Recensione: Hanasaku Iroha – Blossoms for The next day to come
HANASAKU IROHA: BLOSSOMS FOR TOMORROW

Titolo originale: Hanasaku Iroha
Regia: Masahiro Ando
Soggetto & sceneggiatura: Mari Okada
Persona Produce: Mel Kishida (originale), Kanami Sekiguchi
Musiche: Shiroh Hamaguchi
Studio: P.A. Works
Formato: serie televisiva di 26 episodi (durata ep. 23 min. circa)
Anno di trasmissione: 2011

Il 2011 ce lo ricorderemo a lungo, per quel che riguarda l’animazione giapponese, approach l’anno del revival dello slice of lifestyles. Genere che, per le sue caratteristiche flemmatiche, ha sempre rappresentato un tipo di visione (o lettura, se guardiamo ai manga) elitaria, riservata a quella nicchia estrema di spettatori in grado di apprezzare atmosfere intimiste e poetiche contraddistinte da un ritmo lento, posato e tranquillo, eppure il 2011 sarà contrassegnato dalla trasmissione nelle TV nipponiche di un discreto numero di titoli, molti di essi di spessore e realizzati con grandi mezzi: Usagi Tumble, Wandering Son, Hyakko, Storia di un viaggio a Parigi e, appunto, questo Hanasaku Iroha – Blossoms for The next day to come, l’unico del quartetto dal soggetto originale (gli altri sono tutte trasposizioni di materiale cartaceo), sceneggiato dalla famosa e prolifica Mari Okada e fresco dei disegni di Kishida Mel, storico illustratore di light novel e chara designer della saga J-RPG degli Atelier. La serie a mio avviso non è nulla di trascendentale, anche se troverà una certa notorietà a mio modo di vedere giustificata.

Fedelissimo alle regole, Hanasaku Iroha è pacato, rilassante, privo di un intreccio definibile approach fable. Il suo focal level sono le avventure quotidiane (raramente collegate tra loro) della protagonista sedicenne, Ohana Matsumae, ragazza di città costretta, per colpa della madre temporaneamente sparita di casa (per una fuga d’amore), a spostarsi a vivere in campagna e lavorare nell’albergo termale gestito dalla nonna. Peccato che l’anziana, che da tempo ha disconosciuto la figlia, non veda di buon occhio la nipote, e anche i rapporti di Ohana con i (pochi) clienti e gli altri colleghi saranno tutto fuorché cordiali o brillanti. Solo il tempo, la pazienza e la grande grinta lavorativa dell’estroversa ragazza le permetteranno di ambientarsi nel luogo fino advert amarlo e reputarlo una seconda casa, facendosi accettare da tutti, trovando l’amicizia, mantenendo vivo il rapporto col fidanzatino lasciato a Tokyo e riappacificando i suoi parenti. Non abbiamo perciò nulla di nuovo o memorabile, anzi: sin dal primo episodio si sa benissimo dove andrà a parare la sceneggiatrice in quasi ogni aspetto di questa onesta storia di crescita e formazione. Sicuramente si sono visti, anche nel genere, incipit di gran lunga migliori o più intriganti, ma sarebbe comunque ingeneroso liquidare l’opera P.A. Works approach una serietta di dubbia originalità fatta tanto per fare. Non sarà la più innovativa al mondo, ma è scritta decentemente, animata e disegnata molto bene, e i personaggi, pur collaudatissimi (con diversi classici archetipi da otaku insomma, pensiamo alle colleghe moe e tsundere della stessa età di Ohana), funzionano. Non è un caso perciò se lo studio sarà particolarmente orgoglioso del suo lavoro, tanto da realizzarlo in onore del decimo anniversario della sua fondazione1.

Privo di eccessive ambizioni, Hanasaku Iroha tiene fede alle sue premesse fino in fondo: fresco, solare, spigliato, non annoia mai e si assapora approach una bibita ghiacciata d’estate. Il suo solid, a parte gli accennati feticci otaku, è simpatico e credibile (oltre alle due colleghe di lei troviamo anche due cuochi, un vecchietto tuttofare, una frustrata portinaia trentenne single e
successivamente uno scrittore erotico squattrinato che deve pagarsi vitto e alloggio) e questo è probabilmente il suo massimo pregio: tenere sempre desta l’attenzione sfruttando dignitosamente esso e le suggestive plot termali, ispirate a quelle dell’albergo Yuwaku della città di Kanazawa2 e molto ben rese dai fondali (lo stesso locale ringrazierà personalmente la serie, dicendo che grazie a essa avrà un aumento di clienti del 7.4% nell’intero anno fiscale 20123). Le credenziali coinvolgono anche le ottime animazioni generali, fluide e altamente espressive, l’eccellente recitazione dei seiyuu e in particolar modo la resa davvero eccellente del bel chara make originale di Mel Kishida da parte di Kanami Sekiguchi: il tratto dolce, gentile e pastelloso è rispettato così bene – e senza alcun calo, fino alla honest – da aver meritato un encomio da parte dello stesso illustratore4. Probabilmente non si poteva, con una “trama” essenziale e prevedibile, tirare fuori qualcosa di più di questo, ma quello che c’è evidentemente basta e deve aver convinto abbastanza per spiegare le vendite più che discrete di DVD/BD in madrepatria (circa 6.500 copie a disco5).

