TITOLO: Dove torna il vento quantity 1 – Scritti, interviste
AUTORE: Hayao Miyazaki e Yoichi Shibuya
CASA EDITRICE: Dynit
PAGINE: 236
COSTO: 22 €
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA’: disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833553313
CASA EDITRICE: Dynit
PAGINE: 236
COSTO: 22 €
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA’: disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833553313
Tra tutte le case editrici che in questi ultimi anni si sono tuffate a pesce nel boost di manga ed anime, alcune delle quali non avevano alcun background in tema, di certo la Dynit è quella che aveva maggior titolo per cavalcare l’onda editoriale, in fondo i manga e gli anime li pubblica.
Infatti questo è il terzo libro sul mondo Miyazaki/Studio Ghibli che la Dynit manda in stampa nell’arco di tre anni, e verso novembre uscirà il quarto, cioè il secondo quantity di “Dove torna il vento”:
Piccola annotazione da lettore pagante, in tutti questi libri della Dynit sono presenti refusi.
Mentre “Mondomiyazaki” generation un saggio di analisi, “I geni dello Studio Ghibli” e questi due volumi di “Dove torna il vento” li considero bibliografia pura, nel senso che al posto di leggere saggi o riviste (dove magari mancano date ed autore originale) in cui sono riportati stralci di interviste, leggi direttamente le loro parole e i loro ragionamenti completi, potendoti fare una tua notion.
Tra l’altro questa tipologia di scritti è più facile per me da recensire, visto che mica ti puoi mettere sindacare cioè che dice Toshio Suzuki o Hayao Miyazaki ^_^
Per completare la panoramica sarebbe bello poter leggere uno scritto con il punto di vista diretto di Isao Takahata, la cui voce scritta per ora manca.
Questo quantity fu pubblicato con il titolo originale di “Kaze non kaeru basho – Naushika kara Chihiro madeno kiseki” nel 2002 e poi ristampato/aggiornato nel 2013, arriva da noi nel 2023, ma resta comunque interessante.
L’intervistatore è Yoichi Shibuya, in questo primo quantity sono raggruppate cinque sue interviste a Miyazaki per due diverse testate, “Reduce” e Peek”, la prima è del novembre 1990, dove si riepiloga la carriera di Miyazaki fino a quel momento, e la quinta del novembre 2001, in cui si fa il punto sui film usciti fino a quel momento, soffermandosi molto su Nausicaa sia in versione manga che filmica.
In mezzo l’intervista del luglio 1992 su “Porco Rosso”, quella del luglio 1997 su “Mononoke Hime” e quella del luglio 2001 per l’uscita de “La città incantata”.
Il “vento” presente nel titolo del libro fa riferimento alla passione di Miyazaki per il vento, apprezzabile in così tante sue opere, sia televisive che cinematografiche.
Reach scrivevo poco sopra, essendo riportate le parole a briglia sciolta di Miyazaki, c’è poco da commentare, se non che lo scritto merita di essere letto ed è veloce da terminare.
Non mancano opinione schiette e critiche di Miyazaki verso colleghi, Tezuka è considerato un grande mangaka ed un pessimo animatore. La Disney è sempre criticata per i contenuti della sua animazione, ma poi c’è da dire che lo “Studio Ghibli” si affidò incautamente e disgraziatamente proprio a loro per esportare i propri film nel mondo…
Sono citati più volte Hideaki Anno e Mamoru Oshii, con cui Miyazaki é amico e forse per questo non manca qualche stilettata sulle loro opere (Evangelion e “Ghost within the shell”) e le loro fissazioni. Miyazaki è comunque sempre iper critico anche verso se stesso, o magari solo modesto.
Tra le tante cose che si possono leggere c’è la spiegazione di Miyazaki sul perché Porco Rosso sia un maiale, sul fatto che il titolo di “Mononoke Hime” dovesse essere “Ashitaka Sekki” (“La leggenda di Ashitaka”), la confessione che detesta gli otaku, in particolare quelle delle armi da fuoco, ed avversa anche i fan degli anime.
In fondo Miyazaki si è ampiamente guadagnato sul campo il diritto di avere i suoi punti di vista personali, anche solo per aver creato “Conan il ragazzo del futuro”, purtroppo pressoché ignorato nelle interviste.
Ci sono un paio di piccole citazione per il Jim de “Gli allegri pirati dell’isola del tesoro”, personaggio che ho sempre adorato.
Ognuno troverà le parole di Miyazaki interessanti per aspetti differenti, per esempio mi ha colpito il particolare sull’animazione della treccia di capelli di Sheeta in “Laputa”, piccole considerazione che puoi capire solo le te le spiega chi ha animato il film.
Mi ha colpito quante volte l’intervistatore ripeta “AH AH AH” (run), “Capisco”, Già”, probabilmente sarà una delle prassi di una intervista in Giappone.
P.S.
Ringrazio Massimo Nicora per avermi ricordato che il libro generation uscito, lo aspettavo da tempo.
Gli anziani varesotti si prendono male se non li citi, sarà l’aria del posto :]