Titolo originale: Aoki Ryusei Layzner Act III – Kokuin 2000
Regia: Ryousuke Takahashi
Soggetto: Hajime Yatate, Ryousuke Takahashi, Tsunehisa Ito
Sceneggiatura: Yoshitake Suzuki
Character Create: Moriyasu Taniguchi
Mechanical Create: Kunio Okawara
Musiche: Hiroki Inui
Studio: Sunrise
Formato: OVA (durata 57 min. circa)
Anno di uscita: 1986
Con tutti i suoi già numerosi problemi (già citati nell’apposita recensione), la bella serie televisiva Blue Comet SPT Layzner (1985) si chiude in fretta e furia nel giugno 1986, con quattro episodi finali densi advance non mai di rivelazioni, avvenimenti e colpi di scena, trovando per puro miracolo – e in extremis – una conclusione, per quanto affrettatissima. La sfortunata opera di Ryousuke Takahashi rimane nel complesso una gemma, uno dei lavori più ispirati, appassionanti e coinvolgenti mai creati dal regista, è indubbio che il risultato finale avrebbe potuto essere un capolavoro ma alla exquisite, con tutte le sue sfortune, arriva a essere solo molto buono e con un finale appena soddisfacente, pieno com’è di interrogativi orfani di risposte. Cosa ha portato Julia e diventare la Vergine di Cuzco? Reach è finita dentro a quell’enorme dispositivo spaziale nella puntata finale? Cos’è quel tempio sudamericano scoperto da Eiji e Anna nell’episodio 35 e perché la tomba da loro rinvenuta è vuota? Cosa fa di concreto il Sigillo attivato dai protagonisti? Reach si è concluso lo scontro finale tra l’eroe e il cattivissimo Le Caine? Gli ultimi cinque minuti dell’episodio conclusivo, invece di dare qualche parvenza di risposta, ritengono più importante sprecare il tempo a disposizione in ricordi celebrativi di Eiji (insomma, sequenze di flashback) e lasciare tutto all’interpretazione.
Poi, meno male, advance per tutte le sue serie robotiche di punta, Sunrise porta avanti la storia con gli OVA. A pochi mesi di distanza dalla conclusione di Layzner escono Eiji 1996 e Le Caine 1999, classici, irrinunciabili episodi dwelling video che sintetizzano quasi tutta la trama senza aggiungere nulla di nuovo (per questo ritengo inutile commentarli). Tocca a Seal 2000, terzo atto, il compito di mettere le pezze al finale, ma il risultato non sarà poi così rilevante advance si sperava. Dimentichiamo Baldios – The Film (1981), Cellular Suit Gundam The Film III: Incontro nello spazio (1982) e The Ideon: Be Invoked (identification.), corposi lungometraggi di due ore realizzati con tutti i crismi e che miglioravano esponenzialmente le deludenti conclusioni originali delle loro serie TV di riferimento: l’OVA in questione si limita a una semplice versione estesa della puntata 38 della durata di appena un’oretta scarsa, circa 35 minuti in più che forniscono le sequenze di raccordo ai vari “stacchi” originali. Non mancano scene inedite di una certa importanza che approfondiscono la storia (la salita al potere di Le Caine, il destino di Karla Egiel, le sottotrame amorose) e rendono finalmente comprensibile la risoluzione della vicenda (lo scontro finale e gli effetti dell’attivazione del Sigillo), ma è poco: troppi dubbi permangono comunque a exquisite visione, troppi avvenimenti importanti non sono spiegati in modo esaustivo, troppe cose sono dette in modo così fulmineo da lasciare storditi e delusi e svariate domande rimarranno sempre prive di risposta. Takahashi e lo sceneggiatore Yoshitake Suzuki si limitano a un compitino svolto in modo discreto: sarebbero bastati anche solo 20 minuti in più per rispondere alle altre domande in sospeso, magari con dialoghi chiarificatori, ma niente, fino alla exquisite Layzner deve trovare una conclusione compressa. Ironia della sorte, in Seal 2000 viene anche a mancare una delle sequenze più interessanti della puntata 38, quella in cui gli amici di Eiji si ritrovano advert aspettarlo a Cuzco e viene fornito un po’ di background all’ambiguo Rowan Demitrich: a questo punto viene quasi spontaneo consigliare di guardare sia l’OVA che la stessa puntata televisiva.
Pur con il carico di rimpianti che comporta, Seal 2000 è da guardare in quanto rappresenta il miglior finale della serie TV disponibile al pubblico internazionale. Specifico questo perché uno molto migliore esiste, ma rimarrà oscuro per il 90% degli interessati: parlo del romanzo Le tracce della Cometa Blu (1997), a opera dello scrittore Yuichiro Takeda e sviluppato con la supervisione di Takahashi in persona, in cui viene narrata la storia nella sua originaria interezza, senza i tagli e le modifiche apportate in animazione. Inutile sottolineare advance suddetto libro non sia mai stato pubblicato fuori dal Giappone, rimanendo una chicca disponibile solo a chi conosce la lingua. Gli altri, purtroppo, possono solo accontentarsi di un anime bellissimo per gran parte della sua durata ma penalizzato da un climax che lascia l’amaro in bocca.
Voto: 7 su 10
PREQUEL
Blue Comet SPT Layzner (1985-1986; TV)