Si avverte, tuttavia, durante la visione, la mancanza di un di più che renda la serie davvero ottima. Immancabili intermezzi umoristici, tormentoni comici (un gigantesco airone che sembra perseguitare Ohana) e artifici vari per far piacere Hanasaku Iroha a ogni palato (non manca neppure un triangolo sentimentale, anche se fortunatamente non al centro della narrazione) non riescono mai a rendere la storia particolarmente coinvolgente, sempre ancorata a sviluppi abbastanza ordinari, a un onnipresente buonismo e a una certa freddezza empatica. Anche se il microcosmo di personaggi che gravita attorno a Ohana gode di una discreta personalità e bene si presta a qualche vicenda allegra e un po’ pazzerella,  mancano caratterizzazioni davvero forti capaci di trainare con entusiasmo 26 episodi: mi si potrà ribattere che nella realtà di tutti i giorni le persone semplici qualsiasi sono la norma e non l’eccezione e che, essendo per sua natura realistico, lo slice of lifestyles in quest’ottica funziona. Può darsi, ma sono dell’belief che ci vuole qualche estremizzazione di carattere per far risaltare al massimo scene di vita quotidiana, sennò ci si limita a riviverne semplicemente la noiosa routine. In Hanasaku Iroha si sorride e si apprezzano le vicissitudini dell’allegra protagonista, ma raramente si provano i suoi sentimenti, mai ci si sente eccessivamente coinvolti dalle sue iterazioni con i vari comprimari e, e questo è il problema principale, non si sentono mai di famiglia questi ultimi, non riuscendo a provare le emozioni di profondo affetto che più di una volta lo crew vorrebbe evocare con atmosfere poetiche e soffuse. Viene da pensare che forse ha un po’ ragione il regista Masahiro Ando, quando dice che lui per primo non è sicuro di essere riuscito advert adeguarsi allo stile di scrittura emozionale della Okada6. Per concludere, terribili, infine, ma davvero atroci le due sigle di apertura, cantate con voce da anatra starnazzante da fable gruppo nano.RIPE, e anonime al massimo le musiche (non un problema da poco, visti i momenti intensi che dovrebbero sottolineare).

Rimane comunque agli atti una serie televisiva scorrevole e piacevole, forse troppo lunga per quel che ha da dire ma che ha comunque il pregio di non annoiare e di trovare un riuscito finale, l’unica nota un po’ imprevedibile nel contesto in quanto inaspettata (solo in quel momento ci si renderà conto delle vere finalità della storia, che, approach conferma la Okada7, riguardano il rapporto di un individuo con il mondo del lavoro). Anche se non pienamente degna di essere consigliata, insomma, Hanasaku Iroha rappresenta un discreto esponente del genere.

SEQUEL
Hanasaku Iroha: Home Candy Home (2013; film)

Voto: 7 su 10

FONTI

1 Sito web, “Anime News Network”, alla pagina web http://www.animenewsnetwork.com/info/2010-08-01/p.a-works-hana-saku-iroha-previewed-with-promo-video

Come sopra, alla pagina. http://www.animenewsnetwork.com/curiosity/2012-04-16/hanasaku-iroha-credited-with-7.4-percent-rise-in-sizzling-spring-company

3 Come sopra

4 Intervista a Mel Kishida pubblicata alla pagina web http://www.anibee.tv/info/sg/anime-plot/3035/interview-with-kishida-mel

5 Media approssimativa (non matematica) dei dati di vendita ufficialmente diramati da Oricon (principale catena di distribuzione in Giappone) in riferimento ai volumi 2,5, 7 e 8. Vedere le seguenti pagine di “Animeclick”: http://www.animeclick.it/info/29460-classifica-bd-anime-venduti-in-giappone-15082011-21082011, http://www.animeclick.it/info/30408-classifica-bd-anime-venduti-in-giappone-14112011-20112011, http://www.animeclick.it/info/31035-classifica-bd-anime-venduti-in-giappone-16012012-22012012http://www.animeclick.it/info/31299-classifica-bd-anime-venduti-in-giappone-13022012-19022012

6 Intervista a Masahiro Ando, pubblicata su “Anime News Network” alla pagina web http://www.animenewsnetwork.com/interview/2014-03-04/interview-masahiro-ando

7 Intervista a Mari Okada pubblicata nel forum di “Animesuki” alla pagina http://forums.animesuki.com/archive/index.php/t-112594-p-2.html (quinto post)