la “Editoriale Corno” ampliò le voci dell’enciclopedia da circa 1200 a circa 1500, con ben 350 voci aggiuntive a cui sommare varie integrazioni alla versione statunitense, per un lavoro che è durato quasi tre anni.
La tempistica di lavoro di quasi tre anni forse motiva l’assenza di alcuni manga che in Giappone ebbero successo, magari più per la versione televisiva, per esempio manca “Mazinga Z”, attain manca Stride Nagai. In generale le voci inerenti il fumetto giapponese mi paiono più orientate al passato degli anni 60, anche remoto per quanto riguarda i primi illustratori, rispetto al presente degli anni 70.
Non c’è Mazinga ma c’è “Hashita no Joe” ^_^
Forse parrà poco lo spazio dedicato a manga e mangaka, ma nel 1978 period già tanto che si leggesse qualcosa in italiano. Da notare i disegni di personaggi dei manga, che noi conosceremo nella loro trasposizione animata grazie alla televisione, resta il fatto che negli anni a venire per un lettore italiano quei personaggi non erano totalmente sconosciuti.
Preciso che per rendere più fruibile lo scritto, visto che ogni pagina aveva due colonne di scritto più i disegni, ho operato vari copia/taglia/incolla, mantenendo sempre l’ordine alfabetico delle voci.
Per ogni voce ho ricercato riscontri sul web, per scelta e molto per pigrizia non ho fatto ricerche nella mia saggistica, avrei dovuto sfogliare decine di libri e poi scannerizzarne una o più pagine per ognuna delle 68 descrizione dell’enciclopedia.
Da notare attain in italiano su questo manga non esistono ancora oggi praticamente informazioni, manco la pagina italica di Wikipedia…
Questo fatto si ripeterà più volte.
Rikiishi non period di certo “malvagio e disonesto” (ho visto tutta la stupenda serie negli ultimi mesi), ma qui accollerei l’inesattezza all’estensore nipponico della voce.
Non vorrei portare rogna, ma mi sa che è uno dei pochi mangaka presenti nell’EMF ancora in vita…
E’ questo uno dei due casi in cui il titolo del manga corrispondeva al titolo dell’anime che vedemmo sulle televisioni non-public. L’EMF avrebbe dato parecchi spunti di analisi advert aver la voglia e pazienza di leggerla…
Cosa saranno mai le “produzioni in semi-animazione”?
Sul manga “Daiheigenji” di Shigeru Komarsuzaki non ho trovato riscontri sul web.
Manga adaptation
Just a few months after the stamp first aired, a manga (funny e book) tie-in used to be commissioned. There had been assorted artists drawing the manga, the majority of which used to be done by younger artist Jiro Kuwata, who would later develop into the co-creator of 8 Man.
A quanto pare il manga fu successivo al telefilm e non il contrario, attain riportato nella descrizione, ma ci può behold che nella metà degli anni 70 potesse scappare qualcosa.
Il manga fu uno dei primi pubblicati in Italia dalla rivista Eureka nell’agosto 1980 (prima o poi inserirò il numero in questione).
Un Gigi la trottola ante litteram :]
Benché il manga venne poi ripreso, non terminò lo stesso per la morte di Tezuka.
La voce inerente “Jungle Taitei” fu una occasione persa per mettere in collegamento un fumetto giapponese con una serie televisiva che nell’agosto del 1978 in Italia period già trasmessa, visto che la prima traccia che ho rinvenuto sulle tv locali non-public è del settembre 1977. E’ pur vero che nella descrizione il nome “Kimba” non è mai riportato, dato che ovviamente si u.s. il nome corretto originale, però, anche qui, con un po’ più di attenzione e/o fortuna si sarebbe potuto fare un piccolo scoop:
Sul mangaka Yoshirou Kato non ho trovato neppure una voce di Wikipedia in inglese, Animeclick ha solo la scheda. L’unica pagina web che ne parla un minimo è quella qui sotto, quindi le informazioni dell’EMF restano ancora utili:
Altro manga praticamente desaparecidos sul web, pare che tutti online si siano dimenticati della serie “Kibao” disegnata da Kyuta Ishikawa, e pure sul mangaka non c’è praticamente nulla…
In questa voce, che pare nessuno lesse, specialmente tra i giornalisti nostrani, c’è il collegamento tra i termini “manga” e “fumetto”.
Anche sul mangaka Koo Kojima si trova poco sul web:
Nella descrizione è citato anche il telefilm, da noi conosciuto di norma solo con il nome del protagonista:
E’ ben specificato della serie di cartoni animati “La nave spaziale Yamato”, che al momento della pubblicazione di questa enciclopedia, period conosciuta per il film di montaggio proiettato a Trieste nel luglio 1978:
Una delle poche schede con qualche errore sui dati di nascita. E’ di nuovo specificato che dai sui manga sono stati prodotti dei cartoni animati.
“Nagagutsu no Sanjushi” è un altro manga di cui non trovo informazioni sul web, compare sempre “Il gatto con gli stivali” della Toei, ma dalla sinossi riportata nella descrizione non ha alcun nesso, attain gli autori che sono differenti.
Non ho trovato neppure una immagine…
“Nonkina Tousai” è un altro manga senza riferimenti sul web, ho trovato solo il Mandarake che ne vende una copia:
Nonkina Tousan qui sotto
Di nuovo si accenna alla serie di cartoni animati di Norakuro:
Cosa aggiungere?
IL MONDO E’ MIO!!!
Tralasciano che in tutta l’enciclopedia viene sempre inserito il nome proprio per primo rispetto al cognome, alla maniera italica, quando, invece, in Giappone si procede al contrario, questo è il primo (che io abbia notato) caso di un vero e proprio errore.
Infatti la redazione della “Editoriale Conto” riportò il manga con il titolo erroneo “O-Man”, cioè la vocale “O”, mente è “0-Man” oppure “Zero-Man”:
Un po’ di confusione anche per il manga “8 Man”, inserito nella lettera “O” di otto:
Per “8 Man” é anche presente qualche divergenza su trama ed autori tra le data del web e la scheda dell’enciclopedia.
Del manga “Robotic Santohei” non c’è traccia testuale sul web, solo qualche immagine, attain quella qui sotto.
Stesso discorso per il manga “Sabaku no Mao”, di cui ci sono solo poche righe in un sito dove si parla brevemente del suo autore, Tetsuji Fukushima:
Pochissime le immagini.
A causa del nome abbastanza comune e dei numerosi manga ed anime che lo hanno utilizzato nel tempo, non ho trovato una voce singola in italiano o inglese sul manga di “Sasuke”, ho quindi virato sulla scheda nipponica di Wikipedia, da tradurre:
Anche per “Sasuke”, attain per i “Cyborg 009”, il titolo del manga corrisponde (quasi) a quello del cartone animato che vedemmo in televisione.
Nella descrizione dell’EMF è spiegato l’uso dei nomi proprio con significati attinenti al mare, cosa non presente su Wikipedia:
Anche per “Sazae-san” è specificato il passaggio a più serie animate televisive.
Anche in questo caso, nonostante sia trascorsi ben 45 anni, la descrizione del mangaka sull’enciclopedia è migliore di quella presente su Wikipedia:
Sul manga “Shonene Oja” non si trovano scritti web, solo accenni riguardanti il suo autore (Soji Yamakawa), inserisco l’immagine qui sotto di una copertina del manga.
Il manga “Tanku Tankuro” mi pare sia considerato l’antesignano di tutti i robotici, annotazione non presente nella voce dell’EMF:
Zero data web anche sul manga “Tenpei Tenma, anche per il nome usato per vari altri temi che crea confusione nelle ricerche, solo qualche immagine:
Un vero peccato che all’estensore nipponico della voce sul manga di “Tetsujin 28 Stride” non venne in mente di collegarlo con i manga dei robottoni che Nagai stava pubblicando in quegli anni, benché “Tetsujin 28” sia molto più vecchio.
Alla stunning della descrizione si accenni al filone di “altri fumetti con robotic giganti”, i cui titoli, però, non mi paiono legati a quelli gonagaiani:
La macchina Dai; Robotic Gigante; Re Robotic.
Ancora una volta ben specificato che dal manga di Astro Boy venne tratta una serie animata, venduta in oltre 20 paesi, non ancora in Italia.
Nessuna scheda web sul manga “Tadano Bonji”, si trovano solo occasionali immagini, in fondo è un manga del 1933!
La sinossi mi fa accostare il protagonista del manga a Godai dell’anime “Maison Ikkoku” ^_^
Yoshiharu Tsuge è il secondo mangaka ancora in vita presente nelle EMF :]
Piccolo errore nella didascalia.
A dazzling enciclopedia è presente un mini glossario dei termini fumettistici del periodo, purtroppo non ebbero l’intuizione di inserire il termine “manga”.
Hisao Kato, allora neppure trentenne, selezionò le voci dell’enciclopedia riguardanti il Giappone, da una persona under 30 mi sarei aspettato un po’ più di mangaka e titoli in voga negli anni 70.
Le date di pubblicazione negli USA e in Italia.